Parma – Islamici contro il terrorismo: una piazza semivuota 

Solo poche decine di persone per condannare gli attentati di Parigi. 

In piazza Garibaldi i musulmani di Parma e provincia hanno voluto condannare «in modo netto e chiaro i fatti di Parigi». Ma i musulmani di Parma e provincia sono più o meno 15 mila, come conferma Farid Mansouri, presidente della comunità islamica locale. E ieri in piazza erano poche decine. Pochi? «Pochi, sì», dice AdiI Eddal del centro culturale Ennour di Fidenza. «Pensavo che saremmo stati di più, molti di più. Nelle riunioni del venerdì abbiamo raccomandato la presenza». Come mai questa scarsa affluenza, allora? «Facciamo fatica ad aprirci e tendiamo un po’ troppo a delegare. Ma questo non significa non condividere la volontà di condanna per quello che è successo.” 

(Gazzetta di Parma, 11 gennaio 2015) 

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Al Direttore della Gazzetta di Parma è stata inviata oggi stesso questa lettera: 

Egregio Direttore, 
dunque, dei circa 15mila musulmani presenti nella provincia di Parma, solo una decina sono venuti a manifestare contro i fatti terroristici di Parigi. La manifestazione dunque c’è stata, ma di segno opposto. Invece della disapprovazione, si è manifestato il disinteresse per fatti criminali come quelli accaduti a Parigi. Solo disinteresse? o interesse di segno opposto? Pigrizia? o paura? Sì, paura, perché l’obiettivo degli islamici di Parigi era di soffocare la libertà di espressione attraverso l’intimidazione, cosa che in parte è avvenuta, perché ci sono giornali che hanno deciso di non pubblicare più vignette che in qualche modo possano essere sgradite agli islamisti. E se negli ambienti islamici della provincia qualcuno avesse fatto correre la voce che chi condanna i fatti di Parigi manifesta solidarietà con i nemici dell’Islam? Ci vuole poco a convincere le persone a restare a casa, basta poco per intimorire la gente. Attenzione allora, perché se l’arma dell’intimidazione violenta comincia davvero a funzionare, allora tutta la struttura democratica della nostra società è in pericolo. E gli islamici moderati, che indubbiamente ci saranno ma almeno in questo caso sono rimasti silenziosissimi, sarebbero i primi a subirne le peggiori conseguenze. 
Marcello Cicchese 

(Notizie su Israele, 11 gennaio 2015)