Caro Alessandro,

ho letto con interesse il tuo resoconto e ti invio alcune mie considerazioni in merito che probabilmente possono servirti ad un quadro più omogeneo della situazione. Anche se ci siamo incontrati forse un paio di volte in occasioni di incontri organizzati dal past. Bruno Ciccarelli, vorrei sottolinearti l’operato di Evangelici d’Italia per Israele (EDIPI) nel coinvolgimento all’operazione Har Hevron.

Inoltre devi considerare che gli incontri recenti di Palermo e Catania (in quest’ultimo ho partecipato) hanno avuto due preamboli al Centro Uria in autunno e a Torino a gennaio. In entrambi ero presente e se ti ricordi, ti avevo segnalato l’evento al Centro Uria e non essendoci il sen. Malan, forse non era in evidenza nella tua agenda. Anche a Torino non c’eri nel work-shop condotto da Walter  assieme al senatore Malan, il pastore Corrado Maggia e il sottoscritto: in maniera emblematica siamo tutti e quattro associati ad EDIPI!

Condivido con te l’importanza degli incontri siciliani vista la presenza degli ospiti israeliani, ma avendo partecipato a tutti e tre gli incontri con un mio contributo diverso a seconda dell’auditorio presente, posso garantirli sull’evoluzione del progetto nel suo insieme e nel contempo un ridimensionamento del coinvolgimento mio personale e di EDIPI come associazione. Per chi è stato attento a Catania, questa mia è stata una decisione maturata in risposta alla prima domanda di Walter e a cui ho fatto un preciso riferimento evangelico: “Il mietitore riceve una ricompensa e raccoglie frutto per la vita eterna, affinchè il seminatore e il mietitire si rallegrino insieme. Poichè in questo è vero il detto -L’uno semina e l’altro miete-. Io vi ho mandati a mietere là dove voi non avete lavorato; altri hanno faticato, e voi siete subentrati nella loro fatica”.

Nel mio caso il riferimento alla semina era molto pertinente all’evento di Catania in quanto illustravo la vicenda sui semi ibridi di carciofi “Concerto” e “Opera” di una azienda di Catania piantati a Tifrah nel Neghev e ompletamente finanziata da EDIPI.

A questo punto è importante fare una precisazione sul modesto operato di EDIPI in relazione all’ambizioso progetto di Har Hevron. In più di un’occasione ho riconosciuto la valenza profetica dell’iniziativa che coinvoge in prima persona Walter con Vincenzo Saladino che conosco da circa 6 anni, quando mi espose un progetto di collaborazione turistica tra la Calabria ed Israele. Ho anche fatto un chiaro riferimento al mancato adempimento della dichiarazione di Sanremo e come l’inizativa di Har Hevron rappresenterebbe una prima iniziale riparazione.

Fin qui non ho alcun problema nell’auspicare il miglior successo a questa iniziativa: d’altro canto la mia storia personale parte ben prima del 20/02/2002, data di nascita di EDIPI. Nel 1987, per primi in Italia, proponemmo i prodotti AHAWA, realizzati da Helena Rubinstein, con sali e fanghi del Mar Morto e poco dopo progettammo un sale speciale, sempre del Mar Morto, integrato con zolfo, per uso professionale in idroterapia (lo chiamammo SALE JERUSALEM). Pur avendo la possibilità di andare fin da allora in Israele su invito dei miei interlocutori professionali, attesi il 1995 in coincidenza di un importante evento internazionale pentecostale, avvalendomi dell’agenzia di viaggi del past. Alfonso Marchetta, ora con il Signore, che sarebbe diventato vicepresidente EDIPI. Da allora fino ad oggi sono andato ogni anno, e talvolta due, in Israele.

Per cui il mio interesse ha sempre mantenuto la doppia valenza economica/professionale con quella biblica/spirituale, caratterizzando l’attività della mia azienda (biaccabi.com), leader nazionale nel campo dell’ozono,in sinergia con l’attivita di EDIPI (edipi.net). Noi abbiamo seminato in piccolo e spero che con Har Hevron raccolgano in grande.

Se vuoi altri particolari sugli interscambi (importo ed esporto in Israele) o sui progetti sanitari in atto o in fase di verifica realizzativa, sono a tua disposizione; così come pure sul coinvolgimento societario con una cooperativa agricola del Neghev.

Inoltre è importante valutare l’operato di EDIPI in campo biblico/spirituale: siamo gli unici che organizziamo viaggi di archeologia biblica, abbiamo pubbliato oltre 20 libri specialistici sull’argomento di Isarele, tra Raduni Nazionali, Convegni Internazionali e Incontri Regionali abbiamo all’attivo più di 30 iniziative in 17 anni di attività e sempre coinvolgendo ebrei messianici, quelli cioè che, pur rimanendo ebrei al 100%, hanno avuto la rivelazione che Gesù è il Messia.

Questo è un punto delicato con i rapporti con Israele: EDIPI sostiene gli ebrei messianici che in molte areee periferiche di Israele, come potrebbe esser Har Hevron, se non perseguitati sono fortemente discriminati. Il fatto di aver levato la scritta di “Gesù Cristo è il Signore” a Catania è sintomatico, e bene ha fatto il pastore Ottavio Prato, che stimo e che si è comportato saggiamente, a precisare il suo operato, condividendolo pienamente, per la particolare situazione in cui è venuto a trovarsi. Altresì è da ricordare che qualche anno fa sempre nello stesso luogo con lo stesso Ottavio, la presenza dell’allora ben più importante ambasciatore di Israele in Italia, Noar Gilon, non comportò l’oscuramento della scritta “Gesù Cristo è il Signore”.

Forse tu mi dirai che che in quest’ultimo caso si era assieme ad ebrei religiosi e non laici (l’ambasciatore Noar Gilon non aveva la kippah). Allora ti segnalo che nel 2005 il 4° Raduno EDIPI svoltosi a Milano nella chiesa del past. Giuseppe Piccolo, la scritta “Gesù Cristo è il Signore” era ben evidente e non fu rimossa: in sala c’era il presidente della Comunità Ebraica di Milano, il primo segretario dell’Ambasciata di Israle Shai Coen, e il rabbino Shlomo Bekor che mi inviò una lettera di ringraziamento e di apprezzamento. Successivamente potei anche testimoniare al rabbino del mio amore per Israele proprio come discepolo di Cristo il Messia. Walter era presente sia allora a Catania che a Milano.

In sintesi il sostegno e l’aiuto a Israele (abbiamo contribuito al finaziamento dell’Air-Dome, lo scudo di protezione missilistica oltre alla realizzazione di un rifugio mobile a Sderot) lo facciamo con le Istituzioni ufficali come Keren Hayesod (aiuti per l’Aliyah) o KKL (aiuti per la forestazione di Israele). Mentre il nostro coinvolgimento economico è prioritariamente quello di sostenere le congregazioni ebreo-messianiche in ottemperanza a quanto scritto in Rom.15:27:”…infatti segli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali”.

Per questo motivo, pur condividendone gli scopi, non mi son sentito di firmare il documento finale. Per EDIPI è molto più importante far crescere la Chiesa nel ruolo che avrà in questi ultimi tempi assieme ad Israele per l’avanzamento e la realizzazione del Regno di Dio. Pensiamo che i corsi di Israelologia iniziati con il prof. Rinaldo Diprose, direttore degli studi dell’IBEI, ora con il Signore e a suo tempo consigliere teologico di EDIPI, siamo funzionali al conseguimento dell’obbiettivo. Per questo motivo li stiamo riproponendo: appuntamento sabato 3 marzo a Milano (vedi edipi.net).

Shalom