Salafismo e jihad: una breve storia

Il terrorismo islamista è chiaramente legato alla grande crescita dell’estremismo religioso in tutto il mondo islamico negli ultimi decenni, grazie all’operato dei Sauditi. All’origine di questo estremismo c’è il movimento salafita, o wahabita, sorto attorno al 1750 nella regione che oggi è l’Arabia Saudita. La grande ricchezza petrolifera fu usata dai Sauditi per diffondere e sostenere l’ideologia salafita in tutto il mondo islamico − con grande successo. Per i Sauditi questa ideologia è il mezzo per consolidare il proprio prestigio di custodi dei luoghi santi islamici e di sostenitori della ‘vera’ tradizione sunnita, dunque per godere di una posizione egemonica nel mondo sunnita. Per decenni i Sauditi hanno costruito moschee all’estero, organizzato e finanziato corsi e seminari, pubblicato testi, inviato religiosi, fondato e organizzato associazioni di carità e di sostegno sociale per i musulmani. Ma hanno finito col perdere il controllo dell’ideologia e del movimento, perché i comportamenti dei Sauditi contrastano con l’ideologia: stile di vita occidentale, lusso, alleanza militare con l’Occidente. Possiamo tracciare una analogia con la Riforma nel mondo cristiano, quando una parte della chiesa, indignata dai costumi di vita del clero, si ribellò al Papa e diede origine a vari movimenti protestanti.

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