Cosa succede a un sogno quando deve confrontarsi con il reale?
di Giorgio Berruto
Sionismo o sionismi? Già ai tempi del primo congresso sionista, che si svolse a Basilea nel 1897, era a tutti evidente l’inesistenza di un unico, monolitico sionismo. Negli anni successivi molto è cambiato, non però la pluralità dei sionismi, che anzi è semmai aumentata mentre cresceva la presenza ebraica nella Palestina prima ottomana e poi mandataria: dal sionismo tolstojano di Gordon, che invitava al ritorno alla terra delineando una figura di intellettuale agricoltore sulla scorta del Levin di Anna Karenina a quello culturale e antinazionalista di Buber, a quello antiassimilazionista fondato sullo studio delle fonti di Gershom Scholem eccetera. C’è chi dice che il sionismo, o meglio i sionismi, si siano esauriti con la fondazione dello stato nel 1948 e chi pensa che oggi, in condizioni diverse, descrivano lo stato stesso oppure l’anelito alla convivenza o alla pace o ancora la spinta all’annessione delle regioni bibliche di Giudea e Samària. Vorrei prendere in considerazione solo quelli che hanno avuto più successo e riflettere sulla relazione tra questi e una realtà che spesso li ha contraddetti, a volte anche in modo clamoroso, fino a cambiarli dall’interno. Continua a leggere su Notizie su Israele