Commento di Daniel Mosseri

Bruxelles.

Ottant’anni dopo una delle crisi peggiori, il malato non è ancora in remissione. Anzi, le ricadute sono cicliche né i dottori sembrano molto capaci. Il malato è l’Europa e il male è l’antisemitismo, così difficile da estirpare sia per mancanza di volontà sia perché si tratta di un virus antico e versipelle. Un male capace di infettare in primis chi sostiene di amare gli ebrei, salvo odiare Israele, che degli ebrei è lo stato. Nell’ottantesimo anniversario della Kristallnacht – eufemi – smo che rimanda a vetrine in frantumi ma i morti ammazzati furono centinaia – l’allarme per una volta viene dalla Francia. “Dopo essere calati per due anni, gli atti di odio antiebraico sono aumentati del 69 per cento nei primi otto mesi del 2018”, ha twittato il primo ministro Edouard Philippe.

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