Israele ha 70 anni – un miracolo moderno in parte inaspettato

Bruxelles- In questo mese cade il settantesimo anniversario dello stato d’Israele. Era il 14 maggio del 1948 quando, in una cerimonia nel museo di Tel Aviv, David Ben-Gurion come capo del movimento sionista proclamò la dichiarazione d’indipendenza israeliana, dopo più di 1800 anni di esilio. Alla domanda dei suoi consiglieri riguardo alla prospettiva di sopravvivenza del rinato stato, rispose: “Cinquanta per cento”. Settanta anni dopo, lo stato ebraico non solo è sopravvissuto, anzi è diventato un’eccellenza per quanto riguarda la democrazia, in una regione di dittature, e per il successo economico fenomenale che oggi definisce Israele come la nazione delle start-up.

Oggi, le innovazioni israeliane aiutano a salvare vite umane in tutto il mondo, mediante la bonifica dell’acqua in Africa, la condivisione delle conoscenze e della tecnologia in Europa e lo stato dell’arte medica per le cure avanzate oncologiche in tutto il mondo. Mentre i vicini dello stato ebraico vanno verso il caos gli ospedali da campo israeliani salvano vite sia dietro le linee nemiche sia all’interno di Israele. Questo è il vero spirito di Israele. La Coalizione Europea per Israele augura allo stato ebraico un felice e benedetto anniversario.

ECI celebra Israele a Copenaghen e Bruxelles ma… perché l’Unione Europea non segnala il 70° anniversario di Israele?

Bruxelles – La Coalizione Europea per Israele ha celebrato il miracolo del rinato stato ebraico con un simposio nel parlamento danese e nel parlamento europeo di Bruxelles. Il 25 aprile, ECI ha organizzato un simposio nel parlamento europeo per celebrare il 98° anniversario della Risoluzione di San Remo, la quale ha preparato la via per la creazione dello stato di Israele nel 1948. Nel suo discorso introduttivo, il direttore fondatore di ECI Tomas Sandell ha chiesto come sarebbe stato il mondo oggi se la comunità internazionale avesse osservato i propri impegni per aiutare la nascita dello stato ebraico nel 1938 e non nel 1948. Il concetto di uno stato ebraico comunque non ha 70 o 98 anni, ma risale almeno a tremila anni fa.

“In un giorno ed in un’epoca di revisionismo storico, come con le recenti risoluzioni dell’UNESCO, è importante riconfermare le indiscutibili connessioni storiche tra il popolo ebraico e la terra d’Israele” ha affermato Sandell. Qui di seguito vi elenchiamo i temi dei quali hanno parlato Andrew Tucker e Sandell a Copenaghen e Bruxelles.

Tucker: “La politica ufficiale europea dal 1973 è stata quella di creare uno stato palestinese indipendente, basato sui cosiddetti confini del 1967, e la cessazione degli insediamenti israeliani, dicendo che questo è richiesto dalle leggi internazionali. Tale politica non ha affatto portato la pace. Israele ha rigettato in toto questo piano perché porterebbe ad un disastro strategico e militare. Inoltre tutto è basato su una interpretazione faziosa del diritto internazionale, diritto che non richiede affatto la creazione di uno stato palestinese o l’imposizione di questi confini”. Sandell: “Nessuno, tanto meno i palestinesi, sarà aiutato dalla creazione di un altro arabo malfunzionante. È ora che l’Europa abbandoni questo paradigma evanescente dei due stati e che aiuti le parti a trovare modelli alternativi per la risoluzione del conflitto, con adeguate garanzie per la sicurezza di Israele, ed offra soluzioni reali per la popolazione palestinese. Una cosa per la quale siamo profondamente preoccupati è la mancanza di un buon controllo nelle istituzioni palestinesi.

ECI e la neonata “Iniziativa per la cooperazione internazionale dell’Aia” stanno lavorando con i governi europei, col governo israeliano e con la società civile israeliana e palestinese per agevolare questo processo. Tucker: “È tempo che l’Europa smetta di finanziare l’incitamento palestinese all’odio, una volta per tutte. Ci congratuliamo con il governo danese per la condanna pubblica dell’incitamento palestinese alla violenza attraverso i media ed il sistema scolastico. Tutti gli stati membri della UE e l’Unione Europea stessa hanno bisogno di seguire questo esempio e di fare passi per assicurare che i fondi europei non finiscano nelle mani di coloro che esaltano il martirio e promuovono l’odio contro Israele”.

La conferenza è stata organizzata in partnership con ECPM (Movimento Europeo politico cristiano) e coordinata dal parlamentare slovacco Branislav Škripek. Hanno parlato anche altri membri del parlamento europeo come Alojz Peterle, ex primo ministro della Slovenia, Péter Niedermüller dall’Ungheria ed Anna Záborská della Slovacchia. Non occorre dire che i migliori amici di Israele, nella UE, si trovano nell’Europa centrale ed orientale.

