Comunicato Stampa

Bruxelles, 28 settembre 2016 – Solo tre giorni dopo il ritorno della delegazione di ECI dalla 71° sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU a New York, nella quale è stata riconosciuta in modo ufficiale una festività ebraica, un nuovo studio da parte del Centro Rabbinico Europeo ha evidenziato che il 70% degli ebrei che vivono in Europa è tentato di non andare in sinagoga durante le prossime feste solenni per questioni di sicurezza. In una conferenza stampa, martedì a Bruxelles, il fondatore e direttore di ECI Tomas Sandell ha chiesto come questo possa accadere in un’Europa che si vanta di custodire i diritti umani e la libertà. Ha detto: “Questi diritti e questa libertà sono anche per le comunità ebraiche?”

L’ambiente di pessimismo si è anche riflesso in una conferenza di alto livello del pomeriggio, nel parlamento europeo, con il tema: “Il futuro delle comunità ebraiche in Europa”, alla quale è stata invitata ECI insieme a membri del parlamento e organizzazioni delle comunità ebraiche. Nei loro interventi, i leader delle comunità ebraiche europee hanno chiesto apertamente se esista un futro per loro e per i propri figli. Le statisitche mostrano che l’esodo dall’Europa è in continua crescita; l’anno scorso circa 10.000 ebrei hanno lasciato l’Europa per andare in Israele, e di questi 8.000 provenivano dalla Francia. “Se gli ebrei non si sentono al sicuro in Europa, allora se ne vanno” ha spiegato l’ex rabbino capo Lord *Jonathan Sacks* nel suo discorso. Ha chiesto all’uditorio. “Stareste voi in un paese che ha bisogno della polizia per proteggervi mentre pregate? In cui c’è bisogno di guardie armate per proteggere i vostri figli a scuola? Paese in cui, se indossate in pubblico un segno della vostra religione, rischiate di essere aggrediti?” Ha proseguito spiegando come l’antisemitismo è cambiato nel tempo ed ha assunto forme diverse. “Oggi gli ebrei sono odiati a causa della loro nazione, lo stato d’Israele, e la nuova giustificazione per l’antisemitismo è la violazione dei diritti umani. Ecco perché Israele, l’unica democrazia effettiva in Medio Oriente con libertà di stampa e sistema giudiziario indipendente, è regolarmente accusata delle cinque mancanze nei confronti dei diritti umani: razzismo, apartheid, crimini contro l’umanità, pulizia etnica e genocidio”.

Il filosofo francese *Bernard-Henri Lévy* ha concordato con Lord Sacks, cioè che l’antisionismo è una nuova forma di antisemitismo. Ha definito il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) come “fascismo riciclato” , che utilizza i vecchi metodi usati dai nazisti negli anni 30, per demonizzare gli ebrei. Ma Lévy è stato più ottimista nella sua valutazione della minaccia verso le comunità ebraiche. “Gli antisemiti di oggi sono gli skinheads e gli ignoranti, non la classe intellettuale. Le istituzioni politiche dei nostri paesi sono chiaramente dalla parte del popolo ebraico”, ha affermato. Il suo punto di vista è stato ben illustrato nei discorsi di apertura e chiusura da parte del presidente del parlamento europeo *Martin Schulz* e del vicepresidente del parlamento *Antonio Tajani* (nella foto) che hanno affermato il proprio sostegno al popolo ebraico. “L’Europa non è Europa senza i suoi ebrei. L’Europa è la loro casa” ha detto il presidente Schulz che, durante la sua presidenza, ha fatto del giorno della memoria dell’olocausto una ricorrenza annuale ufficiale dell’UE. ”Fino a che sarò il presidente del parlamento europeo, il parlamento sarà vostro amico” ha assicurato alle comunità ebraiche europee.