di Noemi Di Segni, Presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane

La Giornata Europea della Cultura Ebraica è dedicata quest’anno allo “Storytelling”, al narrare. Un atto molto presente e decisamente rilevante nella tradizione ebraica, le cui radici affondano proprio in un “racconto”: quello contenuto nella Torah, la Bibbia ebraica, fondativa dell’identità ebraica e patrimonio di tutta l’umanità. Nella Torah ogni parola ha il suo posto, il suo valore, il suo significato e peso specifico. L’insieme delle parole che la compongono costituiscono un testo in cui nulla è lasciato al caso, trasmesso di generazione in generazione, immutato nei millenni ma vivo grazie allo studio e all’insegnamento. Le feste e le ricorrenze del calendario ebraico sono tutte vissute attraverso un momento narrativo e di trasmissione alle future generazioni di quanto avvenuto in tempi lontani, nella storia antica o più recente, generando memoria e cultura, legami con le passate generazioni. Il racconto di sé, attraverso le sacre scritture o la narrazione orale, nelle stanze dedicate allo studio, quando ci si desta o ci si corica e quando si percorre la strada assieme, è uno degli aspetti più caratterizzanti del popolo ebraico. Nei secoli la letteratura, la poesia e il teatro hanno narrato luoghi e vicende formando quell’immenso libro del vissuto ebraico, fatto di pagine gioiose e vivaci ma anche di pagine tristi e struggenti.

E se le parole e il contesto in cui si inseriscono nella narrazione sono importanti e formano un racconto di vita, del singolo o del nostro popolo, dando spessore ai millenni di storia, ci si interroga anche sul nostro tempo: lo svilirsi progressivo del valore, del peso che diamo alle parole, che oggi vengono usate sempre più spesso per “narrare” false vicende che inquinano il dibattito pubblico, o per veicolare aggressività, pregiudizio e razzismo. Per questo oggi più che mai è necessario usare le parole con attenzione, con delicatezza. Per narrare il nostro tempo, i nostri valori, le nostre idee, con la dovuta accuratezza, con la dovuta responsabilità. La Giornata Europea della Cultura Ebraica, da diciannove anni appuntamento che invita a scoprire tradizioni, cultura e luoghi ebraici in Italia, nasce proprio per diffondere una narrazione dell’ebraismo rispondente al vero. Quest’anno si parte da Genova, prescelta quale città capofila, dove risiede una Comunità ebraica importante e perfettamente integrata nel tessuto cittadino. Un’occasione per raccontare il capoluogo ligure da un punto di vista diverso, tutto da scoprire attraverso i suoi narratori – cantori, artisti, rabbini e figure che hanno fondato l’ebraismo genovese. Come sono da scoprire le centinaia di sinagoghe, musei e quartieri ebraici che apriranno le porte, tra musiche e spettacoli teatrali, mostre d’arte e proiezioni cinematografiche, enogastronomia kasher e appuntamenti per bambini. Allo scopo di raccontare l’ebraismo, e in particolare, nel nostro Paese, l’ebraismo italiano, una minoranza presente in Italia da oltre due millenni, le cui vicende si intrecciano e si intersecano con quelle più complessive della società e della cultura italiana.

La Giornata è anche un momento di importante collaborazione tra Comunità ebraiche ed enti locali, associazioni, pro loco, uffici turistici e i tanti altri soggetti, piccoli o grandi, che contribuiscono a rendere la manifestazione un appuntamento in continua crescita. Siamo partiti nel 2000 con un solo luogo, Casale Monferrato, quest’anno quasi novanta località ospiteranno gli eventi: un risultato straordinario. E il nostro caloroso grazie va a tutti coloro che si impegnano per la buona riuscita di una manifestazione che è coordinata e promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ma che è viva e in continua crescita grazie al lavoro professionale e competente di tante persone nei singoli luoghi. Vi auguriamo dunque una buona Giornata Europea della Cultura Ebraica, all’insegna dello svago e dell’approfondimento, in una delle tante località che aderiscono a un circuito ogni anno più ampio. Dimostrando quanto forte e profondo sia il legame tra l’ebraismo, passato e presente, e la storia, la cultura e la società italiana, di cui è parte integrante.

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