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(23 dicembre 2018 – 1°gennaio 2019)
Analisi di Fabiana Magrì
Sulle pendici del Monte Carmelo, dove l’aria è buona e la vista spazia sulle più belle spiagge della costa, negli Anni 70 e 80 l’Histadrut, il sindacato israeliano, concedeva ai lavoratori del settore pubblico qualche giorno di riposo – vacanza era un concetto guardato con sospetto dall’ideale socialista – al sanatorio Mivtachim di Zikhron Ya’aqov. Gioiello brutalista a firma dell’israeliano Jacob Rechter e vincitore nel 1973 dell’Israel Award per l’architettura, il serpente bianco di cemento dalla forma ondulata che segue le curve della collina e sembra fluttuare nel vuoto, è sempre lì, ben visibile dalla strada.
Zichron Ya’akov Ancora oggi è una struttura d’accoglienza ma già dal nuovo nome, Elma Art Complex Luxury Hotel, si capisce quanto la società israeliana si sia trasformata. Cartina al tornasole delle vicissitudini del partito laburista, dopo un tentativo di conversione a hotel negli Anni 90 le piccole stanze del sanatorio caddero in disgrazia e il centro chiuse i battenti nel 2004. L’anno dopo la proprietà passò dal Mivtachim Pension Fund a Lili Elstein, filantropa, mecenate delle arti, moglie del tycoon del colosso farmaceutico Teva e terza generazione di quei coloni che, arrivati dagli Usa nel 1881, seguirono Edmond B.J. de Rothschild per fondare Zikhron Ya’aqov («il ricordo di Giacobbe», in ebraico, omaggio a James, padre del barone Rothschild).
Dopo un necessario ma rispettoso restauro – completato da Amnon, figlio dell’architetto Rechter – tre anni fa la struttura è rinata: arredamenti di design, una spa, due piscine, un ristorante, opere d’arte (tra cui la splendida serie di foto La sposa salata di Sigalit Landau), il club The Cube e una sala concerti da 450 posti con un’acustica perfetta, due pianoforti a coda Steinway e un organo a canne Orgelbau Klais progettato su misura. La quasi novantenne signora si è stabilita in una delle suite dell’Elma e può capitare di incontrarla ai concerti. Chissà cosa potrebbe raccontare, la discendente Elstein, di Aaron e Sara Aaronsohn, i due fratelli che misero su la rete di spionaggio ebraico Nili a sostegno degli inglesi contro i turchi nella I guerra mondiale. I destini delle famiglie Elstein e Aaronsohn devono essersi certamente incrociati negli anni commemorati nella casa museo Beit Aaronsohn, pagina controversa e avvincente della storia del pre-Stato ebraico.
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