Analisi di Frediano Sessi
Il 4 agosto 1944, verso le 10.30 una macchina della polizia tedesca si fermò ad Amsterdam davanti all’edificio della Prinsengracht 263, sede della società Opekta Pectacon. In quella casa, in un alloggio all’ultimo piano sul retro, si nascondevano da due anni e trenta giorni otto ebrei: la famiglia Frank, la famiglia Van Pels e il dentista dottor Pfeffer. Comandava l’operazione il sergente maggiore SS Karl Josef Silberbauer, austriaco, con al seguito poliziotti olandesi in abiti civili. Racconta il signor Victor Kugler (chiamato Kraler nel Diario di Anne Frank): «La polizia volle vedere i magazzini sul lato della strada, e io aprii le porte. Pensai, se non vogliono vedere altro, va ancora bene. Ma dopo (…) il sergente maggiore uscì nel corridoio e mi ordinò di seguirlo. All’improvviso, mi ordinò di scostare lo scaffale dal muro e di aprire la porta sul retro». Continua a leggere su IC