Come già preannunciatoci da Bedros Nassanian durante il primo congresso regionale EDIPI-Lombardia a Milano il 13 settembre segnaliamo l’evento storico per onorare la festa dello Yom Kippur all’ONU;
di seguito il comunicato stampa dell’European Coalition for Israel.
ECI ha organizzato una colazione di lavoro ad alto livello nel quartier generale delle Nazioni Unite di New York, in preparazione dello Yom Kippur Kovanda NYCNew York, 3 ottobre 2014 – Martedì ECI ha organizzato un evento storico per onorare la festa ebraica dello Yom Kippur, nel quartier generale dell’ONU di New York. La colazione di lavoro ad alto livello “Lo spirito dello Yom Kippur, Perdono e Riconciliazione in tempi di conflitto” ha avuto luogo in concomitanza del dibattito all’Assemblea Generale dell’ONU. In una lettera indirizzata ad ECI, il segretario generale Ban Ki-moon ha definito l’evento come “un incontro importante nel quartier generale delle Nazioni Unite.” Nel suo importante discorso, l’ex vicedirettore generale per le relazioni esterne alla commissione europea, l’ambasciatore Karel Kovanda, ha parlato del perdono e della riconciliazione in tempi di conflitto. Ha affermato che: “La riconciliazione è un processo che parte dal basso. Comincia con la riflessione, il rimorso e le scuse, poi viene la redenzione e forse, anche, l’espiazione”. Kovanda ha distinto la riconciliazione tra i governi (nel caso della Francia e la Germania) da quella tra le popolazioni (come tra i tedeschi e gli ebrei ) e quelle a livello individuale (come quella avvenuta in Rwanda). Ha anche menzionato la Cina, in cui la memoria collettiva della rivoluzione culturale viene ancora soppressa. Ha concluso che “La storia ufficiale della Cina è ancora una pagina bianca inesplorata”. L’Ambasciatore Jeanne D’Arc Byaje ha dato un personale resoconto del processo di unificazione nazionale che ebbe luogo in Rwanda dopo il genocidio del 1994. Per affrontare il massacro di più di un milione di persone, le autorità hanno dovuto sospendere il processo giudiziario tradizionale ed applicare una forma di processo transitorio, il Gacaca, basato su tradizioni tribali. Questo sistema ha giudicato 400.000 persone accusate di aver partecipato al genocidio. Alcune sono state assolte, altre condannate ai lavori forzati, alcune a multe pecuniarie ed altre sono state imprigionate. Questo sistema è stato abolito l’anno scorso. Nel suo intervento, il direttore di ECI presso le Nazioni Unite, Gregory Lafitte, ha parlato dei valori universali dello Yom Kippur, cioè il bisogno di rivedere la propria vita per poter guardare in avanti. ha affermato che “Le feste ebraiche e le festività danno l’esempio di una riconciliazione e perdono dimostrati dallo Yom Kippur e della libertà dalla schiavitù’ dimostrata dalla Pasqua”. Ha proseguito ricordando all’uditorio del come le Nazioni Unite siano state formate secondo la mentalità ebraica, come per esempio la Regola d’Oro (/fà agli altri quello che vorresti gli altri facessero a te/) o la visone di pace di Isaia 2, scritta sul Muro di Isaia, proprio di fronte al quartier generale dell’ONU. “Questa visione di Isaia indica un futuro in cui le spade verranno trasformate in aratri e non ci sarà più la guerra. La visione ha ispirato i riformatori sociali attraverso tutta la storia, inclusa la creazione dell’ONU. Ascoltandosi a vicenda e riconoscendo il valore della Regola D’Oro rafforziamo lo scopo principale ed i principi delle Nazioni Unite” ha concluso Lafitte. La colazione di lavoro ha ricevuto il saluto ufficiale del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha definito universali i valori dello Yom Kippur. Nella sua lettera, ha ringraziato ECI per lo sforzo per far sì che lo Yom Kippur diventi una festività ufficiale dell’ONU. Al pranzo il governo israeliano era rappresentato del Rappresentante Permanente all’ONU Ron Prosor, che ha parlato dei molteplici contributi che lo stato ebraico ha dato alla comunità internazionale, dalla purificazione dell’acqua alle tecnologie agricole. Malcolm Hoenlein, da parte della Conferenza dei Presidenti delle più grandi organizzazioni ebraiche americane ha parlato del significato religioso dello Yom Kippur per la comunità ebraica. Il fondatore e direttore di ECI Tomas Sandell ha citato Madeleine Albright dicendo che il “Mondo è un pasticcio!” Ha affermato: “Per raggiungere la pace dobbiamo adottare una cultura di perdono e riconciliazione. Rendendo lo Yom Kippur una festa dell’ONU, possiamo correggere una storica ingiustizia, concedendo al popolo ebraico un giorno di riposo simile alle altre religioni monoteistiche. Ma il significato dello Yom Kippur è universale: un giorno per riflettere sul perdono e la riconciliazione, che sono anche i valori fondamentali della carta delle Nazioni Unite.” Questo è stato il secondo evento organizzato nel quartier generale dell’ONU dal Forum per la Diplomazia Culturale, l’iniziativa di ECI per il proprio lavoro in rapporto con l’ONU. La visone del Forum è quella di offrire un terreno sul quale si possano riconoscere i molti contributi del popolo ebraico alla comunità internazionale, e per costruire sulla base di questi principi.