Pace a tutti e un caro salute dalla soleggiata e bellissima Ein Kerem.

Ringraziamo tutti i nostri amici per la continua preghiera in favore del nostro ministero. Le vostre preghiere sono una parte vitale per il lavoro di Dio in Israele, e siamo sicuri che tutto ciò che abbiamo condiviso con voi nel nostro ultimo bollettino, è il risultato della vostra intercessione.

Lo scorso mese come al solito, è stato molto attivo. Un giorno di Shabat alcuni amici ci hanno invitato a stare con loro in albergo a Nazareth. Mentre sedevamo in ristorante, ho notato una persona che indossava gli stessi abiti che anch’io indossavo. Mi sono avvicinata per parlare con lei e sorridendo le ho detto che non mi era mai capitato prima, visto che i miei gusti sono molto particolari. Penso che non sia una coincidenza e sicuramente Dio ha voluto faci incontrare. Lei si è mostrata molto incuriosita ed ha voluto saperne di più, così mi sono seduta con lei e i suoi amici a parlare per un po’. Non ho parlato subito della mia fede, ma li ho invitati a venire da noi ad Ein Kerem, al festival annuale che si svolge in questo periodo dell’anno. Lei ha risposto che voleva veramente partecipare, così ci siamo lasciate con un abbraccio augurandoci la buona notte. La mattina dopo abbiamo guardato fuori e stava piovendo così tanto, che nessuno ha potuto lasciare l’albergo. Così ho pensato: “questa è l’occasione buona per parlare del Signore”. La lobby dell’hotel era piena di gente così Gilad si è avvicinato per parlare con le persone che avevamo incontrato la sera prima. Gilad mi ha portato la Bibbia e poi ho iniziato a parlare di Yeshua. C’erano tante di quelle persone, che tutti si sono messi ad ascoltare ciò che stavamo dicendo, e mentre guardavo Gilad, ho visto che pregava in silenzio. Ho continuato a parlare della mia fede e qualcuno mi ha chiesto come mai i Rabbini non sanno nulla sulla mia fede e cosa direbbero se fossere presenti ad ascoltare. Proprio in quel momento un Rabbino passava nell’albergo, e lo ho invitato ad avvicinarsi. Gli ho chiesto di cio’ che sta scritto in Isaia 53 e lui mi ha risposto che parlava della sofferenza di Israele. Così io gli ho detto: “allora di cosa parla Isaia 9:6?” E lui ha replicato che non lo sapeva. Così ho letto: Per noi è nato un bambino, per noi un figlio è dato e il Governo sarà sulle sue spalle. Il suo Nome sarà Consigliere Meraviglioso, Dio Potente, Padre per sempre, Principe di pace. Chi è questo bambino con 5 Nomi e perché deve nascere come un figlio? Perché Lui è chiamato Dio? Nessuno darebbe per Nome a suo figlio, Dio. Inoltre, cosa vuole dire il Salmo 2, quando dice: Tu sei Mio Figlio, oggi io ti ho generato..e poi/amate il figlio affinche’ non incontriamo la Sua ira?

Così ho continuato a parlare su altri versi Biblici, ma il Rabbino si è adirato dicendo che non leggeva Tenach (Antico testamento) da quando aveva fatto il suo Bar-Mizva, all’età di 12 anni. Gli ho chiesto, ma lei cosa legge? E lui ha risposto che legge la Gemara, lo Zohar, e il Talmud, ma non la tenach- l’Antico Testamento. Io glio chiesto come fa a sapere allora da dove viene il Messia. Lui ha risposto che quando Lui verrà, noi lo sapremo. Ma Rabbi, ho continuato, “sapppiamo da Michea 5 che il Messia nasce a Betlemme. Non dice Daniele che Lui deve morire nel bel mezzo della sua vita, ma non da vecchio?- non come Lubavich, il messia che molti ebrei credono nato in Russia e non è mai stato in Israele e che è morto da vecchio. Il Rabbi allora si è arrabbiato, mi ha chiamato missionaria ed è andato via. Tutti nella sala hanno potuto ascoltare intensamente il nostro discorso e io mi sono voltata dicendo: “vedete? Questa è la differenza tra il Giudaismo Rabbinico e il giudaismo della Tenach- Biblico. La Tenach- Antico Testamento, parla del Messiah, dice dove e quando Lui è nato e quale sarà la Sua missione. Parla di quando Lui verrà e quando morirà (durante la Pasqua)”.

Allora hanno chiesto perché loro avevano bisogno del Messia. Ho potuto notare quanto era importante per loro capire. Il Signore ha continuato a mantenere la pioggia fuori, cos’ ho continuato a parlare con loro per più di 4 ore. Prima di andare via, li ho invitati nella nostra casa per lo Shabbat durante il festival in programma.

Ogni anno c’è un festival ad Ein Kerem dove celebriamo la fioritura del mandorlo. In Geremia 1,11-12 si parla della pianta del mandorlo” la parola del Signore fu rivolta a me,dicendo:Geremia, cosa vedi?” E io ho risposto: “vedo un ramo di mandorlo”. Allora il Signore mi disse: “hai visto bene, perchè Io sto attento alla Mia Parola, per attuarla.

