Il 2015 finisce con una domanda: cosa porterà il 2016?
Lo scorso anno non poteva finire in modo migliore con il riconoscimento ufficiale da parte delle Nazioni Unite della festività dello Yom Kippur (vedi il prossimo paragrafo). Il riconoscimento dell’ONU prova che i nostri sforzi non sono stati vani. Avendo portato avanti questa campagna per due anni e mezzo ora possiamo vedere dei risultati concreti che rafforzano il posto di Israele tra la famiglia delle nazioni. Questo è l’obiettivo principale del nostro Forum per la Diplomazia Culturale. Il mese passato ha anche mostrato come la nostra comunità di attivisti può avere un impatto quando lavora in unità. A dicembre, in meno di 48 ore, siamo riusciti a mobilitare i nostri attivisti per consegnare ai governi in circa 20 nazioni europee una lettera che sottolinea la stupidità delle direttive sull’etichettatura dei beni israeliani provenienti dai territori contesi. Questi non sono che due grandi avvenimenti che hanno avuto luogo nell’ultimo mese dello scorso anno. Che queste vittorie ci incoraggino, in questo 2016, a lavorare insieme ancora di più. Uniti, possiamo fare la differenza. Lo Yom Kippur è riconosciuto come festività ufficiale dei 70 anni ONU
New York – Un buon anno per ECI è terminato con una bella soddisfazione allorché, il 18 dicembre, l’ONU ha annoverato lo Yom Kippur come sua festività ufficiale. Tale decisione è giunta nell’ultimo giorno di una missione di ECI a New York, una settimana prima della pausa natalizia. La decisione ha segnato l’apice di due anni e mezzo di campagna intensa di ECI, partita nell’agosto del 2013 con la presentazione di tale iniziativa al governo israeliano. Qualche settimana dopo, il vice ministro degli esteri del tempo, Zeev Elkin, presentava una richiesta ufficiale al vice segretario dell’ONU, Jan Eliasson, in concomitanza con la “settimana di alto livello” della 68° sessione dell’assemblea generale, nella quale vengono discussi ed approvati i punti all’ordine del giorno. La campagna ha raggiunto il suo apice quando il rappresentante israeliano permanente alle Nazioni Unite, Ron Prosor, durante il lancio del Forum per la Diplomazia Cutlurale del 12 marzo 2014, presentava la lettera di richiesta ai 192 rappresentati permanenti delle Nazioni Unite. La lettera fu firmata da 32 rappresentanti ed, alla fine, un totale di 65 rappresentati permanenti diedero il proprio appoggio alla richiesta israeliana. L’ambasciatrice statunitense Samantha Power giocò un ruolo fondamentale per l’approvazione della richiesta, permettendo che la data della festività americana “Giorno del Presidente” venisse utilizzata da una delle altre sei festività religiose, tra le quali c’era lo Yom Kippur. L’ottenimento del riconoscimento ufficiale dello Yom Kippur ha favorito anche il riconoscimento delle festività delle altre principali religioni e, di conseguenza, la decisone è stata vista come un grande passo verso una maggiore uguaglianza nel sistema dell’ONU.
Come è potuto accadere?
