Analisi tratta dal Jerusalem Post

La mia dolcissima figlia Malki, piena di empatia e generosità verso gli altri, sempre con un sorriso sulle labbra, aveva 15 anni quando fu assassinata nella strage della pizzeria Sbarro, in questi stessi giorni di 17 anni fa”, scrive Arnold Roth. “L’esperienza di perderla, di cercare di riequilibrare la mia vita e quella della mia famiglia, e di cercare di dare un senso alle reazioni degli altri, ha forgiato in gran parte ciò che penso riguardo al terrorismo. Sappiamo chi ha progettato lo spietato massacro alla pizzeria Sbarro. Non è stata Ahed Tamimi (che nasceva proprio in quell’anno). Ma quando il suo clan, i Tamimi del villaggio di Nabi Saleh, si riunisce per celebrare il massacro, come sappiamo che fa regolarmente, lei partecipa entusiasta ai festeggiamenti. In un villaggio dove quasi tutti sono imparentati fra loro e si sposano fra loro, Ahed è parente stretta, in vario modo, di Ahlam Tamimi, uno dei diretti responsabili della carneficina in cui è stata trucidata mia figlia.

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