Sono gli anni costellati da terrorismo, inflazione galoppante, dipendenza dal petrolio. È in questo contesto che si sviluppa il cosiddetto Lodo Moro, il presunto, ma non troppo, scambio tra il governo italiano e i vari gruppi armati palestinesi, Olp e Flpl in primis. Il patto nasce nel 1969 da un’idea dell’allora Ministro degli Esteri del governo Rumor I, Aldo Moro, come scrive Valentine Lomellini nel suo libro intitolato appunto “Il Lodo Moro, Terrorismo e ragion di Stato”, Edizioni Laterza. La miccia è l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del ’72. L’Italia e altri stati europei, tra cui la Francia, pensano a come evitare gli attentati. La chiave può essere una sorta di immunità a chi agisce sul territorio nazionale nell’illusione di una tregua.
Giugno 1973. Un ordigno esplode in Piazza Barberini a bordo di una Mercedes ferendo un cittadino giordano e uno siriano. È un incidente, i due stanno fabbricando una bomba. Vengono scarcerati il 13 agosto dello stesso anno.
Settembre 1973. Cinque terroristi arabi vengono trovati in possesso di lanciamissili di fabbricazione sovietica grazie a un’operazione congiunta tra SID e Mossad ad Ostia. L’intento è abbattere un aereo civile israeliano in partenza dall’aeroporto di Fiumicino in occasione della visita della premier Golda Meir. Hanno tra i 20 e i 30 anni e sono di varie nazionalità, c’è anche un libico, Atef Bseiso. Continua a leggere su Shalom