Il volume si chiama Razza e inGiustizia.

Sarà discusso domani in plenum al Csm, poi presentato ufficialmente venerdì nella Sala Koch dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e dai vertici di Csm e Cnf Fa i conti, questo libro, con l’orrore delle leggi razziali e la tragedia che, in quella cornice tremenda, accomunò il mondo della giustizia. Lo dice la seconda riga del titolo: Avvocati e magistrati al tempo delle leggi antiebraiche. Il lavoro è il frutto di uno sforzo altrettanto comune: vi si trovano interventi di due presidenti emeriti della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri e Riccardo Chieppa, della senatrice a vita Liliana Segre, dell’attuale presidente del Cnf Andrea Mascherin e del presidente emerito Guido Alpa, e ancora di altre figure di primo piano di avvocatura e magistratura, così come della presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni.

Tutto sotto la supervisione di Antonella Meniconi e Marcello Pezzetti. Uno dei saggi raccolti nell’opera è firmato dal consigliere del Cnf Francesco Marullo di Condojanni insieme con Giulia Merlo. «Raccontiamo di una storia tra le più commoventi e tragiche, quella di Amalia Fleischer, prima donna ad essere stata iscritta all’Ordine degli avvocati di Bolzano, figlia di ebrei di Fiume e cancellata dopo le leggi razziali, fino alla deportazione a Birkenau che la inghiottì per sempre», scandisce, con una certa fatica a celare la commozione, Marullo di Condojanni.

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