Cartoline da Eurabia
di Ugo Volli
Cari amici, sarà capitato anche a voi di essere interpellato da qualcuno sui bambini di Gaza, sulle colpe di Israele in questa guerra. Dato che la morale è una cosa seria in particolare nella tradizione ebraica, e anche per il fatto che l’opinione pubblica internazionale è un agente importante in questa guerra, bisogna certamente rispondere. Le risposte non mancano. In primo luogo, non è fattualmente vero che Israele prenda come obiettivo, o di fatto colpisca le famiglie e dunque le donne e i bambini nelle sue azioni. Tutto il contrario. Dovete sapere che la televisione di quel Qatar che è stretto alleato di Hamas, che ospita il suo capo e che per inciso Obama ha appena premiato con una fornitura d’armi da 11 miliardi di dollari, cioè Al Jazeera, pubblica ogni giorno l’elenco dei morti a Gaza, con dati sufficienti a capire di chi si tratta. Questi dati sono stati analizzati e il risultato potete vederlo in questo articolo qui: . I maschi sono l’80% delle vittime, le donne il 20%. Le persone di età fra i 18 e i 38 anni, quella tipica dei militari sono il 65 %, quelli da 0 a 10 anni sono meno del 5%. Insomma i dati di provenienza araba mostrano che Israele ha colpito in grande maggioranza giovani uomini, in altre parole miliziani dei movimenti terroristi. Ci sono state purtroppo delle altre vittime, ma come vi ho mostrato altre volte Israele ha fatto tutto il possibile per diminuire queste vittime, avvertendo prima degli attacchi aerei con telefonate e anche con la procedura di “bussare al soffitto”, cioè spedire una specie di grosso petardo sulle case da abbattere cinque minuti prima di colpirle. Per le zone più ampie come quel quartiere di Gaza dove si è svolta una durissima battaglia domenica in cui sono morti anche 18 soldati Israeliani, Israele ha diffuso volantini e appelli radio e telefonici un giorno prima di attaccare. Vale la pena di ricordare che Hamas, oltre a non aver costruito rifugi per la popolazione, ma solo per i propri dirigenti e per le armi, cerca in tutti i modi di impedire alla gente comune di raccogliere gli avvertimenti israeliani e di fuggire: è arrivato a minacciare di uccidere lui i gazani che scappano dalle zone minacciate. La sua strategia prevede infatti che le persone comuni debbano fare da scudi umani per le sue armi e i suoi terroristi. Lo fa sia sparando missili da case, scuole, asili, ospedali, sia sistemando depositi e centri comandi sotto gli stessi edifici, sia infine cercando di trattenere il più possibile la gente dove ci sono gli obiettivi militari. E’ nel suo interesse che donne e bambini muoiano, per farne oggetto di propaganda. Da questo punto di vista non è Israele a essere responsabile delle morti di persone che non c’entrano, ma Hamas, che commette continuamente crimini di guerra in questo senso. Per dirla in breve, mentre Israele usa i razzi (Iron Dome) per proteggere le persone, Hamas usa le persone per difendere i razzi. Ma non poteva Israele lasciar stare, evitare di colpire gli obiettivi di Gaza che ha attaccato, non intervenire via terra, magari non reagire affatto? Purtroppo no. Figuratevi che voglia hanno gli israeliani di perdere i loro figli e fratelli per dare l’assalto a una striscia di terra cui Israele aveva rinunciato dieci anni fa e che non intende affatto tenere, se proprio non vi è costretto. A Gaza non vi è nulla che possa fare gola a Israele, non vi sono più risorse agricole, dopo che Hamas ha distrutto le serre che Israele aveva lasciato intatte al momento della sua uscita da Gaza, non materie prime, neppure una posizione particolarmente strategica. Israele sarebbe felicissima di dimenticarsi di Gaza, come ha potuto dimenticarsi del Sinai dopo averlo restituito all’Egitto in cambio del trattato di pace trent’anni fa (fino almeno che di recente non vi si sono istallati pericolosi gruppi terroristi). E’ Hamas che non glielo consente. Negli ultimi quindici giorni da Gaza sono stati tirati su Israele circa duemila missili, di cui quattrocento circa intercettati da Iron Dome, cioè destinati a cadere in zone fittamente popolate. Può uno stato esporre la