A cura della Redazione di IC

Le condanne Onu del 2014: è ossessione contro Israele

A parte una breve d’agenzia pubblicata dall’Osservatore Romano, oggi 05/07/2015, nessun quotidiano italiano ha ritenuto di pubblicare alcunché sulla scandalosa condanna emessa dal Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu a Ginevra l’altro giorno. Oltre alla condanna, per uso “sproporzionato della difesa” – ricordiamo che Israele ha iniziato a difendersi dopo che da Gaza erano caduti 6.500 missili sul territorio israeliano! – ha lasciato sbalorditi l’aver messo sullo stesso piano un paese democratico che si difende e un movimento terrorista come Hamas, che ha fatto della guerra a Israele la propria ragione d’esistere. L’Italia non era fra i paesi giudicanti del Consiglio Onu, per questo abbiamo evitato una brutta figura. La risoluzione è passata con 41 voti, 1 contro e 5 astenuti.

Alle belle chiacchiere contro il terrorismo, Francia, Inghilterra e Germania hanno votato sì, insieme a Lettonia, Estonia, Irlanda, Portogallo e Olanda. L’Europa occidentale dà Israele in pasto al terrorismo islamico, sperando di… essere divorata per ultima! L’unica vera novità è l’astensione per la prima volta di India, Etiopia, Kenya, Paraguay e Repubblica ex yugoslava di Macedonia, che non hanno sostenuto i palestinesi. Un risultato da ascriversi alla politica estera del governo israeliano verso paesi lontani, quali India, Etiopia e Kenya, con i quali esiste oggi una stretta collaborazione sul piano economico.

Contano poco le giustificazioni, ad esempio della Gran Bretagna, il cui ambasciatore all’Onu, Julian Braithwaite, ha dichiarato: “Israele ha il diritto di difendersi contro attacchi indiscriminati, ma le leggi umanitarie impongono alla autodifesa di essere proporzionata”. Non male come ipocrisia, chissà che cosa avrebbe detto l’ambasciatore inglese se sull’Inghilterra fossero caduti 6.500 missili! Invece si è limitato a “consigliare a entrambi i belligeranti di distinguere tra obiettivi civili e militari”.

Va bene essere ignoranti, ma non fino a questo punto! Qualcuno gli dica che delle 2.100 vittime a Gaza, 761 erano civili, usati in massima parte come scudi umani da Hamas, 936 erano milizie combattenti e 428 vittime non classificabili. Ma alla diplomazia, ubbidiente alla narrativa palestinista, i fatti non interessano. Israele deve rimanere sul banco degli imputati, e ricevere ogni tanto una condanna. Le persone per bene attendono l’arrivo di una nuova Pearl Harbour, forse l’unico evento che potrà risvegliare l’Occidente.

IC redazione