Commento di Roberto Giardina

Come regalo di nozze, Fred Stein e la moglie Lilo, si comprarono una Leica, che divenne l’unica fonte di guadagno, quando all’avvento di Hitler partirono in luna di miele per Parigi e non tornarono più. Le sue foto vengono esposte a Berlino al Deutsches historisches Museum, fino al 21 giugno. Report from Exil, questo il titolo della mostra, 130 immagini in bianco nero, scattate in esilio, a Parigi e a New York, e molti ritratti. Ein Augenblick, un momento, un istante, il tempo di uno scatto, ti può cambiare la vita, diceva Stein (1909-1967), che divenne il fotografo preferito dell’amica Hannah Arendt. Era il figlio del rabbino di Dresda, studiò legge, si impegnò in politica nel partito socialista, nel 1933 i nazisti lo licenziarono dal tribunale dove era impiegato come funzionario. Un amico lo informò in tempo che la Gestapo stava per arrestarlo, in esilio trasformò il suo hobby in una professione, a Parigi aprì uno studio fotografico nel suo appartamento a Montmartre. Entrò nell’associazione dei giornalisti tedeschi antinazi, fu invitato a mostre collettive insieme con i grandi fotografi del tempo, Ilse Bing, Brassaï, Man Ray, Dora Maar.
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