ECI in missione di solidarietà in Israele
Knesset with Edelstein Gerusalemme
– Mentre i membri del parlamento europeo arrivavano a Bruxelles per un nuovo mandato di cinque anni, nella prima settimana di settembre, il comitato direttivo della Coalizione Europea per Israele è andato in Israele per mostrare la propria solidarietà al popolo ebraico. Il viaggio è coinciso con una tregua tra Israele ed il gruppo terroristico di Hamas, dopo un conflitto di 50 giorni durante il quale sono stati lanciati dalla striscia di Gaza verso Israele 4564 razzi ed altri ordigni. Nel 2005 il governo israeliano ha evacuato i propri cittadini dalla striscia, per assicurare la pace al confine sud occidentale. Al posto della pace ha ricevuto 11000 razzi e colpi di mortaio da Hamas e dagli altri gruppi della Jihad i quali hanno giurato di spazzare via la nazione ebraica. In un incontro con il portavoce della Knessset. *Yuli-Joel Edelstein*, questi ha ricordato alla delegazione di ECI le ramificazioni del conflitto tra i cittadini europei. “I cittadini europei dovrebbero considerare le implicazioni economiche per ogni razzo lanciato verso Israele. Quante case si sarebbero potute costruire con i soldi spesi per migliaia di missili? Quante scuole ed ospedali avrebbero potuto costruire le autorità di Gaza, con tutti i fondi ricevuti per il benessere della popolazione, invece di costruire i tunnel per le attività terroristiche? Si è stimato che ogni tunnel sia costato 3 milioni di euro, e l’esercito israeliano ne ha trovati e distrutti 30, costati 90 milioni di euro. L’Europa è il più grande finanziatore dei palestinesi e quindi ha una responsabilità speciale per assicurarsi che i finanziamenti vengano usati in modo corretto” Knesset group2 Il portavoce ha ringraziato ECI per il suo sostegno incrollabile verso lo stato ebraico, in tempi di crisi, e per le diverse attività nel mondo a favore del popolo ebreo. Ha menzionato in particolare l’iniziativa di ECI perché alle Nazioni Unite venisse riconosciuto lo Yom Kuppur come festività ufficiale. “La mancanza di rispetto per le festività ebraiche impedisce agli ebrei di partecipare pienamente all’attività politica, non solo all’ONU ma anche nelle istituzioni europee” ha affermato Edelstein. Il fulcro dell’incontro verteva comunque sulla preoccupazione per la crescita dell’antisemitismo in Europa. Edelstein ha elogiato l’iniziativa nel 2005 di ECI che ha portato all’introduzione della giornata della memoria al parlamento europeo di Bruxelles, ricordando agli europei le conseguenze letali per non essersi svegliati e per non aver intrapreso in tempo delle azioni contro l’odio per gli ebrei. Egli ha aggiunto che: “La battaglia negli anni 40 non cominciò quando gli ebrei furono caricati sui carri bestiame con destinazione i campi di concentramento, ma nei primi anni 30, allorché gli ebrei vennero demonizzati nei mezzi di comunicazione e vessati per le strade della Germania. Per ogni attacco ad un ebreo, le persone ceravano di trovare una scusa plausibile e rifiutavano di vederlo per quello che era: un terribile antisemitismo, puro e semplice. Oggi non possiamo fare lo stesso errore”. Harald Eckert e Tomas Sandell hanno parlato a nome della delegazione, presentando le numerose iniziative in cui è coinvolta ECI, per rafforzare il sostegno allo stato ebraico. Hanno menzionato in particolare il prossimo 70° anniversario della liberazione del campo di Auschwitz e della fine della seconda Guerra mondiale. Concludendo hanno affermato: “Questa finestra temporale sarà di enorme importanza per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’imparare dalla storia. Non si limita ai confini dell’Europa. La tragica esperienza del popolo tedesco, così come quella degli altri europei, deve essere raccontata anche negli altri continenti. La Convocazione Globale di Preghiera, in collegamento con i 100 giorni, tra il 27 gennaio (liberazione di Auschwitz) e l’8 maggio (giorno della vittoria) fornisce un’opportunità unica per re impegnarsi per la sicurezza del popolo ebraico in Israele ed in Europa”.
La visone di ECI condivisa all’annuale conferenza di Charmes CharmesCharmes – Ardèche – Francia.
