Commento di Ada Treves

Gli autori di fumetti, spesso considerati rappresentanti di un’arte minore, quasi una ruota di scorta culturale rispetto ad altri media e altri linguaggi, sono invece molto sensibili e attenti» dice Roberto Genovesi, direttore artistico di «Cartoons on the Bay», e ideatore della mostra 1938-2018, «Ottant’anni dalle Leggi Razziali in Italia».

Il mondo del fumetto ricorda l’orrore dell’antisemitismo. ppuntamento centrale nel programma del festival internazionale della televisione per ragazzi e dell’animazione cross-mediale della Rai, che torna a Torino con un programma dedicato al rapporto tra musica e animazione, viene inaugurata oggi al Museo Le Nuove in un anno denso di anniversari importanti. Fra i 170 anni passati dalle lettere patenti con cui Carlo Alberto concesse i diritti civili prima ai valdesi e poi agli ebrei, e i settant’anni della Costituzione, c’è il ricordo delle Leggi razziste: «La risposta degli artisti – continua Genovesi – è stata eccellente, abbiamo ricevuto 155 tavole, tutte opere inedite, che vanno a comporre la più grande mostra collettiva su questo tema.

Credo che sia un risultato importante. Peculiarità demoniaca del nazismo e del fascismo è stato anche il tentativo di giustificare uno sterminio non per conquistare risorse economiche o spazio vitale ma per liberarsi della presenza di esseri umani considerati inferiori. La persecuzione del popolo ebraico è stata un atto anche antropologicamente velenoso, inconcepibile, che in Italia si nutrì del consenso popolare, nella più totale indifferenza».

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