di Marco Cassuto Morselli e Gabriella Maestri
In un momento in cui tutto il mondo è giustamente indignato per il razzismo, padre Alberto Maggi, teologo e biblista cattolico, scopre l’origine di questo flagello: la Bibbia! «Si trovano nella Bibbia le radici profonde del razzismo, pianta venefica che intossica gli uomini, generando persone che, chiuse nel proprio angusto confine mentale, si sentono minacciate da tutto ciò che è più ampio, diverso» (A. Maggi, La Bibbia e il razzismo, www. ilLibraio.it).
In primo luogo si potrebbe osservare che è antistorico parlare di razzismo per l’Antichità. Certamente in tutti i popoli antichi gli esempi di xenofobia non mancano, basti pensare al mondo egiziano, che spesso rappresentava i faraoni in atto di calpestare i popoli nemici, o al mondo greco, che definiva barbari tutti coloro che non parlavano la sua lingua e non condividevano la sua civiltà. Ma il razzismo come si è venuto configurare in età moderna, soprattutto a partire dal secolo XIX, è tutt’altra cosa.
Che i testi biblici siano stati utilizzati dai razzisti è senz’altro vero, ma altra cosa è affermare che è la Bibbia stessa ad essere razzista. Certo, in testi così antichi sono presenti passi molto problematici, ma è proprio compito del biblista interpretare e contestualizzare tali testi in modo che non ne derivino interpretazioni fuorvianti.
La pericope di Gn 9,18-27 contenente la benedizione di Shem e Yafet e la maledizione di Kenaan costituisce uno di questi passi. Kenaan viene maledetto in quanto suo padre Ham ha visto la nudità di Noah, ossia ha intaccato quel rispetto per la generazione precedente che è condizione indispensabile per la prosperità e la continuità di un popolo, principio questo che nell’Israele storico verrà affermato con il comandamento: «Onora il padre e la madre».
Questa pericope, posta alla fine del racconto epico del diluvio, ha anche un valore eziologico oltre che morale: nasce dal tentativo di spiegare come mai nell’armonia di un’umanità di fratelli si sia insinuata la schiavitù. La narrazione inoltre può essere stata condizionata dall’esecrazione, riscontrabile in tanti passi della Scrittura, per l’idolatria, accompagnata da culti orgiastici e dalla prostituzione sacra praticati dalle popolazioni cananee. Continua a leggere su Notizie su Israele