Nel calendario ebraico il 10° giorno di Tis’ri è il giorno dello Yom Kippur e tutto Israele si ferma, raccogliendosi in preghiera, digiunando facendo autoanalisi, riflessione e pentimento.

E’ il giorno più sacro del calendario ebraico e si rifà a quanto indicato in Lev.16:10. Il profeta Daniele sapeva che questa ricorrenza sarebbe stata di estrema importanza nel piano di Dio per il futuro e ne descrisse la valenza nel suo libro (Dan.9:24). Proprio come la crocefissione rappresentò il compimento della Pasqua nei minimi dettagli, la Scrittura indica la promessa di ciò che accadrà in questo giorno: la seconda venuta di Gesù Cristo (non sto parlando del rapimento) che dovrebbe verificarsi dopo 2520 giorni, 7 anni profetici da 360 gg., a partire dalla data in cui Israele firmerà un accordo di pace di 7 anni con l’anticristo.

Quando l’anticristo apparirà, la vera sposa di Cristo non ci sarà già più, ma lo Yom Kippur ci ricorda che la Chiesa dovrebbe predicare il pentimento prima del rapimento. Nei primi capitoli dell’Apocalisse, nel messaggio a 7 chiese, c’è l’invito a 5 di pentirsi: io penso che anche oggi ci siano cinque chiese su sette e cinque credenti su sette che devono pentirsi. La chiave della rinascita è il pentimento: “Tornate a me e io tornerò a voi…” (Mal.3:7).