I fatti più recenti

Due militari assassinati con spari a tradimento nello scorso weekend. Minacce di morte esplicite ai fedeli che volevano andare a pregare per Sukkot alla Tomba di Giuseppe a Shechem, un pellegrinaggio che è esplicitamente garantito dagli accordi di Oslo; i pochi che sono riusciti ad arrivarci l’hanno fatto solo per la scorta dell’esercito. La scoperta di una cellula terrorista in Samaria legata ad Hamas che progettava attentati clamorosi sotto la guida di Bilal Basharat, un terrorista condannato e scarcerato nello scambio per la liberazione di Gilad Shalit. Un carico di armi di contrabbando sequestrato nella valle del Giordano l’altro ieri. Gravi torbidi nella parte araba di Gerusalemme, soprattutto nei quartieri di Wadi Joz and Ras al-Amud, con lanci di pietre, di bombe molotov e fuochi artificiali usati come armi. Il tentativo di linciaggio di una famiglia ebraica sempre a Gerusalemme a Beit Hanina. La chiusura parziale delle uscite dalla città araba di Nablus, con l’istituzione di posti di blocco che chiedono i documenti e perquisiscono tutti coloro che ne escono. Centinaia di arabi che assaltano e cercando di bruciare l’avamposto Eish Kodesh vicino a Shilo nel territorio di Binjamin, vicino a Gerusalemme. Agguati con sassi alle macchine che entrano al villaggio ebraico di Yitzhar, operati dagli abitanti del vicino villaggio arabo di Huwara, che hanno portato a un confronto fisico generale fra le due popolazioni, sedato a stento dall’esercito. Sono solo alcuni degli episodi più recenti dell’ondata di violenza di cui è protagonista la popolazione araba dei sobborghi di Gerusalemme e della Samaria, la regione a nord della capitale. Continua a leggere su Shalom