IN VISTA DEL CENTENARIO DI DUE DATE IMPORTANTI DEL 27 NOVEMBRE E 11 DICEMBRE 2017 E’ BENE RICORDARE 7 PUNTI IMPORTANTI

1° punto:

L’equivoco Palestina La terra denominata Palestina copre un territorio chiamato dagli Ebrei Eretz Israel molto prima che il nome Palestina fosse utilizzato per la prima volta dai Romani e Greci nel 135 D.C. Anzi più precisamente fu coniato proprio dai romani per cancellare il nome di Israele, anche Gerusalemme fu chiamata diversamente: Aelia Capitolina. Il territorio noto come Palestina non è mai stato nè ha mai designato una nazione araba. Tuttavia, questa nomenclatura apporta un forte impatto psicologico come se i precedenti abitanti arabi della Palestina fossero i veri palestinesi e che solo essi facessero parte della Palestina. Al tempo del Mandato Britannico sarebbe stato più preciso riferirsi a ebrei palestinesi e arabi palestinesi, anche perchè istituzioni importanti ebraiche si chiamavano Palestain Post (che sarebbe diventato Jerusalem Post), l’orchestra ebraica composta solo da ebrei era denominata L’Orchestra di Palestina, in diresse anche Toscanini. Non è mai esistito un popolo nè uno stato palestinese al punto che il fondatore dell’OLP Arafat era egiziano e i quadri del suo governo siriani o giordani.

2° punto:

Dichiarazione di Balfour (1917) e di Sanremo (1920)

Di interesse particolare è che Balfour era figlio di un predicatore laico metodista, fortemente impegnato nell’evangelizzazione e si può di conseguenza intuire la situazione spirituale di Balfour (rigorosamente educato secondo i principi biblici) che si trovava ad esser coinvolto nel piano di Dio sul ritorno di Israele nella terra Promessa. La Dichiarazione di Sanremo integrò quella di Balfour nel processo di pace iniziato a Parigi nel 1919 e rappresenta gli aspetti legali dei diritti ebraici sul Mandato della Palestina. In prima istanza il 24 aprile 1920 la superfice assegnata ad Israele era 120.466 Kmq ridotti il 16 settembre 1922 a 28.166 (il 23%) designandola Palestina ebraica destinandone quindi 92.000 (77%) alla Palestina araba con il nome di Transgiorgdania. Opportunità prettamente economiche e per mantenere buoni rapporti con gli arabi, consigliarono alla Gran Bretagna questo comportamento.

3° punto:

La questione dei territori occupati

Un territorio ricostituito secondo il diritto internazionale e la Dichiarazione di Sanremo lo stabilisce, preclude un’occupazione belligerante, anche se i confini nazionali permanenti devono ancora esser negoziati. Per cui i cosidetti territori occupati, non sono terre rubate ma terre liberate dall’illegale occupazione giordana (in Giudea e Samaria) e egiziana (a Gaza).

4° punto:

Le recenti decisioni dell’UNESCO sul Monte del Tempio di Gerusalemme e su Hebron negando qualsiasi riferimento alla loro ebraicità e omologandole come siti musulmani hanno dell’incredibile, anzi del ridicolo.

A questo punto è di fondamentale importanza promuovere iniziative di archeologia biblica per smascherare l’inganno. EDIPI già da qualche anno si avvale della collaborazione del famoso archeologo Dan Baht per questi obiettivi.

5° punto:

L’importanza di Har Hevron fa riferimento alle radici di Israele ed Hebron ne fu la prima capitale; inoltre il territoro ha sempre avuto una grande presenza ebraica fino al tremendo pogrom del 1929. Inoltre è da ricordare che ben prima di Balfour e anche del 1° congresso sionista del 1897, importanti aree territoriali erano già state acquistate dall’Impero Ottomano per conto di ricchi filiantropi ebrei in vista di futuri insediamenti ebraici. Ricordiamoci che in quelle aree se venivano 10 ebrei per fare un kibutz, poco dopo arrivavano 100 arabi per completare e sviluppare la filiera economica che si stava realizzando. Inoltre secondo una tradizione ebraica si pensa che parte dei componenti delle tribù di Israele scomparse siano rimasti in quell’area venendo musulmanizzati forzatamente in seguito alla mancata adesione all’ebraismo rabbinico.

6° punto:

Sul BDS, il Boicottaggio perpetrato cinicamente a tutti i livelli (economico, sociale, culturale, sportivo ecc.) ci deve esser il più ampio coinvolgimento del mondo evangelico a tutti i livelli. Dobbiamo promuovere viaggi che non siano pellegrinaggi di tipo cattolico-romano, sostenere il ritorno del popolo ebraico nella sua terra convinti che Dio ha assegnato per sempre ai figli di Giacobbe la terra promessa in vista della completa restaurazione di Israele. Sostenere iniziative sportive come quella del prossimo Giro D’Italia. Creare gemellaggi a vari livelli e far conoscere figure eroiche di italiani che salvarono ebrei durante l’Olocausto al fine di creare ponti di solidarietà (prossima è l’iniziatiava su Ettore Castiglioni).

7° punto:

Ricordarsi delle scadenze profetiche delle date: la prossima è il 29 novembre.

1897: primo congresso Sionista a Basilea (29 agosto).

1917: Dichiarazione di Balfour (2 di novembre).

1917: il generale Edmund Allenby entra a Gerusalemme e scende da cavallo per rispetto della Città Santa (11 dicembre).

1947: Risoluzione 181 all’ONU con la raccomandazione di spartire la Palestina al fine di costituire lo Stato di Israele con un risultato complessivo di 32 voti a favore, 12 contrari e 10 astenuti (29 di novembre).

1967: La guerra dei 6 giorni con la riconquista dei territori occupati dagli arabi e la riunificazione di Gerusalemme.

A questo punto una metafora ostetrica può aiutarci a capire meglio il nostro ruolo. Israele è stato concepito nel grembo della storia il 25 aprile 1920 con la Dichiarazione di Sanremo. La shoà è stata una tremenda minaccia d’aborto. Scampato il pericolo, l’inizio delle doglie corrisponde al 29 novembre 1947 per poi nascere il 14 maggio 1948. Una nascita però con il forcipe della storia che ne ha lesionato e mutilato parte del suo territorio.

Da allora c’è un processo di riabilitazione e di recupero… di recupero di tutti i territori biblici di cui si vuole disconoscere l’ebraicità in primis Giudea e Samaria impropriamente chiamate West Bank.

Tutti noi dovremo diventare dei “tecnici di riabilitazione e recupero” in tutte le iniziative per riportare Israele nello stato territoriale delle decisioni del Diritto Internazionale. Cominciamo con Har Hevron.

Inoltre è interessante che proprio 11 dicembre una delegazoione di EDIPI sarà a Gerusalemme, ricordando l’entrata di Allenby di 100 anni prima, accendendo la prima luce di Hanuhhah!

(Presidente Edipi, Ivan Basana)