Pochi luoghi in Europa sono sinonimi di giustizia, rettitudine e cura verso gli ebrei come questa regione della Francia. Questa zona di Ugonotti e Protestanti è sempre stata un luogo di rifugio e di conforto durante i peggiori momenti della loro storia; uno dei posti più famosi è il paese di Le Chambon sur Lignon. Questa piccola cittadina è una delle due comunità del mondo ad essere ufficialmente riconosciuta allo Yad Va Shem, nei Giusti tra le Nazioni, per il ruolo della popolazione nel proteggere migliaia di ebrei durante l’olocausto. In agosto, la direttrice della base parigina di ECI, *Perrine Dufoix*, ha partecipato alla conferenza annuale della rete Union de Prière de Charmes, svolta proprio in questa regione. Il paese di Charmes è uno di quei luoghi speciali in cui uomini e donne dalla Francia, Belgio e Svizzera sono stati saldi e fedeli nella preghiera per il popolo ebraico. Questo villaggio è stato particolarmente influenzato dall’autorità spirituale ed intellettuale del teologo Louis Dallière, fondatore di questo movimento nei primi anni 30 e le cui convinzioni hanno avuto un peso anche molto al di là di questa regione. Perrine Dufoix ha spiegato la missione di ECI, ossia cercare di contattare i leader politici europei per renderli consapevoli del crescente antisemitismo. “Quello che rende diverso il 2014 dal 1944 è che oggi esiste uno stato ebraico, Israele, che è stato fondato per procurare un posto sicuro in cui gli ebrei potessero vivere. Se in diverse nazioni, dei movimenti voltassero le spalle alla popolazione ebraica, ora, questa può tornare nella sua patria. Questo spiega anche come sia di vitale importanza l’esistenza dello stato ebraico” ha affermato la Perrine “ed il perché dobbiamo coinvolgere e sfidare i nostri leader politici riguardo alla loro posizione nei confronti di Israele. Attualmente gli ebrei stanno fuggendo in gran numero dalla Francia. Molti preferiscono partire e rifarsi una vita in Israele”. Al termine dell’incontro molte persone l’hanno ringraziata per aver reso chiaro che i cristiani hanno un ruolo nel proteggere il popolo ebraico. La missione id ECI è quella di assicurarsi che più europei prendano a cuore il popolo ebraico, così come fecero in quella regione 70 anni fa. Sharansky predice “L’inizio della fine della vita degli ebrei in Europa”, in concomitanza della nuova legislatura di cinque anni dell’Unione Europea SharanskyBruxelles – Il capo dell’Agenzia Ebraica Natan Sharansky ha lanciato l’allarme sull’ “inizio della fine della vita ebraica in Europa” se la tendenza attuale della crescita dell’odio e della demonizzazione non si arresta in tempo. La questione degli ebrei nell’ex Unione Sovietica cui veniva negato l’espatrio ha causato imbarazzo in Europa, dove ci vantiamo di aver tolleranza delle diversità. Sharansky ha evidenziato che l’Europa ha aperto le porte all’immigrazione di persone da cui non si è preteso l’accettazione dei principi di libertà e di tolleranza. Allo stesso tempo, molti europei hanno votato i partiti di estrema destra che sono ostili alle minoranze. Sharansky vede che esiste la scelta tra l’essere assimilati e il lasciare l’Europa. Il ministro israeliano perla diaspora, Naftali Bennet, avverte che “per ogni ebreo che fa la Aliyah a causa dell’antisemitismo, ve ne sono altri che semplicemente tagliano ogni legame col giudaismo e con lo stile di vita ebraico.” Non resta che vedere come la nuova leadership europea reagirà a queste affermazioni. Proprio la settimana scorsa è stata resa nota la composizione della nuova commissione europea e tutte le posizioni importanti sono state assegnate. Il primo ministro polacco, *Donald Tusk*, diventerà il presidente del consiglio europeo ed il ministro degli esteri italiano, Federica Mogherini, sostituirà Catherine Ashton come nuovo capo degli Affari Esteri dell’unione. Il presidente del parlamento Martin Schulz ed il commissario europeo *Jean-Claude Juncker* erano già stati riconfermati a giugno. Due di questi quattro leader sono conosciuti come amici di Israele. Nella sua prima uscita pubblica come nuovo presidente del parlamento europeo nel 2012, durante la commemorazione, appoggiata da ECI, della giornata della memoria Martin Schulz affermò che il suo primo e più importante compito sarebbe stato quello di schierarsi dalla parte degli ebrei e dello stato d’Israele. Il primo ministro polacco, Donald Tusk, è considerato un buon amico di Israele, mentre gli altri due leader europei hanno delle relazioni molto problematiche con lo stato ebraico.