La decisione di garantire lo status ufficiale di festività allo Yom Kippur è un grande successo per la discreta diplomazia della Missione Israeliana alle Nazioni Unite e per il Forum per la Diplomazia Culturale. Come questo è potuto accadere, in un sistema come quello dell’ONU, che ha sempre mostrato una certa ostilità verso Israele? Ecco alcuni fattori che hanno contribuito al successo dell’iniziativa. – Il Forum per la Diplomazia Culturale ha scelto sin dall’inizio di impegnarsi in modo costruttivo con le istituzioni delle Nazioni Unite, invece di combatterle. Troppe organizzazioni non governative cristiane ed israeliane si sono affannate nel criticare l’ONU invece di cercare di riformarlo. Impegnandosi direttamente con la leadership delle Nazioni Unite, il Forum ha aiutato a portare delle riforme. – Vincere non è schiacciare gli avversari – Tutti gli stati membri hanno i loro personali interessi acquisiti. È solo individuando gli interessi degli altri che si può portare avanti i propri. Questa è stata una parte della discreta diplomazia israeliana, nelle risoluzioni sulla tecnologia agricola e sulle iniziative per lo sviluppo, così come ha fatto anche il Forum per la Diplomazia Culturale. Il fatto che l’iniziativa per lo Yom Kippur abbia portato anche al riconoscimento di altre cinque festività religiose non diminuisce il sapore del successo, anzi lo aumenta. – “La Diplomazia Culturale” unisce le nazioni. Concentrandoci sulle questioni che uniscono ed avvicinano tra loro le nazioni, piuttosto che su quelle che dividono, possiamo allargare la base che sostiene Israele. Mentre i nemici dello stato ebraico cercano di farne una zona di conflitto, il Forum vuole espandere l’orizzonte di coloro che vogliono conoscere meglio Israele e la cultura ebraica, guardando al di là del conflitto stesso. Sostenendo i valori ebraici (giudeo-cristiani), ora divenuti valori universali, possiamo aiutare Israele ad acquisire nuovi amici. Sì, esiste sempre una netta ostilità contro Israele, all’ONU come nell’Unione Europea, e l’antisemitismo è in crescita costante, ma muovendoci con saggezza possiamo guadagnare terreno ed aiutare Israele in questa Guerra diplomatica. ECI partecipa ai ricevimenti per l’Hanukkah a Tirana e New York Albania Dec 2015 2ECI è stata invitata ai ricevimenti ufficiali per l’Hanukkah a Tirana, New York e Bruxelles, come espressione di apprezzamento per il lavoro che ECI compie per il riconoscimento, la promozione e la conoscenza delle festività ebraiche.
Tirana – Già l’anno scorso, il direttore alle Nazioni Unite Gregory Lafitte aveva rappresentato ECI ed il Forum per la Diplomazia Culturale al ricevimento di Tirana, in occasione della festa di Hanukkah, organizzato dal presidente albanese Bujar Nishani. Quest’anno si è aggiunta Judy Littler Manners ed insieme hanno potuto testimoniare come il ricevimento per l’Hanukkah sia diventato una tradizione ufficiale, in una nazione prevalentemente musulmana. Dopo il ricevimento hanno incontrato privatamente il presidente, che ha parlato della propria convinzione di onorare e celebrare l’Hanukkah come una festa ebraica che trasmette un messaggio universale.
New York – Tre giorni dopo Lafitte e Tomas Sandell hanno partecipato ad un altro ricevimento per l’Hanukkah a New York, organizzato dal Presidente del Congresso Ebraico Ronald Lauder e dal Rappresentante Permanente di Israele all’ ONU Danny Danon. Era presente il capo di stato israeliano Reuven Rivlin che ha tenuto un discorso, così come hanno fatto anche alcuni diplomatici tra cui il vice segretario generale dell’ONU Jan Eliasson. ECI incontra il nuovo rappresentante permanente israeliano all’ ONU Danon
New York – L’ultima visita all’ONU dell’anno scorso di Gregory Lafitte e *Tomas Sandell* ha incluso anche un incontro di presentazione con il nuovo rappresentante permanente israeliano Danny Danon che ha preso il posto di Ron Prosor, ad ottobre. Sebbene Danon sia una figura nuova per l’ONU, non è tale per ECI. Già nel 2009, quando era un nuovo deputato al parlamento a Gerusalemme, Danon e Tomas Sandell si incontrarono a Stoccolma per una cena e da allora hanno stretto un’amicizia che permane ancora oggi. Lo stesso Danon fu il rappresentante ufficiale del governo israeliano al 90° anniversario della Dichiarazione di San Remo, nell’aprile del 2010. Il nuovo ambasciatore non aveva bisogno di un’ulteriore presentazione del lavoro di ECI e del Forum, anzi era ansioso di continuare ad espandere la già esistente cooperazione tra il Forum e la missione israeliana permanente presso le Nazioni Unite. ECI desidera dare il benvenuto al nuovo ambasciatore e non vede l’ora di servire Israele insieme a lui ed al suo eccellente gruppo di collaboratori, tra cui il vicepresidente della rappresentanza permanente David Roet.
