“Il silenzio che urla”. Probabilmente nella storia dell’editoria un titolo più adatto come quello dato  al libro di Gadiel Gaj Taché, uscito in questi giorni nelle librerie, raramente è capitato che venisse attribuito. È la storia di Gadi, è la tragica storia dell’uccisione del piccolo Stefano zl”, è la storia della famiglia Gaj Taché, ma è anche e soprattutto un piccolo grande libro di Storia.

Un libro che racconta in maniera intima e allo stesso tempo interpreta la memoria collettiva, ricostruendo uno spaccato di storia contemporanea che è quella degli ultimi quarant’anni vissuti in Italia, di una comunità intera sconvolta da un attentato che ne segnò il percorso e l’esistenza e che modificò per sempre il modo di vivere di tutti noi ebrei di Roma, da quel momento costretti a mandare a scuola i nostri figli in edifici controllati dalle forze dell’ordine o ad andare a pregare in sinagoghe protette e blindate a causa dell’odio antiebraico che ancora persiste. Continua a leggere su Shalom