Nel recente viaggio in Israele, il ns. presidente con la moglie Andie ha fatto visita al Villaggio dei Giovani Sionisti Goldstein di Gerusalemme. Si tratta veramente di un’opera quanto mai meritoria finalizzata all’inserimento di giovani in età scolare (dagli 11 ai 18 anni) che intendono fare aliyà da famiglie forse troppo assimilate e riluttanti nel farla. Attualmente risiedono stabilmente 350 ragazzi e vivono come in un kibbutz; altri 250 usufruiscono della struttura per un servizio scolastico di altissima qualità e non vi risiedono. All’età di 18 anni decidono quindi se fare il militare acquisendo la cittadinanza israeliana o se ritornare alle famiglie di origine.

Benefattori e filantropi italiani hanno sostenuto fin dall’inizio questa particolare istituzione in particolare Giulio Caprioli e il dr. Franco Lenghi, entrambi di Brescia, segnalati con un cippo marmoreo commemorativo oltre a Fernanda Shapira e Guido Jarach della comunità ebraica di Milano a cui è dedicata l’ala musicale del villaggio. Inoltre il Centro Culturale è intitolatoato a Luigi Einaudi. I colloqui con il direttore Cohen hanno permesso di formalizzare l’interesse iniziale di scambi culturali in particolare musicali tra giovani italiani e israeliani. Il progetto è in fase di definizione. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare 4 ragazzi ebrei originari da paesi dell’ex Unione Sovietica (Georgia, Russia, Ukraina ed Uzbekistan) che ci hanno raccontato la loro giornata tra studio (sanno almeno 3 lingue) sport (nuoto, scherma, pallamano, basket ecc.) e attività culturali (musica, canto, danza, recitazione, pittura ecc.). Pensiamo che incentivare l’incontro tra giovani italiani delle ns. chiese e questi giovani, sia quanto mai utile per incentivare la reciproca crescita e l’amore per Israele.

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.hava.org.il

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