24 APRILE 1920: LA DICHIARAZIONE DI SANREMO

Sanremo oggi è conosciuta soprattutto per il Festival canoro, ma prima che lo diventasse era ricordata per il luogo della importante conferenza, anche se poco considerata, che rielaborò la controversa storia del Medio Oriente.
Esattamente un secolo fa al Castello Devachan di Sanremo ebbe luogo il secondo tempo della pace di Parigi dove si erano considerate le sorti delle nazioni che avevano perso la guerra in Europa.
Infatti i rappresentanti dei Paesi vincitori della Grande Guerra decisero di spartirsi le aree territoriali di riferimento all’ormai dissolto Impero Ottomano.
Proprio nella città di Sanremo si riunirono i primi ministri britannico e francese, rispettivamente David Lloyd George e Alexandre Millerand, con l’ambasciatore giapponese Keishiro Matsi e, in veste di padrone di casa, il presidente del consiglio italiano Francesco Nitti.
Durante la conferenza di Sanremo si realizzarono dalla vecchia provincia ottomana della Siria due mandati classificati di prima importanza, cioè di classe “A”: la metà settentrionale (Libano e Siria) fu destinata alla Francia mentre quella meridionale (Palestina) alla Gran Bretagna a cui venne affidata anche la provincia della Mesopotamia (Iraq).
Bisogna considerare che ai sensi di un mandato in classe “A”, i singoli paesi erano considerati indipendenti nell’integrità territoriale stabilita, comunque però soggetti ad un potere obbligatorio fino al
raggiungimento della maturità politica.
A tal riguardo è bene ricordare che per l’occasione i mandati della Società delle Nazioni furono ben 12 di cui 5 in classe “A”, quelli sopramenzionati, 6 di classe “B”, formati da tutti i precedenti “Schutzgebiete” (Territori tedeschi) nelle regioni sub-sahariane dell’Africa centro-occidentale che vennero divisi tra Gran Bretagna, Francia e Belgio e uno di classe “C” che includeva l’Africa sud-occidentale e alcune isole del Pacifico meridionale, tutti
precedentemente possedimenti tedeschi, assegnati a Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia e Giappone.
Dopo l’abolizione della Lega delle Nazioni, tutti i vecchi Mandati che rimasero sotto il controllo di una potenza coloniale furono trasformati in Amministrazioni fiduciarie dell’ONU, con uno status pressocchè equivalente.
In sintesi, con riferimento ai Mandati più rilevanti di classe “A”, le decisioni di Sanremo non fecero altro che confermare l’assegnazione dei Mandati già decisi precedentemente durante la conferenza di Londra del febbraio 1920, in cui Francia e Gran Bretagna si spartirono i territori dell’ex-impero ottomano e i possedimenti d’oltremare della Germania.
In più, la risoluzione di Sanremo adottò la Dichiarazione Balfour del 1917. Essa e l’articolo 22 della Convenzione della Società delle Nazioni furono i documenti di base su cui fu costruito e attuato il Mandato britannico della Palestina. In definitiva la Gran Bretagna ricevette il Mandato per la Palestina e l’Iraq, mentre la Francia ottenne il
controllo della Siria, compreso l’attuale Libano. Come era chiaro Regno Unito e Francia risultavano in quel momento le più forti e la Conferenza di Sanremo finì per avallare le loro posizioni.
Riguardo all’Italia, ottenne solamente la conferma del possesso di Rodi e del Dodecanneso, retaggio dei territori della Repubblica di Venezia. Gli Stati Uniti parteciparono come osservatori neutrali affiancando la
delegazione britannica guidata dal primo ministro David Lloyd George e Lord Curzon, che nel 1919 sostituirono Lord Balfour come ministro degli esteri.
Balfour, tuttavia, era presente alla conferenza come consulente per le questioni relative alla risoluzione definitiva. Negli incontri i francesi furono reticenti sull’inclusione della Dichiarazione Balfour nel trattato di pace, e fu solo dopo lo sforzo della pressione britannica che furono persuasi ad accettarlo.
Alla conferenza parteciparono anche, in rappresentanza del movimento sionista, Chaim Weizmann e Nahum Sokolow oltre a Herbert Samuel, il primo ebreo a servire come ministro nel governo britannico, nel ruolo di Alto Commissario della Palestina, carica che tenne dal 1920 fino al 1925 e che risultò, in ultima analisi, il primo ebreo a governare il paese storico di Israele in 2000 anni.
Ebbe un ruolo importante nel riconoscimento della lingua ebraica come una delle tre lingue ufficiali della Palestina Mandataria.
In ultima analisi, dobbiamo sottolineare l’importanza che proprio a Sanremo il 24 aprile 1920 fu integralmente recepita la “Dichiarazione di Balfour”, con cui gli inglesi annunciarono finalmente di voler creare un “focolare ebraico” in Palestina. Era l’alba di Israele nella chiarezza della piena legalità dei diritti ebraici di insediarsi nella sua storica terra.
Questo certo e buon diritto ha molti aspetti. Citando stralci dalla prefazione del prof. Ugo Volli alla seconda edizione del libro “Questa terra è la mia terra” di Eli E. Hertz.

