Commento di Diego Gabutti
Come quando si sogna di dover ancora sostenere gli esami di maturità, o (i più anziani) di non aver fatto il servizio militare, ogni tanto appare un libro che mette in scena l’incubo di un’Europa alternata, parallela, in cui gli Alleati sono stati sgominati dai nazifascisti e adesso Hitler o i suoi eredi governano l’Occidente. Non la prima, ma di gran lunga la più sconvolgente di queste storie, è Il richiamo del corno di Sarban, pseudonimo del diplomatico e scrittore inglese John William Wall, che lo pubblicò nel 1952, a sette anni dalla fine della guerra mondiale. Prigioniero dei tedeschi, che lo hanno catturato nei primi mesi del conflitto, il protagonista del Richiamo del corno, un ufficiale inglese, si sveglia cent’anni nel futuro, nel mondo parallelo dominato dagli hitleriani, che praticano la caccia all’uomo nelle foreste da horror film nate intorno alle resistenze dei Gauleiter, capi delle nuove nazioni ariane, forgiate a immagine dei conquistatori. Dieci anni prima di Sarban, nel 1942, una scrittrice molto più brava di lui, Vita Sackville-West, pubblica un romanzo meno azzeccato e sconvolgente del suo, Grand Canyon, Mondadori 1991, storia di un’invasione hitleriana degli Stati Uniti. Ancora ucronie iettatorie: nel 1938, in largo anticipo su Grand Canyon e sul Richiamo del corno, Katharine Burdekin pubblica La notte della svastica, Sellerio 2020, storia d’un futuro molto lontano, in cui le donne sono ridotte a strumenti di riproduzione, mentre la società nazista è rigorosamente omosex. Continua a leggere su informazionecorretta