Da parte di EDIPI (Evangelici D’Italia Per Israele) inviamo una lettera di solidarietà all’UCEI, sottolineando che supportiamo la causa di Israele, nell’attuale momento di grave conflittualità che si è creato a causa del terrorismo di Hamas.
Siamo convinti che gli ebrei abbiano un diritto BIBLICO e storico di vivere nella loro madrepatria Israele e di vivere in quella terra con uno Stato sovrano, in libertà e dignità. Crediamo che una subdola forma
di antisemitismo sia proprio l’antisionismo: il non voler riconoscere quel diritto!
Un diritto alla vita più volte minacciato, altrettanto boicottato, attaccato, e rifiutato, non solo sul piano militare, economico e politico, ma anche su quello legale e diplomatico.
L’antisionismo non è altro che un antisemitismo giuridico, l’attuale transmutazione genetica del virus dell’antisemitismo: partito come antigiudaismo religioso (il popolo deicida), per poi mutare genetivamente nell’antiebraismo razziale (la razza degenere) e con l’attuale mutazione in antisionismo su base giuridica con l’obbiettivo di distruggere lo Stato di Israele.
Per questa ragione è necessario continuare a spiegare le ragioni del buon diritto di Israele sulla sua terra.

– E’ un dato storico e antropologico, basato sulla storia antica del popolo di Israele, che 3000 anni fa ha fondato il primo stato unitario e autonomo sulla terra fra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo.

– E’ un dato politico e militare, perchè lo Stato di Israele è stato ininterottamente attaccato con le armi di eserciti confinanti e del terrorismo per tutti i 72 anni della sua esistenza.

– E’ un dato morale e ancora politico, perchè deriva dal diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico, sottoposto da secoli alle persecuzioni tanto in Europa che nel momdo musulmano.

– E’ un dato teologico, radicato nel patto della Bibbia, in quanto siamo convinti che Dio ha assegnato per sempre ai figli di Giacobbe la terra promessa, in vista della completa restaurazione di Israele.

– Ed infine è anche un dato giuridico, ben radicato nel diritto internazionale, che proprio il recente 101° anniversario della Risoluzione di Sanremo del 25 aprile 1920 ha ricordato con una serie di valide manifestazioni, anche se caratterizzate da una certa retorica di circostanza.

Purtroppo in questa occasione se da un lato tutti i commentatori hanno ricordato che la Risoluzione di Sanremo ha riconosciuto i diritti nazionali ed esclusivi del popolo ebraico per la Terra di Israele, in
forza della legge internazionale e della connessione del popolo ebraico con il territorio in precedenza noto come Palestina, dall’altro non hanno evidenziato come un evento determinante come la Conferenza di Sanremo del 1920 sia stato dimenticato e ignorato dalla comunità delle nazioni, e che i diritti che conferiva al popolo ebraico sono stati limitati, ignorati e negati. Infatti il Mandato per la Palestina del 24 aprile 1920 indicava i confini della terra in cui la nascente Nazione Ebraica (Jewish National Home) su un territoro di 120.466 Kmq, mentre già il 16 settembre 1922, la Gran Bretagna, tradendo il suo impegno di mandatario, convincendosi progressivamente di avere la convenienza a
favorire l’antisemitismo arabo, ne riduceva il territorio del 77%, creando la Transgiordania (Palestina araba), lasciandono solamente 28.166 Kmq alla Palestina ebraica. Il proseguio delle vicende storiche delle nazioni sottoscriventi a Dichiarazione di Sanremo (Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone),
trova un signitcativo riscontro nel verso del profeta Giole: “…le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo di Israele, che esse hanno disperso tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra loro” (Gioele 3:2).

Infine il nostro coinvolgimento come EDIPI, se da un lato riconosce che una pace giusta e duratura, determinante l’accettazione di confini sicuri e riconosciuti tra tutti gli stati nella regione, può esser
raggiunta solo riconoscendo i diritti di Israele da tempo sanciti nella legge internazionale, dall’altro si impegna a PREGARE continuamente per la Pace di Gerusalemme (Salmo 122:6), PROVVEDERE ad un impegno economico per sostenere l’economia di guerra israeliana (un missile dell’IRON DOME
costa 50.000$ contro le poche centinaia dei missili Qassam dei terrorismo islamico), PORTARE una corretta informazione in tutte le occasioni che ci coinvolgono e soprattutto nelle nostre chiese, al fine
che nasca un forte sentimento di sionismo cristiamo. Le 3 “P” di EDIPI: P di pregare, P di provvedere, P di portare per arrivare alla quarta P ….P di PACE!

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