Il simposio annuale di ECI a Bruxelles si concentra sul contributo ebraico ai valori ed alla cultura europea
Bruxelles – A causa della nuova situazione riguardo alla sicurezza, la Conferenza Programmatica Annuale del 2015 è stata rimandata al 21 aprile 2016 (vedi l’annuncio sottostante). Per mantenere, comunque, l’attenzione, a Bruxelles ECI ha organizzato un simposio nel Parlamento Europeo, il 2 e 3 dicembre. Nonostante il blocco completo delle attività a Bruxelles solo una settimana prima dell’evento, il simposio ha potuto avere luogo, secondo il programma. Oratori dal parlamento europeo e dalla Commissione Europea, oltre a rappresentanti del governo tedesco, hanno spiegato come le comunità ebraiche abbiano contribuito, nel tempo, ai valori ed alla cultura europea. “Nella metà del XVI secolo, l’ottanta per cento della popolazione ebraica mondiale risiedeva in Polonia” ha commentato il vicepresidente del parlamento europeo, il polacco Ryszard Czarnecki. Questi ha proseguito descrivendo come la Polonia sia stata modellata dalla continua presenza delle comunità ebraiche presenti nel paese, cosa illustrata dal nome stesso “Polonia” che, secondo alcuni studiosi, significa in ebraico “dimora sicura”. L’ambasciatore Tedesco Felix Klein ha menzionato di come gli ebrei stiano ritornando ancora una volta in Germania, nonostante l’orrore dell’olocausto. Il ruolo significativo degli ebrei in Europa è dimostrato dal gran numero, in proporzione, di ebrei che hanno vinto il premio Nobel per il paese in cui abitano. Cosa sarebbe oggi l’Europa senza il loro contributo? L’ambasciatore ha dichiarato: “Quando si parla degli ebrei in Europa, è importante ricordare anche questo aspetto positivo della realtà ebraica”. Un terzo esempio della presenza ebraica in Europa è il caso della Spagna, che espulse nel 1492 l’intera popolazione ebrea. Il funzionario spagnolo, commissario europeo, Raoul Fuentes Milani ha riconosciuto che il suo paese perse molto della sua identità quando cacciò via gli ebrei. Ha citato ciò che disse il re di Spagna: “Ci siete mancati”. La Spagna oggi riconosce la cittadinanza a quelli ebrei che posso dimostrare di essere i discendenti della generazione espulsa allora. La nuova incaricata dell’UE per la lotta all’antisemitismo appare per la prima volta al simposio di ECI Bruxelles – Il 1° dicembre, è stata nominata ufficialmente come esponente dell’UE contro l’antisemitismo Katharina von Schnurbein. Soltanto due giorni dopo, giovedì 3 dicembre, ha fatto la sua prima comparsa in pubblico presentandosi al simposio di ECI, svoltosi nel Parlamento Europeo. In quella occasione ha spiegato il proprio ruolo, come prima incaricata di combattere l’antisemitismo e che non vedeva l’ora di lavorare insieme ad ECI. Oltre all’antisemitismo, Katharina von Schnurbein ha parlato del contributo positivo del popolo ebraico per la cultura ed i valori europei. “La perseveranza è uno di questi valori” ha affermato. “Attraverso la perseveranza, il popolo ebraico ha continuato a contribuire alla cultura europea nonostante abbia dovuto fronteggiare molte volte la discriminazione ed abbia vissuto attraverso circostanze difficili”. Tomas Sandell ha concluso il simposio spiegando il perché ECI si concentri sul ruolo positivo del popolo ebraico nei confronti delle cultura europea. “Non potremo mai combattere l’antisemitismo in Europa facendo solo appello alla tolleranza. L’antisemitismo è fondato sul profondo disprezzo della cultura ebraica. Rispettando in primis il popolo ebraico e la sua cultura potremo sperare di trovare l’antidoto per l’odio verso gli ebrei. Il popolo e la cultura ebraica non devono soltanto essere tollerati, ma celebrati.” Prossimi eventi – Annotatevi le date
21 aprile 2016 – Conferenza programmatica annuale nel parlamento europeo a Bruxelles
22-24 aprile 2016 – Incontro annuale di preghiera a Bruxelles
Quest’anno abbiamo deciso di abbinare la conferenza programmatica annuale con il vertice di preghiera, al parlamento europeo. Associando i due eventi rendiamo più facile il partecipare per un maggior numero di persone, che eviteranno di fare il viaggio a Bruxelles due volte. Segnatevi le date. A breve invieremo maggiori dettagli.