Recensione di Giorgia Greco

Scrittori e saggisti hanno raccontato nel corso degli ultimi anni la tragedia della cacciata degli ebrei dai loro paesi d’origine, Egitto, Libia, Iraq, ricostruendo le vicende storiche che hanno portato molte famiglie ebree a ricominciare una nuova esistenza in un paese straniero lasciandosi alle spalle tutto ciò che possedevano, affetti e ricordi. Le stime ufficiali parlano di più di ottocentomila ebrei che hanno abbandonato quelle terre di sole, deserto e mare dove erano piantate le loro radici e che vanno dal Medioriente fino al Maghreb. Paesi come Iraq, Siria, Marocco, Egitto, Libia, che avevano grandi comunità ebraiche vive e fiorenti, formate da commercianti, artigiani, rabbini, medici, studiosi che oggi non esistono più, frantumatesi nell’esilio seguito alle persecuzioni e alle discriminazioni sorte dopo il 1948 e dopo la Guerra dei Sei Giorni. Il volume edito dalla casa editrice Salomone Belforte, in libreria in questi giorni, è legato a una di queste comunità, quella di Libia.Continua a leggere  su informazione corretta