Si è tentati di liquidare il libro dell’israeliano Yoram Hazony Le virtù del nazionalismo (Guerini e Associati, Milano, 2019) come il goffo tentativo di giustificare sul piano teorico scelte che hanno un preciso contenuto politico, come l’avversione all’Unione Europea e, in generale, a qualunque organizzazione sovranazionale. Ma poiché questo tentativo di elaborazione teorica è stato fatto, allora non ci si può sottrarre all’obbligo di entrare nel merito e di analizzarlo.
L’antitesi che Hazony pone alla base di tutta la sua teoria è quella tra Stato nazionale e Stato imperiale. Premesso che con Stato imperiale Hazony intende qualsiasi organizzazione sovranazionale, e quindi non soltanto l’Unione Europea ma anche, naturalmente, l’ONU (e in particolare il Consiglio di Sicurezza) e financo l’Organizzazione Mondiale del Commercio, ciò che è particolarmente interessante è quello che egli intende per Stato nazionale: infatti a suo avviso, un ordine di libere e indipendenti nazioni, ciascuna impegnata nel perseguimento del bene politico secondo le proprie tradizioni, si oppone a un ordine che vede tutti i popoli riuniti sotto un sistema singolo di leggi, promulgate e promosse da un’unica autorità sovranazionale. Continua a leggere su moked