Recensione di Diego Gabutti

Banalizzare le leggi razziali del fascismo è un classico per chi rivendica l’eredità di Mascellone. Be’, dicono, c’erano queste benedette leggi razziali, okay… nessuno però le rispettava, a parte qualche fanatico. Erano state pensate per compiacere Hitler, ma le stesse autorità fasciste, per non parlare degl’italiani qualsiasi, ci scherzavano sopra e le prendevano sottogamba, via. La difesa della razza, sotto la Buonanima, era una specie di salto nel cerchio di fuoco: un pegno da pagare alla scenografia imperiale, come il fez e la camicia nera, come il saluto romano e l’«A Noi». Gli ebrei stessi (a parte qualche drammatica ma in fondo limitata eccezione) quasi non s’accorsero delle leggi razziali. Se è impossibile, diceva il Dux, governare gl’italiani, figurarsi se era possibile trasformarli, via lavaggio del cervello e alè op, in persecutori e assassini d’ebrei. Eppure fu esattamente quel che successe: un alè op e via, gli ebrei furono rastrellati e scomparvero nei campi.Continua  a leggere su informazione corretta