Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici, questa sera al tramonto inizia la festa ebraica di Pesach, la Pasqua ebraica, che dura otto giorni. In questo periodo gli ebrei non mangiano ed evitano anche di possedere cibi lievitati o comunque derivanti da cereali (non solo il pane, ma dunque anche i vari tipi di pasta, la birra, la maggior parte dei dolci che non siano fatti con il pane azzimo). Certi gruppi ebraici evitano anche altri cibi che possono in qualche modo essere confusi coi cereali, come il riso o i legumi; ma non vi illustrerò qui le regole abbastanza complicate e rigorose dell’osservanza pasquale. La festa inizia con una celebrazione familiare, una cena che si ripete la prima e la seconda sera ed è detta “Seder”, cioè ordine o sequenza, perché essa è una straordinaria macchina pedagogica codificata dall’antichità in una serie ben precisa di atti rituali, racconti, canti, benedizioni, consumo di cibo, in cui si trasmette la memoria della liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto.

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