di Gabriella Morabito Frye
Domenica, 14 Settembre 2014 – Giornata della Cultura Ebraica Napoli Presso la Sinagoga di Napoli, sede della Comunità Ebraica della città, si è svolta, in occasione della Giornata della Cultura Ebraica Napoli, l’evento annuale, svolto in tutte le comunità ebraiche di 30 paesi europei, dal titolo Donna Sapiens: la figura femminile nell’ebraismo. Questa iniziativa, nata in Alsazia nel 1996 si è poi estesa agli altri paesi europei, con lo scopo di far scoprire al pubblico una cultura così ricca come quella ebraica, spesso ai più sconosciuta o che in alcuni paesi ha rischiato di scomparire. Si tratta di una intera giornata durante la quale il pubblico è invitato a scoprire il patrimonio artistico e culturale dell’ebraismo, i suoi riti, le sue tradizioni, la sua storia. Di anno in anno, in Italia viene designata una città capofila, per il 2014 la scelta è ricaduta su Ferrara. A Napoli, con orari di apertura 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00, si sono svolte visite guidate alla Sinagoga nell’arco di tutta la giornata e una conferenza nel pomeriggio dal titolo “Donna ed ebraismo” interventi del Rabbino Walter Di Castro Maskil della Comunità ebraica di Napoli e Milena Pavoncello, Coordinatrice delle attività didattico educative della scuola primaria ebraica Vittorio Polacco di Roma. Per tutta la giornata sono state visitabili le mostre “Riti e costumi dell’ebraismo. Oggetti e documenti della tradizione ebraica” e ” Con gli occhi degli altri” a cura dell’associazione Judaica Mediterranea. “Donna ed ebraismo in letteratura” oltre alla vendita di libri a cura della libreria Dante & Descartes. L’ ingresso gratuito all’evento ha riscosso grande successo e riscontro di pubblico durante tutta la giornata di domenica in cui gruppi in visita si sono alternati con cadenza di trenta minuti guidati dai membri della comunità ebraica ai quali abbiamo rivolto domande inerenti la comunità e la sua storia inedita rispetto alle altre comunità d’Italia essendo stata composta da ebrei di varia provenienze a differenza delle altre città dove per centinaia di anni ci sono stati identificativi gruppi di ebrei provenienti dalla città stessa o da un’unica regione. Inoltre la comunità iniziata nel I secolo D.C. per circa trecento anni ha subito un improvviso svuotamento della stessa a seguito della deportazione degli ebrei dal Regno delle due Sicilie nel 1547 del decreto definitivo di espulsione. Gli ebrei sono tornati in città per pochi anni dal 1740 al 1747, richiamati dai Borbone, ed infine e definitivamente, dal 1831 in poi.. La Sinagoga conserva al suo interno preziosi manufatti e ornamenti risalenti a varie epoche storiche in cui gli ebrei hanno subito grandi spostamenti dalla città, ma nonostante tutto hanno lasciato scritti relativi a cerimonie di matrimonio, la torah, unico elemento sacro per gli ebrei oltre a preziosi. L’arredo originale di metà settecento è conservato in ottimo stato dalla Comunità che chiede supporto in quanto non in buone condizioni economiche. La rinascita della Comunità di Napoli è legata alla famiglia di banchieri tedeschi Rothschild, che concessero un ingente prestito ai Borbone , per permettere il rientro di Ferdinando sul trono di Napoli. Nel 1831 Carl Rothschild si trasferì in città ed aprì la prima filiale della fiorente banca Rothschild in Italia; egli risiedeva nell’attuale Villa Pignatelli. Per vari anni una sala della villa ospitò un oratorio dove gli ebrei residenti e di passaggio avevano la possibilità di partecipare alle funzioni religiose. Dopo l’Unità d’Italia, essendosi molte famiglie ebree trasferite a Napoli, venne fondata la Comunità israelitica e presi in affitto i locali di Via Cappella Vecchia, per le funzioni religiose, era il 1863. La prima funzione che si tenne negli attuali locali fu quella del Rosh haShana del 5624. Il barone Adolf Carl Rothschild fu tra i più generosi sottoscrittori per i primi cinque anni di affitto dei locali e per il restauro dell’immobile. La Famiglia Rothschild ha partecipato attivamente alla vita della Comunità fino al 1900, anno della morte di Adolf Carl che fece generosi lasciti alla Comunità e ad altre istituzioni filantropiche napoletane. Nel 1910 Dario Ascarelli, allora presidente, lasciò una cospicua somma di denaro da utilizzare per l’acquisto dei locali attuali. Questi furono acquistati nel 1927 con l’aiuto di altri iscritti. All’epoca vi erano a Napoli circa mille ebrei. Iniziarono poi lentamente a diminuire; durante la seconda guerra mondiale furono deportati 14 ebrei