Mail di preghiera e informazione della amzi
associazione per la testimonianza messianica a Israele amzi, 15 giugno 2015
1. Una ragione per festeggiare
2. Visistatori affamati di sapere
3. Azione di riordino
4. Buon lavoro nonostante i denti rovinati
5. Link della settimana
1. Una ragione per festeggiare*
Johnny und Marlene Shahwan, Centro d’incontro arabo-cristiano Beit Al Liqa’, Beit Jala
Un anno fa vi abbiamo raccontato di un terreno privato alla periferia della nostra città, attraverso il quale era pianificata la costruzione di un muro di protezione israeliano. All’epoca ci fu un procedimento legale cui parteciparono anche Johnny e altri proprietari coinvolti. Il risultato del dibattimento fu che la costruzione del muro fu temporaneamente fermata. Ora, il 2 aprile, è iniziato un nuovo procedimento in cui è stato deciso che il muro sarà costruito definitivamente a circa un chilometro di distanza, in direzione di Gerusalemme. Questo è molto importante sia per noi privatamente sia per la nostra città. Molti terreni e anche un monastero con una cantina vinicola rimangono così accessibili alla cittadinanza. Inoltre è la prima volta che la Corte Suprema emette un verdetto contrario all’Autorità per la sicurezza israeliana e a favore della popolazione palestinese. La nostra città festeggerà l’avvenimento con una festa popolare fra pochi giorni. Questa sentenza ci incoraggia a continuare a pregare che il muro un giorno sparisca del tutto e che i cittadini dei due popoli imparino di nuovo a convivere pacificamente.
2. Visistatori affamati di sapere
Comunità messianica Chasdei Jeshua, Arad
Dato che la nostra comunità si riunisce in un luogo pubblico, succede spesso che si avvicinino delle persone per vedere che cosa facciamo, soprattutto quando ci sentono cantare. Questa volta, però, i visitatori non sono arrivati per caso ma intenzionalmente. Una coppia israeliana, venuta dal nord del Paese, stava viaggiando nel sud e il giorno prima aveva visitato il sito archeologico in cui ci riuniamo abitualmente. Qualcuno ha raccontato ai due che ogni Sabato ci si riuniscono dei “missionari” per cui sono tornati. Una delle signore della nostra comunità li ha notati e si è seduta accanto a loro. Sono rimasti fino al tempo di lode e di preghiera e sono poi usciti in silenzio, seguiti dalla signora. Lei ha spiegato loro che non siamo “missionari” ma soltanto ebrei e gentili che hanno un rapporto personale con Dio. Il marito ha tirato fuori il suo cellulare su cui aveva scaricato un Nuovo Testamento che stava leggendo. I due avevano molte domande e hanno chiesto se anche nella loro città ci fosse una comunità messianica. In effetti ce n’è una e loro si sono annotati l’indirizzo. Pregate per la coppia.
3. Azione di riordino
Sandy Shoshani, Be’ad Chaim, Aiuto per la mamma e il bambino
Veronica ha quarantaquattro anni e soffre di sclerosi multipla allo stadio iniziale. Suo figlio di dieci anni è affidato a una famiglia perché le autorità hanno deciso che lei non è in grado di curarsi di lui a causa della sua povertà. Veronica lo visita ogni settimana e soffre molto della sua mancanza. Quando è rimasta incinta un’altra volta, ci ha chiesto di aiutarla. Il 13 aprile è nata sua figlia Vesalisa ma il padre della bambina da allora non si è più fatto vedere. Quando Veronica era ancora in ospedale, dopo il parto, ha chiesto a Natalie, la sua consulente del Be’ad Chaim, di mettere in ordine la sua casa. La sua è una richiesta insolita perché normalmente consigliamo alle nostre consulenti di non intervenire troppo nella vita delle clienti. Questa volta Natalie ha fatto un’eccezione. Ha riordinato tutto, ha riempito numerosi sacchi di spazzatura e ha preparato la stanza per la bimba con dei mobili regalati dal Be’ad Chaim. Quando gli assistenti sociali sono venuti a controllare l’appartamento di Veronica, sono rimasti impressionati. La paura di Veronica che le autorità possano toglierle la bambina è sparita. I due hanno bisogno delle nostre preghiere perché Dio doni loro salute, forza e benedizione.
4. Buon lavoro nonostante i denti rovinati
Dov Bikas, Centro di riabilitazione
Sono ormai due anni che esiste il nostro centro di riabilitazione a Beersheva. In questo periodo vi hanno vissuto trenta persone. Al momento gli inquilini sono sette. Quattro uomini hanno trovato un lavoro fuori dal centro, tutti nella stessa ditta. All’inizio c’era solo uno dei nostri uomini ma dato che i superiori erano soddisfatti del suo lavoro, hanno assunto anche il suo amico e, più tardi, altri due uomini che hanno assolto il nostro programma. È davvero un miracolo che abbiano ricevuto quei posti di lavoro piuttosto ben pagati perché, purtroppo, il loro aspetto ancora non è dei migliori. Soprattutto la loro dentatura ha sofferto molto del loro stile di vita passato. Dio è buono!
5. Link della settimana
Immagini d’Israele (adatte anche per essere mostrate prima di una riunione di culto)