La parola mandorlo in Ebraico è “shaked” e il verbo viene dalla parola “shoked”, che significa avere gli occhi sopra. Non era una coincidenza che il bastone di Aronne fioriva e portava tante mandorle e il suo ramo fu messo nell’Arca dell’Alleanza. Il mandorlo è la prima pianta che fiorisce in Israele. Noi siamo stati i primi a ricevere la Torah (la Legge Divina) e un giorno Israele vedrà Colui che abbiamo inchiodato e tutti conosceranno il Signore. In questo specifico periodo dell’anno, tutti vengono ad Ein Kerem per vedere la fioritura di questo bellissima pianta. Così ho invitato tante persone a partecipare a casa nostra. Ho invitato un cantante Israeliano che era stato da noi quattro anni prima, a cantare musica tradizionale ebraica. Ho preparato  tanto cibo e con Gilad abbiamo lavorato senza sosta per giorni per poter accogliere tantissima gente. Circa 30 persone sono venute da tutto il paese, incluso un gruppo da Nazareth. Erano in numero inferiore alle mie aspettative ma ho confidato che il Signore ha mandato solo le persone giuste. Abbiamo cantato, abbiamo ballato ed ho condiviso il Vangelo. Il cantante ha chiesto come un ebreo del Marocco come me potesse credere in Yeshua. Sono stata felice di spiegarglielo. Tutti sono rimasti oltre la mezzanotte, poi alcuni sono andati via e altri sono rimasti, restando tutta la notte. Il giorno dopo, abbiamo studiato le profezie nella Bibbia. Una giovane donna che era immersa profondamente nel “new age” è stata problematica per il fatto che dichiarava tutte le religioni uguali. Le ho detto di pensare alle sue impronte digitali. Nessuno è uguale, e così è per Dio. Ogni individuo è chiamato ad una specifica missione con Lui. Dove ti sta guidando la tua fede? Abbiamo parlato per ore e poi siamo andati a vedere il mandorlo in fiore. Mentre passeggiavamo, un uomo per strada ammirava il nostro cagnolino, “Netz”, così lo ho invitato a casa per un tè marocchino. Al nostro ritorno a casa gli ospiti erano aumentati di altri 8. Mi è venuto un attimo di panico, pensando: “dove troverò cibo per tutti loro?” Ma così come il Signore ha moltiplicato i pani e i pesci, il cibo sembrava moltiplicarsi e c’era cibo per tutti. Molti erano veramente sorpresi che noi abbiamo invitato dei perfetti sconosciuti a condividere il cibo con noi. Ma, cari amici, è solo quando si mangia che la gente si rilassa e si apre agli altri. E’ in questo momento che posso condividere la mia fede. Mentre parlavo, uno di loro ha detto di non aver mai sentito nulla di simile nella sua vita. Gli è piaciuto il discorso dicendo”: adottatemi, per favore”. Non voglio andar via da qui. Non ricordo di essermi mai sentito così bene. Tanti che non si erano mai visti prima, sono diventati amici tra loro. Li ho invitati ancora una volta per lo Shabbat e ci hanno chiesto quanto costava; io ho risposto che ovviamente non facevo pagare nessuno. Siete miei ospiti! Ma hanno risposto: “noi siamo Curdi e abbiamo una famiglia molto grande. Prima dovete venire noi a casa nostra.” Intanto si è fatto tardi e ci siamo seduti vicino al cammino, e non volevano più andar via. Allora mi sono ricordata di quando, appena convertita, visitavo il pastore e non volevo più andar via dalla loro casa. Non potremo mai sapere quante vite tocchiamo. Più tardi, la stessa persona ci ha chiamato per esprimere la loro riconoscenza e dirci quanto si sono sentiti bene con la nostra accoglienza. Ho sentito che Dio sorrideva ed ho sentito il Suo favore su noi. Abbiamo condiviso il Vangelo per più di 24 ore e invece di sentirmi stanca,mi sono sentita sollevata. Il mio cuore era pieno d’amore, questa è la chiamata che Dio ha fatto a me e Gilad- dare amore agli altri, condividendo lo Shabbat con loro e parlando dell’amore di Dio nel Suo Vangelo e nella Sua Parola. Amati amici, pregate per tutte queste anime e che la parola che abbiamo condiviso, metta radice nel profondo del loro cuore.

Pregate che possa fiorire e che il frutto non cada via, ma porti molto altro frutto. Vi ringrazio ancora per il vostro supporto e le vostr preghiere. Dio è fedele e provvede sempre, ma Lui usa i tuoi doni per sfamare le moltitudini.

Vogliamo dirvi che vi siamo grati e preghiamo il Signore affinchè moltiplichi nella vosta vita e in quella delle vostre famiglie e il vostro ministero. /Possa Dio supplire a tutti i vostri bisogni, secondo la Sua ricchezza per la ricchezza della Gloria del messia, Gesù”/ Filippesi 4,19 Nell’amore senza fine del nostro Messia, Yeshua

Rachele e Gilad

Traduzione: Anna M Sedda