Commenti di Paola Peduzzi, Francesco Semprini
Milano. Il ministero degli Esteri israeliano ha fatto sapere ieri di aver “temporaneamente ridotto” i legami di collaborazione con dodici dei quattordici paesi che hanno votato a favore della risoluzione 2334 – l’America si è astenuta – che condanna la politica degli insediamenti del governo di Benjamin Netanyahu. Contestualmente all’offensiva diplomatica, il governo di Israele ha stabilito un voto per oggi al comune di Gerusalemme per l’approvazione della costruzione di altre 600 “unità di alloggi” nella parte est della città, prima tranche di un progetto che comprende 5.600 unità. Il messaggio è chiaro: la risoluzione non avrà effetti sugli insediamenti, e come dice l’ex ministro Tzipi Livrai gli altri paesi devono smettere “di dare Israele per scontato”. Il raffreddamento nei confronti dei dodici paesi procede di pari passo con il congelamento di fondi ad alcune agenzie dell’Onu. Molti in Israele sostengono che Netanyahu sta condannando il paese a un isolamento diplomatico rischioso, così come a destra e a sinistra ognuno recita la propria parte politica nei confronti del premier.
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