sua popolazione a un bombardamento del genere senza reagire? Può lasciare che due terzi del paese siano in sostanza paralizzati dai razzi? Può lasciare che il suo unico aeroporto internazionale e la sua centrale nucleare, oltre a tutte le sue città principali siano bombardate giorno e notte? Immaginate se questo riguardasse Milano, Roma, Napoli, gli aeoroporti di Fiumicino e Malpensa, le nostre industrie chimiche… che farebbe l’Italia? Ci sono ancora probabilmente 5000 razzi negli arsenali di Hamas, e gli sforzi per rifornirli continuano, Israele in questi giorni ha di nuovo intercettato un trasporto che passava per il Sudan e uno addirittura sul Mar Morto. L’origine è l’Iran, con cui la comunità internazionale sembra voler intrattenere di nuovo buoni rapporti… ma questo è un altro discorso. Restiamo ai razzi. E’ possibile far finta di niente? Aggiungeteci che in questo periodo sono stati effettuati una mezza dozzina di attacchi di terra da parte di Hamas, usando tunnel che portano in territorio israeliano: l’obiettivo era di devastare, uccidere e rapire (si sono trovati addosso agli attaccanti manette e sonniferi). I tunnel sono lunghi alcuni chilometri, profondi 20 metri, costano almeno un milione di euro l’uno, sono stati costruiti nell’arco di due o tre anni, erano dunque già pronti da tempo. Ne sono stati trovati finora una quarantina. Hamas non ha certo scrupoli a rapire e uccidere anche in tempo di pace, come si è visto nel caso di Shalit e dei tre studenti sequestrati un mese fa. Può uno stato subire senza reagire una minaccia continua di questo tipo? E perché Hamas fa così? Basta guardare il suo statuto, leggere le sue dichiarazioni, sentire i discorsi dei suoi leader. Perché la sua raison d’etre è la distruzione di Israele, la cacciata (o peggio) di tutti gli ebrei dal territorio islamico. Per farlo deve terrorizzare, uccidere, distruggere, sparare, condurre quella che Mao chiamava “guerra di lunga durata”. La strategia è questa, esplicita, dichiarata, chiarissima. Israele non ha la minima intenzione di distruggere gli arabi, non potrebbe sognarsi neanche nei deliri più folli di eliminare 300 milioni di persone che ha tutt’intorno, del resto conta fra i suoi cittadini il 20% di arabi che hanno i diritti di tutti gli altri, partiti, deputati, giornali, sindaci, moshee. Sono Hamas e Fatah e i leader arabi che dichiarano da cent’anni di voler eliminare col sangue l’affronto della presenza ebraica nella regione. Questa è la ragione della guerra, e anche dei bambini morti. Ho risposto a molte domande, permette di farvi una domanda io: perché gli europei si commuovono solo per i morti di Gaza? Ieri in Siria sono state uccise 700 persone. Negli ultimi tre anni oltre 150 mila. I cristiani di Mosul sono stati appena cacciati sanguinosamente da una città dove vivevano dai tempi dei padri della chiesa, le loro case invase, la chiesa e l’episcopato distrutti. Sono le ultime presenze cristiane in una zona che fu la culla del cristianesimo: una strage fisica, oltre che culturale. Avete visto molte manifestazioni per la Siria? Molte proteste per la distruzione sistematica di tutto ciò che non è islamico in Medio Oriente (il che è esattamente lo stesso obiettivo di Hamas in Israele)? Non ne avete viste? E allora perché? Perché i bravi pacifisti cattolici si indignano per i bambini di Gaza e non gli importa niente dei bambini di Mosul e di Aleppo e di Damasco? Perché? Non sarà che questa indignazione che sentono gli piace perché si rivolge contro gli ebrei? Non sarà che nel loro animo riemerge il vecchio istinto della caccia ai giudei, quello di Hitler, ma anche quello delle calunnie del sangue, dei pogrom, dell’Inquisizione? Quando a Berlino si sente gridare nei cortei “ebrei ebrei schifosi maiali, venite fuori”, non vi viene neanche un piccolo sospetto? Quando dite che Israele ammazza i bambini, non vi ricordate della distruzione della comunità ebraica di Trento, cinque secoli fa, con la falsa accusa di aver ucciso un tal bambino Simone e di mille casi analoghi? Pensateci, virtuosi amici, e provate a spiegare voi a me.
Art. tratto da informazionecorretta