Hamas ha la possibilità di porre fine alle attuali sofferenze di Gaza quasi immediatamente, rilasciando tutti gli ostaggi e offrendo una resa incondizionata.

di Noah Beeck

Quando le immagini orribili delle sofferenze dei civili a Gaza inondano i media e infiammano le emozioni al di là di ogni analisi razionale, la sfida è quella di mantenere la lucidità su chi sia responsabile degli orrori che si stanno verificando.
   Date dunque a  Hamas la colpa per tutte le sofferenze patite dalla popolazione di Gaza dopo il 7 ottobre, perché il 6 ottobre non c’era motivo per Israele di rivolgere la sua forza militare contro Gaza. In effetti, il massacro del 7 ottobre è stato possibile in parte perché Israele è stato indotto a credere che Hamas fosse interessato alla prosperità economica.
   Ma il 7 ottobre Hamas ha invaso il territorio israeliano, ha rapito oltre 230 israeliani e ha massacrato 1.400 persone, il che equivale a quasi 52.000 morti negli Stati Uniti – circa diciassette 11 settembre in un giorno – e circa 8.500 americani presi in ostaggio. E l’orribile ferocia di questi omicidi e rapimenti, anche se in numero molto inferiore, probabilmente indurrebbe la maggior parte dei militari del mondo ad agire in modo molto più aggressivo e deciso di quanto abbia fatto finora Israele. In effetti, con un solo 11 settembre, gli Stati Uniti hanno lanciato guerre massicce contro due Paesi dall’altra parte del pianeta, causando centinaia di migliaia di morti tra i civili. Quindi una risposta militare devastante alle atrocità di massa di Hamas era del tutto prevedibile, lasciando Hamas come unico responsabile dell’attuale conflitto. Dal punto di vista legale, Hamas è stato la «causa prima» dell’attuale guerra: se non ci fosse stato nessun massacro di Hamas il 7 ottobre, non ci sarebbe stata nessuna “Operazione Spade di Ferro” da parte dell’esercito israeliano in seguito.
   Sarebbe stato colpevole da parte di qualsiasi governo israeliano non perseguire la completa eradicazione di Hamas dopo il massacro del 7 ottobre, che ha reso innegabile l’intento omicida dell’organizzazione terroristica. Lo statuto di Hamas dichiara apertamente l’obiettivo di uccidere tutti gli ebrei, ma questo obiettivo non è mai stato perseguito su una scala così schiacciante e con atrocità così feroci orgogliosamente registrate e diffuse da Hamas. Inoltre, la grande quantità di armi, cibo e rifornimenti trovati addosso agli attentatori dimostra che Hamas intendeva attaccare diverse grandi città israeliane in un periodo di diverse settimane e che voleva massimizzare le uccisioni di israeliani, come dimostrano le istruzioni trovate per la fabbricazione di un’arma chimica al cianuro. Non c’è quindi più alcun dubbio sulle intenzioni di Hamas, né ci si può illudere che Israele possa in qualche modo imparare a convivere con un simile vicino, o che ci sia una qualche speranza di coesistenza pacifica con i palestinesi dentro o fuori Gaza finché Hamas sopravvive. Continua a leggere su NdI