Cronaca di Alberto Flores d’Arcais
Gerusalemme. Un accordo da 15 miliardi di dollari e della durata di 15 anni per la fornitura di gas (e con la mediazione degli Stati Uniti). Il memorandum d’intesa siglato ieri tra Israele e Giordania (entro l’anno saranno firmati i dettagli relativi a prezzo e autorizzazioni necessarie) rende lo Stato ebraico il principale fornitore energetico del vicino regno hashemita. «E’ un atto storico che rafforzerà i legami economici e diplomatici tra i nostri paesi», il commento a caldo del ministro per l’Energia di Gerusalemme Silvan Shalom. E’ soprattutto una buona notizia, dicono i media israeliani, che arriva dopo una guerra d’estate che è durata cinquanta giorni ed è costata 2, 5 miliardi di dollari. Il gas naturale arriverà dal giacimento israeliano Leviathan (la cui produzione partirà nel 2017), che si trova nel Mediterraneo, circa 130 chilometri a ovest di Haifa, in acque profonde 1500 metri. Già nello scorso febbraio i due paesi avevano firmato un accordo per la fornitura alla Giordania (per l’equivalente di 500 milioni di dollari) di gas naturale proveniente dal giacimento marino israeliano di Tamar, cinquanta chilometri a nord-est dal Leviathan, la cui produzione è invece già iniziata lo scorso anno. L’accordo dovrebbe comportare la fornitura da parte di Israele di 1,6 trilioni di piedi cubi (45 miliardi di metri cubi) di gas alla compagnia elettrica nazionale giordana. «Abbiamo sviluppato oltre il 60 per cento della capacità iniziale di Leviathan e ci siamo assicurati l’80 per cento dei volumi di vendita che ci eravamo prefissati come obiettivo», ha detto Keith Elliot, senior vice president per il Mediterraneo Orientale di Noble, che insieme all’israeliana Avner opera nel giacimento. Per Leviathan quello con la Giordania è il secondo grande contratto internazionale. Nello scorso giugno un altro accordo preliminare era stato infatti siglato dagli israeliani con la BG (compagnia britannica) per la fornitura di gas ad un impianto in Egitto. L’accordo—anche questo verrà ratificato entro la fine dell’anno—durerà quindici anni come quello con la Giordania e avrà un valore stimatodi 60 miliardi (questa la cifra pattuita tra Egitto e Israele a metà agosto) per trasportare fino a 176 miliardi di metri cubi di gas dai giacimenti offshore di Tamar e Leviathan agli impianti per la liquefazione del gas situati fra il porto egiziano Damietta e la città costiera di Idku.
(art. tratto da informazionecorretta)