Comunque, nessuno dei leader delle tre maggiori istituzioni della UE (Commissione, Parlamento e Consiglio) ha risposto all’invito a prendere la parola, senza neppure inviare un saluto. Perché l’Unione Europea è più interessata a commemorare le vittime dell’olocausto piuttosto che sostenere e celebrare quegli ebrei sopravvissuti che sono ripartiti ricostruendo lo stato ebraico nella loro ancestrale terra d’Israele? ECI mette in luce il ruolo della Finlandia nel suo sostegno al progetto educativo Palestinese all’odio

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Helsinki – La Coalizione Europea per Israele ha segnato una grande vittoria, segnalando il ruolo del governo finlandese nel continuo sostegno al sistema scolastico palestinese nonostante nei libri di testo, da poco revisionati, vi siano esempi ben documentati di jaidismo, antisemitismo e odio. La Finlandia è la nazione guida, nella comunità internazionale, per quanto riguarda il settore dell’istruzione palestinese. Presiede il Gruppo di Lavoro per il Settore Educativo, organismo internazionale che comprende USA, Canada e Regno Unito, che è in collegamento con il ministero palestinese per l’istruzione.

La Finlandia guida anche la Joint Financing Arrangement (JFA), ossia un fondo collettivo che è il finanziatore più grande del sistema scolastico palestinese. Negli ultimi mesi, dopo diversi incontri con rappresentanti governativi e parlamentari per sottolineare le allarmanti scoperte riguardo ai programmi scolastici palestinesi, la questione è stata riferita al ministero che ha categoricamente rigettato la cosa insinuando persino che i testi scolastici israeliani non siano diversi. Comunque, dopo che il quotidiano finnico ‘Ilta-Sanomat’

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ha deciso di pubblicare un reportage riguardo le scoperte dell’Istituto Israeliano di Ricerca “impact-se”, il governo finlandese alla fine ha risposto. Nell’inchiesta vengono messi in luce numerosi esempi di discorsi di odio e di incitamento alla violenza.

Quando il parlamentare Peter Östman ha chiesto al governo cosa avrebbe fatto per fermare questi incitamenti, il ministro degli esteri Timo Soini ha riconosciuto per la prima volta che c’era un problema e che lo avrebbe esaminato. Östman è stato l’organizzatore della visita di Impact –se e di ECI nel parlamento nazionale, nel novembre scorso, quando il risultato dell’inchiesta fu presentato per la prima volta ai funzionari finlandesi. Negli ultimi quindici anni ECI ha sollevato molte volte la questione dell’istruzione palestinese all’odio con il governo finlandese, ma senza risultati. Dopo che i mezzi di informazione hanno esposto pubblicamente il problema la situazione è finalmente cambiata. ECI ed i suoi sostenitori continueranno a controllare i responsabili governativi ed i parlamentari per assicurarsi che il governo finnico non ignori più l’incitamento all’odio da parte dei palestinesi.

Israele ha ancora interlocutori per la pace?

Abbas ha dato agli ebrei la colpa dell’olocausto

Bruxelles – I discorsi di odio non sono un problema marginale all’interno della società palestinese, ma esiste anche a più alto livello. La settimana scorsa il leader palestinese Mahmoud Abbas ha pronunciato un discorso brutale col quale accusava il popolo ebraico di essere il responsabile dell’olocausto(!), motivato dal loro comportamento asociale. Nella propria tesi di laurea, già dal 1982 Abbas accusava gli ebrei di collaborare col regime nazista. Sebbene questo discorso oltraggioso abbia sollevato indignazione in tutto il mondo, il suo maggiore finanziatore, L’Unione Europea, non ha adottato alcuna misura per bloccare questa palese forma di antisemitismo. Mentre la UE sta attualmente ponendo delle condizioni per il proprio aiuto a stati membri che dicono di essere sulla breccia per i valori europei, nessuna misura, invece, è stata presa verso l’Autorità Palestinese nonostante il suo aperto antisemitismo ed il fatto che l’Unione Europea sia il suo maggior finanziatore istituzionale. Il nostro articolo successivo indica che tutto questo potrebbe presto cambiare. Il parlamento europeo condanna i contenuti intolleranti dei testi scolastici palestinesi

Bruxelles – Il parlamento europeo ha approvato due mozioni che permettono alla UE di finanziare solo programmi scolastici che si appoggino ai “valori comuni quali la libertà, nello sforzo di prevenire contenuti tendenti all’odio nei testi scolastici palestinesi”. Le mozioni sono passate in forma di emendamento a due resoconti generali sui fondi della UE. Il primo emendamento richiede che la Commissione Europea si assicuri che i fondi europei vengano spesi in linea con gli standard dell’UNESCO, di pace e tolleranza. Nel secondo emendamento il parlamento europeo insiste che l’insegnamento ed i programmi di formazione (per l’AP), finanziati dai fondi comunitari quale PEGASE dovrebbero riflettere i valori comuni come la libertà, la tolleranza e la non discriminazione, nel campo dell’istruzione. Le mozioni sono state introdotte ed adottate dal comitato del parlamento europeo per il Controllo del Budget, a marzo, mediante i parlamentari Joachim Zeller e Barbara Kappel. I nuovi libri di testo palestinesi includono cartine geografiche che non contemplano Israele e vengono lodati i cosiddetti “martiri”, cioè i palestinesi uccisi nel conflitto con Israele, mentre si ignora completamente l’olocausto.

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