napoletani, fuggiti o sfollati per ragioni belliche nel centro e nel nord Italia. A questi vanno aggiunti gli ebrei napoletani di origine greca che, espulsi dall’ Italia per effetto delle leggi razziali, furono costretti a tornare in Grecia e in seguito deportati da Atene e da Salonicco. Alla fine del conflitto rimanevano in città solo 534 persone, ridotte oggi a circa 160, a queste vanno aggiunte i nuovi iscritti della sezione di Trani che dal 2006 è entrata a far parte della Comunità di Napoli. Oggi la Sinagoga di Napoli è tornata a nuovo splendore con i restauri effettuati con il contributo del Ministero Dei Beni Culturali. Clint ed io abbiamo avuto modo di spendere del tempo insieme al Rabbino Walter Di Castro, prima della conferenza del pomeriggio, il rabbino si è mostrato disponibile al dialogo e alla programmazione di eventi futuri, al difuori dei canonici incontri annuali, perché’ ha detto “non ci si ricordi di Israele e degli Ebrei solo nel giorno della memoria oppure nelle festività già conosciute”. Abbiamo proposto a lui una serie di eventi capillari che possano mostrare Israele nella sua immagine più reale e non quella descritta dai media. Dopo il nostro viaggio in Israele sotto l’Iron Dome come parte della delegazione Edipi e in qualità di presidente e vice presidente dell’associazione Village of Hope & Justice Ministry, membro di Edipi e rappresentante di Edipi per la Campania, ci siamo resi portavoce della Chiesa di Cristo alla Comunità di Napoli da circa un anno, la nostra funzione infatti è quella di ponte tra chiesa e Israele attraverso progetti tangibili di informazione, formazione nelle scuole ed istituzioni pubbliche per il rinnovamento della mente dei gentili nei confronti di Israele, delineando quelli che sono il carattere di Cristo nella sua ebraicità e attraverso la predicazione della parola di Dio nella chiesa e fuori della chiesa, alla riscoperta della originale lingua aramaica della Bibbia che fornisce nuova e profonda conoscenza della scrittura per l’avanzamento del Regno di Dio negli ultimi tempi. Il rabbino Walter Di Castro, nella panoramica mostrata su Israele ai giorni nostri ha evinto la grande quantità di ebrei che stanno tornando in Israele anche dall’Italia. Si è espresso chiaramente favorevole anche ad uno spostamento della sua famiglia in Israele riconoscendo i tempi attuali come tempi messianici e riferendosi alla Salvezza degli Ebrei, ha poi citato il versetto di Luca al capitolo 13: 35 “Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.. La conferenza ha visto un interessante intervento della Prof. Milena Pavoncello Coordinatrice delle attività didattico educative della scuola primaria ebraica Vittorio Polacco di Roma, che ha evidenziato l’importante funzione della donna nella cultura e storia ebraica nell’ambito strettamente familiare e di gruppo. “Mentre la formazione sulla Torah spetta al marito”, infatti, la Pavoncello sottolineava come “alla moglie sono devoluti i compiti delle donne”, quali il prelevamento di una porzione di pane per lo shabbat, primizia per Dio, da portare al tempio in passato, porzione oggi bruciata in segno della decima al tempio che non c’è più. L’accensione delle candele nello shabbat tocca alle donne, cosi come la preghiera iniziale”. Simpaticamente ha sottolineato come l’uomo ebreo riconosca l’intelligenza della donna. Ella ha inoltre sfatato una serie di luoghi comuni sulla relazione tra donna e studio della torah, essendo lei stessa studiosa della torah e sottolineando la presenza nei secoli di grandi donne studiose della torah che sono state insigni rappresentanti della comunità ebraica in Italia. Oltre al campo della ricerca medica e letteraria, le donne ebree si sono sempre occupate della gestione della famiglia e della ripartizione delle regole della casa, ha sottolineato poi il fare ebreo come modus vivendi mentre evidenziava l’assenza del verbo avere in ebraico, l’avere infatti in ebraico è tradotto come esistere e fare. Questo spiega la totale differenza fra popolo ebraico ed altri popoli nella totale trascendenza a Dio nella ricerca della sua presenza. A richiesta del pubblico la prof. Pavoncello ha presentato il nuovo corso di studi in modalità online per chi vive fuori Roma, un Diploma Universitario Triennale in Cultura Ebraica che si svolge presso la Unione delle Comunità Ebraiche italiane di Roma di cui il link HYPERLINK “http://www.ucei.it/” http://www.ucei.it/. Info: Comunità ebraica di Napoli via Cappella Vecchia 31, 80121 Napoli 0817643480 – giornatadellaculturanapoli@gmail.com