*/Il Giornale/, 29 gennaio 2015*

 

/Gerusalemme/. Due soldati morti, il capitano Yohai Klamgel di 25 anni,

e il sergente Dor Nini di 20 anni, e sette feriti per un attacco

missilistico degli Hezbollah, un soldato dell’UNIFIL ucciso dopo lo

scontro di artiglieria seguito all’attacco degli hezbollah. L’assedio

stringe Israele dal nord: probabilmente i due soldati uccisi erano a

Gaza a combattere qualche me se fa. Il pesante bilancio della giornata

di ieri giunge dopo 8 anni di quiete dalla seconda guerra del Libano. I

colpi delle batterie si sono susseguite tutto il giorno. I missili degli 

hezbollah sono quelli iraniani, probabilmente anche l’attacco è un 

ordine degli ayatollah.

 

La gente del nord, a Metulla, a Kiriat Shmona, nei kibbutz in montagna,

è chiusa a casa, ha pulito e rifornito i rifugi, i bambini sono stati

ritirati da scuola a metà giornata, gli ospedali verificano le

attrezzature, la radio rassicura: siamo pronti, non abbiate paura. Le

ultime notizie non ufficiali dicono che i messaggi che le parti si

mandano in queste ore tramite l’UNIFIL tendono a calmare le acque: la

guerra non conviene a nessuno, Israele si rende conto 

dell’infiammabilità dell’eccitamento terrorista globale, e sa che ne

possono nascere gravi pericoli; né gli hezbollah né gli iraniani,

impegnati in questi mesi nella guerra a fianco di Assad, vogliono

impegnarsi in due guerre contem poraneamente.

 

La loro guerra principale è quella sciita, come sono sia Iran che

hezbollah, contro gli uomini dell’opposizione a Assad: Jabat al Nusra,

Isis. Inoltre l’Iran, che trascinò a forza gli hezbollah a fianco di

Assad, adesso è impegnato nella trattativa sul nucleare, e deve

indossare una maschera. Gli hezbollah rivendicano l’azione di ieri come

una semplice, conclusa vendetta per l’operazione di Kuneitra, quando

Israele ha eliminato un convoglio di hezbollah e di iraniani in

ricognizione lungo il confine siriano: nel gruppo si trovavano anche

Jihad Mughniyeh, figlio dell’altro “shahid” il generale Imad Mughniyeh,

e un generale iraniano Mohammad Allahdadi. Fu una scelta strategica, e

gli hezbollah e l’Iran hanno giurato vendetta. Esaminando l’attacco di

ieri, si può notare che gli hezbollah hanno compiuto un obiettivo

militare: l’attacco ha avuto luogo sotto Ar Dov, un monticello sotto cui 

corre una strada militare verso la cittadina di Kfar Raja. Alle 12

cinque o sei missili Nun Tet, di genere Kornet, uno dei più micidiali,

hanno colpito due jeep e le hanno letteralmente incenerite mentre

viaggiavano nella zona delle cosiddette Shebaa Farms che gli hezbollah

che considerano la zona tuttora “disputata”.

 

Adesso per Netanyahu si pone la difficile questione della risposta: può

considerare che gli hezbollah cerchino semplicemente un consenso

antisraeliano perduto con la guerra in Siria e per questo abbiano

compiuto la loro vendetta e evitare la guerra, ma non è facile di fronte 

alle famiglie dei soldati uccisi. Inoltre l’Iran e gli hezbollah, cui 

Assad aveva passato il Golan in funzione antisraeliana, potrebbero 

vagheggiare una strategia che attragga Israele nel profondo di una 

guerra. Il medio oriente è al solito, denso di sabbie mobili.

 

 

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