ECI stabilisce le priorità per i prossimi anni Jubilee banner2Bruxelles
– I prossimi cinque anni saranno una sfida per ECI e gli altri amici di Israele. Eccovene alcune, per questo nuovo periodo. /Le fondamenta legali di Israele:/ a luglio la commissione europea ha messo al bando il pollame proveniente dai territori contesi, con l’intento di indebolire la pretesa ebraica sulla Giudea e Samaria. L’UE dice che il ministero israeliano responsabile non è in grado di garantire gli standard veterinari negli allevamenti di pollame dei territori. ECI ha continuamente contattato parlamenti e governi per presentare le fondamenta legali dello stato di Israele, che risalgono alla Risoluzione di San Remo del 1920. Il mandato per la Palestina conferisce al popolo ebraico il diritto di stabilirsi in Giudea e Samaria indipendentemente da futuri accordi di pace. /Battaglia legale/: dal 2010 ECI ha intrapreso attivamente una difesa di Israele, contro una campagna legale e contro le sanzioni, lavorando a stretto contatto con epseti di diritto internazionale, sotto la guida del nostro consulente legale *Andrew Tucker*. Questa sarà anche un nostra priorità fondamentale per i prossimi anni. ECI ribadisce che il conflitto tra ebrei e palestinesi può risolversi solo con negoziati e non attraverso il boicottaggio e la battaglia legale internazionale. EP meeting2/Antisemitismo/: la crescita dell’antisemitismo è stata la spinta per fondare ECI nel 2003. Le cose andavano male allora, oggi vanno ancora peggio, con la radicalizzazione delle politiche europee che hanno portato alla nascita di partiti neo fascisti in Europa e dell’islam radicale. Entrambi costituiscono una minaccia mortale per gli ebrei che vivono in Europa. Spesso uniscono le forze con la sinistra radicale. In più, continueremo a tener d’occhio i gruppi cristiani che si collegano con i nemici giurati di Israele, per delegittimare teologicamente e per demonizzare lo stato d’Israele. /Educazione all’odio/: i fondi europei per l’istruzione che aiutano l’insegnamento dell’odio verso gli ebrei rimangono il maggior ostacolo alla pace. Già nel 2005, ECI presentò un rapporto su come la UE avrebbe dovuto riformare l’erogazione dei finanziamenti all’Autorità Palestinese. Ciò portò per la prima volta ad un congelamento dei fondi. Ora abbiamo bisogno di fare un ulteriore sforzo per essere sicuri che l’UE promuova la pace in Medio Oriente e non l’odio. Questo comporta anche la fine dei finanziamenti alle organizzazioni non governative anti israeliane, sia in Europa sia in Israele. /Diplomazia culturale/: uno dei successi maggiori di ECI, negli anni recenti, è stata la campagna per una diplomazia non aggressiva all’ONU di New York. Due anni fa, il Segretario Generale delle Nazioni Unite rispose ad una campagna di ECI per la messa al bando del negazionismo dell’olocausto, avvertendo gli stati membri di non usare male il loro diritto di parola, rivolgendosi all’assemblea generale negando l’olocausto. Da quel momento non si è più negato l’olocausto nella sala dell’Assemblea Generale dell’ONU. In quest’ ultimo anno, ECI si è impegnata nella nuova campagna per un migliore inserimento di Israele alle Nazioni Unite, introducendo l’idea del riconoscimento della festa dello Yom Kippur. La richiesta formale è stata avanzata dal governo israeliano durante la nostra colazione di lavoro all’ONU, il 12 maggio. Molte nazioni vogliono avvicinarsi maggiormente ad Israele per acquisire conoscenze dallo stato ebraico, ma occorre una piattaforma per fare questo. ECI è felice di procurare questa piattaforma attraverso la sua nuova iniziativa: il forum per una Diplomazia Culturale.