Riceviamo da Avner Boskey, che vive a Beersheva, l’analisi della situazione mediorientale (PRIMA PARTE)
Il medioriente è in fiamme e sugli schermi televisivi di tutto il mondo vediamo scene che ricordano un secondo Vietnam. Le forze della Jihad, contro le quali Israele sta combattendo da decenni, assommigliano a innumerevoli zombie che pattugliano i confini di Siria, Iraq e Giordania (confini stabiliti dalla Gran Bretagna e Francia alla fine della prima guerra mondiale). I guerriglieri sunniti della Jihad, i mujahidin dello stato islamico in Iraq e Siria (ISIS), rappresentanoun gruppo spirituale collegato con al-Qa’eda (in arabo al Dawlah al-Islàmìyah jial-Iraq wa-al-Shàm o Dàish), hanno già rimosso i posti di blocco tra Siria e Iraq e sono comunque nei punti di accesso della Giordania. Il loro attuale leader è Abu Bakr al-Baghdadi e il loro ovvio obbiettivo è di stabilire un Califfato di Jihadi in tutto il medioriente, sotto il vessillo nero jihaidita di Mohamed, per la conquista del mondo. Gli shiiti mujahiditi, guidati dai loro maestri burattinai, stanno affluendo in Iraq sia dall’Iran (le guardie rivoluzionarie iraniane) che dal Libano (Hezbollah). Il leader religioso shiita Sayyid Muqtada al-Sadrin in Iraq stà nuovamente riorganizzando l’esercito Mahdi (Jaish al-Mahdi o Jam), con un chiaro riferimento al Mahdi, termine apocalittico dell’escatologia islamica che lo identifica in un messia conquistatore shiita. Questo esercito in origine sarebbe stato la punta della lancia shiita per avere una maggiore contrapposizione verso le forse US in Iraq, facendo uso di sistemi esplosivi improvvisati (IED), recuperati in gran parte da sofisticate tecnologie dell’esercito della guardia repubblicana irlandese e di produzione irachena. Nel medioriente è un tempo per la guerra (Ecclesiaste 3:1-8). Questa guerra schiera arabo contro arabo, musulmano contro musulmano e Jihad contro Jihad. La violenza omicida è traboccata anche in Africa, dove gruppi di Al-Qàidah nel Maghreb islamico (conosciuti come AQIM o Tanzim, al-Qàida fi bilad al-Maghrib al-islam) i Boko Haram al Shabàab (altrimenti conosciuti come HSM o Harakat ash-Shabaab al Mujàhidin) ed altri sono tutti coinvolti con obbiettivo omicida, rapimenti di massa, attentati dinamitardi contro chiese e rappresaglie nei confronti di civili. La teologia della Jihad che alimenta questi attacchi è chiaramente affermata nelle fonti dei documenti dell’Islam, nel Corano e nell’Hadith (tradizioni autorevoli religiose islamiche). Questi stessi scritti incitano a una Jihad contro il popolo ebraico e perpetua la divisione tra il fedele musulmano e l’infedele giudeo. Anche se questi fatti sono giudicati politicamente scorretti sono comunque evitati assiduamente dai politici occidentali, sono invece abbondantemente chiari ai mediorientali, propinandoli quotidianamente ai terroristi della Jihad. Un fatto recente è avvenuto il 23 maggio 2014 quando il gruppo estremista Hizb al Tahrir ha manifestato sulla Spianata del Monte a Gerusalemme in prossimità della Cupola della Roccia, incitando alla Jihad contro lo Stato di Israele.
Traduzione di Daniele Flamia.