di Gualtiero Magnifico-Ornella Calasso

Domenica 18 settembre 2022, presso la Sinagoga Centrale di via Guastalla, 18 Milano, si è celebrata la prima delle due giornate dedicate alla ventitreesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Una manifestazione che ogni anno apre le porte delle Sinagoghe nel nostro paese, con un denso programma di appuntamenti che, come ogni anno, ha richiamato l’attenzione di un pubblico sempre più attento alle tematiche legate al mondo Ebraico e ad Israele.
Il tema di questo ventitreesimo appuntamento è stato “Il rinnovamento” una spinta a considerare nuovi modelli di convivenza e sviluppo, in funzione della numerose sfide che il tempo attuale presenta.
Alle h.10,00 i consueti saluti istituzionali da parte dei rappresentanti della Comunità Ebraica di Milano (CEM) quali: Rav. Alfonso Arbib, rabbino Capo CEM, Walker Meghnagi, Presidente CEM e Sara Modena, Assessore alla cultura CEM. Il tutto presieduto dall’immancabile Davide Romano che, anche in questa occasione, ha abilmente coordinato tutti gli interventi da parte degli autorevoli ospiti della giornata. Presenti in sala, vari esponenti del mondo politico Italiano quali la ex-sindaco di Milano Letizia Moratti e l’ex-ministro dell’Economia e Finanza del governo Berlusconi, Giulio Tremonti.
Alle h.10,30 abbiamo assistito alla intervista che il Prof. Ugo Volli, noto semiologo, accademico e filosofo Italiano, ha condotto nei confronti del Rav. Alfonso Arbib, Rabbino capo della Comunità Ebraica di Milano, avente come oggetto “Il rinnovamento della tradizione Ebraica”. Il punto focale si è basato sulla fedeltà al testo della Torah. Innovazione Ebraica significa rinnovare sempre la profondità del testo. Ecco l’Ebraismo moderno. Ognuno vive la sua epoca, con i Maestri di quell’epoca. Moshè non avrebbe capito nulla del Midrash, (commento rabbinico inventivo) nonostante fosse sempre riferito all’antica tradizione. E’ stato pertanto un interessante confronto durante il quale il Rav. Arbib ha cercato di districarsi, sempre in modo molto elegante, dalle incalzanti domande postegli da un abile, attento e profondo intervistatore quale il Prof. Ugo Volli.
Alle h. 11,30 è stata la volta di Georges Bensoussan, noto e famoso storico Francese, di origini Ebraico-Marocchine, specializzato nella storia culturale dei secoli XIX e XX, in particolare di storia Ebraica. Certamente uno tra i più noti studiosi Europei dell’antisemitismo, della Shoah e del Sionismo. Tema della intensa conferenza, introdotta dal giornalista e scrittore Niram Ferretti: “Vittime nel paese degli eroi. La memoria della Shoah in Israele”. Durante la sua esaustiva esposizione, lo storico francese ha avuto modo di sottolineare come a volte, dei falsi miti, possano fuorviare il pensiero circa la storia degli eventi che ruotano attorno al mondo Ebraico e ad Israele. Esempi di questi falsi miti, trovano riscontro in queste errate convinzioni: “Senza la Shoah Israele non sarebbe mai nato” oppure: “Israele è nato dal senso di colpa dell’Occidente, nei confronti degli Ebrei per la Shoah”. Durante il suo intervento, Bensoussan ha spiegato come queste convinzioni fossero false, in quanto né Inglesi né Americani, mossi invece da interessi politici e di immagine, non avessero manifestato alcun senso di colpevolezza nei confronti degli Ebrei e quindi, a maggior ragione, la Shoah non ha potuto essere l’origine della nascita dello Stato Ebraico.
Secondo un inciso di Rav. Arbib, lo Stato di Israele rappresenta qualcosa ben più grande: la fioritura della redenzione.
Al termine della mattinata, un abbondante rinfresco e una visita guidata della Sinagoga, seguita da un dibattito circa la cultura Ebraica, hanno fatto da spartiacque con gli appuntamenti pomeridiani che prevedevano interventi focalizzati su: “ Israele passato presente e futuro”, “Accordi di Abramo: I nuovi orizzonti del dialogo” e “Israele: Quando l’agricoltura incontra l’innovazione”
La serata prevedeva poi in chiusura, il consueto Concerto di musica Ebraica questa volta a cura dell’ Ensemble “Progetto Dafka”
Come sempre, tutto l’incontro si è rivelato ben organizzato e coordinato in ogni minimo dettaglio.