Mail di preghiera e informazione della amzi associazione per la testimonianza messianica a Israele amzi, 12 maggio 2017
1. Forti proteste
2. Visitatori e autorità
3. Un pioniere e mediatore
4. Impressionante disponibilità al perdono
5. Link della settimana
1. Forti proteste
Howard Bass, Comunità messianica Nachalat Jeshua, Beersheva
Alberto, uno degli anziani della nostra chiesa, e la moglie Ester, oltre a un altro fratello in fede di nome Shalom, abitano a Dimona, a circa 40 chilometri a sudest di Beersheva. Negli ultimi mesi i tre vi hanno ristrutturato un ufficio da usare come punto d’incontro, dove leggere l’Antico Testamento insieme con persone interessate e studiare le profezie che riguardano il Messia. Nonostante il rabbinato si trovi nello stesso edificio, inizialmente non ci sono stati problemi. Un paio di settimane fa, per l’esattezza la domenica in cui il punto d’incontro è stato inaugurato, il capo della sinagoga ha invece iniziato a opporsi. Davanti all’edificio ci sono state rumorose manifestazioni di protesta e la polizia ha perquisito i locali alla ricerca di “Nuovi Testamenti” senza però trovarne. (Il possesso di Nuovi Testamenti non è comunque illegale.) Il successivo mercoledì sera ha avuto luogo un’altra manifestazione chiassosa davanti all’abitazione di Shalom. Alcuni hanno buttato dei sassi contro i vetri delle finestre e hanno frantumato il parabrezza della sua automobile. La notte seguente i manifestanti sono passati davanti alla casa di Alberto ed Ester per dare sfogo lì alla loro ira. Grazie al Signore non hanno provocato danni. Un uomo della sinagoga ha preso le parti di Alberto ed Ester davanti alla folla infuriata. Nella notte fra sabato e domenica entrambe le case sono state scena di altre forti proteste, tanto che è stato necessario l’intervento della polizia. Pregate in modo particolare per la protezione della moglie di Shalom e dei suoi tre figli.
2. Visitatori e autorità
Pedro Santos, Foresteria Beth Immanuel, Jaffa
Stiamo ancora lottando per il rinnovo della nostra licenza d’esercizio. Una volta soddisfatta una condizione ne segue un’altra; la lista sembra interminabile e provoca costi notevoli. Preghiamo di ricevere il permesso prima della prossima udienza del 15 maggio. Pregate anche per me perché tutta la questione è già costata molto tempo e sta diventando estenuante. In Israele è normale discutere ad alta voce con le autorità durante questo tipo di incontri, una realtà cui ancora non sono riuscito ad abituarmi. Un aspetto positivo, tuttavia, è che ho avuto occasione di testimoniare della nostra fede in Dio tramite Gesù a molte persone. Dal 18 al 20 maggio partecipiamo nuovamente alla giornata delle porte aperte. Prevediamo la presenza di migliaia di israeliani che vorranno visitare il nostro edificio storico. Pregate che lo Spirito Santo tocchi i cuori di numerosi visitatori. Pregate anche per i visti per la nostra famiglia che andranno rinnovati all’inizio di giugno.
3. Un pioniere e mediatore
Lo scorso fine settimana, dopo un lungo periodo di malattia, è deceduto il pastore David Davis, fondatore della comunità Karmel sul Monte Carmelo presso Haifa. Aveva 79 anni e lascia la moglie Karen e due figli. Quando si è convertito, Davis era attore al Broadway a New York. Nel 1989 è immigrato in Israele insieme alla moglie Karen. I due desideravano servire i tossicodipendenti e a questo scopo hanno fondato il centro di riabilitazione Beth Nitzachon a Haifa e, nel 1991, la comunità Karmel. Hanno sempre avuto la visione che ebrei e arabi uniti nella loro fede in Gesù formano „l’uomo nuovo“ di cui parla Efesini 2:15. Karen e i responsabili della chiesa hanno scritto in una mail: „David ora è alla presenza del Signore e così la nostra grave perdita viene attenuata dalla gioia e dalla certezza che un giorno lo rivedremo.“
4. Impressionante disponibilità al perdono
Alla televisione egiziana è stata trasmessa un’intervista in cui una giornalista ha parlato con la vedova di un uomo ucciso durante uno dei due attentati contro chiese copte la domenica delle palme. La vedova ha dichiarato che perdona l’autore dell’attentato. Fra le lacrime ha detto: „Non sono adirata contro chi l’ha fatto. … Prego il Signore di perdonarlo e di portarlo a riflettere. … Che Dio ti perdoni e anche noi ti perdoniamo.“ Questa disponibilità al perdono ha colpito il noto moderatore musulmano della trasmissione, Amr Adeeb. È rimasto in silenzio per alcuni secondi prima di osservare: „I cristiani egiziani sono fatti di acciaio. Da centinaia di anni sopportano violenza e catastrofi. I cristiani egiziani amano profondamente questo paese.“ In seguito, durante la trasmissione, il moderatore ha posto l’enfasi sulla disponibilità al perdono dei cristiani: „Queste persone hanno tanto perdono – questa è la loro fede e la loro convinzione religiosa. Queste persone sono fatte di una stoffa diversa!“
Vedi link della settimana
5. Link della settimana
Disponibilità pratica al perdono (arabo con sottotitoli in inglese, vedi traduzione al testo 4)