“Nell’onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordare che non tutti fummo, noi italiani, brava gente, dobbiamo ricordare che non scegliere è immorale, per usare le parole di Artom, significa far morire un’altra volta chi mostrò coraggio, chi sacrificò se stesso per consentirci di vivere in un paese democratico”. E ancora: “Il linguaggio d’odio che sfocia spesso nel razzismo e nell’antisemitismo contiene spesso i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato”.
È necessario riportare il più ampiamente possibile il passo del discorso pronunciato in occasione della Festa della Liberazione dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che più ha colpito la sensibilità di chiunque l’abbia ascoltato in diretta o riportato dai telegiornali o anche solo letto sui quotidiani, anche se sarebbe preferibile riascoltarlo per intero. È necessario perché ci fa capire quanto profondo sia il senso politico di queste affermazioni, fatte da un Presidente che ancora qualcuno vuol etichettare come tecnico senza rendersi conto che siamo di fronte a un vero statista. Certo, non un uomo di partito, ma sicuramente un uomo di Stato, come raramente se ne sono incontrati nella nostra storia più o meno recente. Continua a leggere su moked