– E’ un dato storico e antropologico, basato sulla storia antica del popolo di Israele, che 3000 anni fa ha fondato il primo stato unitario e autonomo nella terra tra il fiume Giordano e il Mediterraneo.

– E’ un dato politico e militare in quanto Israele è sottoposto ad un conflitto terroristico fin da quando era solo un insediamento

– E’ un dato morale e ancora politico, perchè esso deriva dal diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico, sottoposto da secoli alle persecuzioni in Europa e nel mondo musulmano.

– E’ un dato teologico radicato nel patto della Bibbia

– E’ un dato giuridico, ben radicato nel diritto internazionale.

A tal riguardo quest’ultimo aspetto è quello più importante da attualizzare poichè le accuse più gravi e insistenti che oggi si rivolgono ad Israele sono di carattere giuridico, prodotto dal nuovo antisemitismo: l’antisionismo.
E’ dunque su questo piano che ci si deve muovere per sostenere Israele, pittosto che su generici considerazioni di sicurezza o di probabili convenienze politiche.

In occasione del 90° anniversario della Dichiarazione di Sanremo che tenemmo proprio nel castello Devachan proprio a Sanremo il 25 aprile 2010 firmai in un’ideale rappresentanza dell’Italia assieme a Gregory Lafitte per la Francia, David Noakes per il Regno Unito, Goldi Steiner per il Giappone e Eli Hertz per gli Stati Uniti, la Seconda
Dichiarazione di Sanremo, sottoscrivendo il documento proprio nella sala e sul tavolo degli originari firmatari della prima dichiarazione del 1920 (vedi foto).
In essa si riaffermava l’importanza della Risoluzione del 25 aprile sottolineando che restava irrevocabile, legalmente vincolante e tuttora valida. Inoltre si sottolineava che la risoluzione di Sanremo del 1920 ha riconosciuto i diritti nazionali ed esclusivi del popolo ebraico per la Terra di Israele,in forza della legge internazionale e della
connessione storica del popolo ebraico con il territorio in precedenza noto come Palestina.

Si ricordava anche che un evento determinante quale la Conferenza di Sanremo del 1920 è stato dimenticato o ignorato dalla comunità delle nazioni, e che i diritti che conferiva al popolo ebraico sono stati limitati, ignorati e negati.
Infine si stabiliva che una pace giusta e duratura, determinante l’accettazione di confini sicuri e riconosciuti tra tutti gli stati nella regione, può esser raggiunta solamente riconoscendo i diritti di Israele da tempo sanciti nella legge internazionale.
Oggi in occasione del 100° anniversario della Dichiarazione di Sanremo pur in questa emergenza sanitaria che ci relega tutti “agli arresti domiciliari” dovremo impegnarci a diffondere questi argomenti a sostegno della verità, ben sapendo che quando la verità ha come oggetto Israele diventa sempre di interesse biblico.

Ivan Basana

Padova 24 aprile 2020 – 30 Nisam 5780