News del 9 novembre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini

  • I capi sacerdoti e i farisei, quindi, radunarono il Sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Perché quest’uomo fa molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno, città e nazione”.   Uno di loro, Caiafa, che era sommo sacerdote di quell’anno, disse loro:“Voi non capite nulla e non riflettete come torni a vostro vantaggio che un uomo solo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione”.  (Gv 11,47-50).
Questo incontro descritto nel Vangelo di Giovanni fu convocato dal Sinedrio per gestire la “situazione di crisi” della crescente popolarità del Messia Yeshua. 
I sacerdoti capi costituivano il principale collegamento diplomatico tra il potere romano occupante e il popolo ebraico e, come la maggior parte dei politici, uno dei loro interessi primari era preservare la propria carica e il controllo del potere. Yeshua non era sicuramente il Messia di Israele di loro scelta. Il consiglio di Caifa quella sera si basava su quella che viene chiamata “Realpolitik” (termine tedesco che significa “politica pratica, reale o realistica”): meglio che Yeshua muoia piuttosto che la struttura del potere sacerdotale perda il controllo e, di conseguenza, i romani possano schiacciare il popolo ebraico.
 
Tale filosofia politica della Realpolitik guida oggi quasi tutti i think tank strategici nazionali. Ecco alcuni dei suoi punti principali:
  • decidere politiche diplomatiche o politiche sulla base di considerazioni di circostanze e fattori dati, invece di seguire ideologie o premesse etico-morali; 
  • “Per abbattere le mura di Gerico, il Realpolitiker sa che il semplice piccone è più utile della più potente tromba” (August Ludwig von Rochau; ‘Grundsätze der Realpolitik, angewendet auf die staatlichen Zustände Deutschlands’ [‘La politica pratica: un’applicazione della sua Principi sulla situazione degli Stati tedeschi’], 1853);
  • l’esercizio di politiche considerate “realismo politico”. Le politiche si basano sul perseguimento, il possesso e l’applicazione del potere.
 
La Realpolitik è l’opposto dell’avere forti basi morali o ideologiche. Non segue un insieme di regole bibliche. La Realpolitik è orientata al raggiungimento di obiettivi specifici, limitati solo da “come portare a termine le cose”. Di solito comporta il compromesso su principi ideologici.
 
Il Dio di Giacobbe ordinò ai re ebrei di seguire la realpolitik?

Quando sarai entrato nel paese che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà e ne avrai preso possesso e lo abiterai, se dici: ‘Voglio costituire un re su di me come tutte le nazioni che mi circondano’, dovrai costituire su di te come re colui che l’Eterno, il tuo Dio, avrà scelto. Costituirai su di te come re uno dei tuoi fratelli; non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello. Però, non deve avere un gran numero di cavalli, e non deve ricondurre il popolo in Egitto per procurarsi un gran numero di cavalli, poiché l’Eterno vi ha detto: ‘Non rifarete mai più quella via’. E non deve avere neppure un gran numero di mogli; affinché il suo cuore non si svii; e non deve avere neppure una gran quantità d’argento e d’oro. Quando si insedierà sul suo trono reale, scriverà per suo uso in un libro, una copia di questa legge secondo l’esemplare dei sacerdoti levitici. E terrà il libro presso di sé, e lo leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere l’Eterno, il suo Dio, e a mettere diligentemente in pratica tutte le parole di questa legge e tutte queste prescrizioni, affinché il suo cuore non si elevi al di sopra dei suoi fratelli, ed egli non devii da questi comandamenti né a destra né a sinistra, e prolunghi così i suoi giorni nel suo regno, egli con i suoi figli, in mezzo a Israele.

 (Deuteronomio 17 :14-20)
 
 
Il leader ideale (agli occhi di Dio) è un uomo che valuta le questioni, prende le sue decisioni e le mette in pratica sulla base della parola di Dio: le Scritture. Il suo cuore non deve essere influenzato dalla ricerca del potere o della ricchezza. Sulla base di queste linee guida, oggi ci sono pochi leader devoti su questo pianeta.
 
Il gioco della sedia a Gaza
La Casa Bianca e’ chiara nel comunicare che l’obbiettivo e’ l’incoronazione di un nuovo leader arabo che sostituirà Hamas come nuovo potentato a Gaza: stanno spingendo a favore dell’Autorità Palestinese:
  • “È necessaria un’Autorità Palestinese. È necessario che ci sia un percorso verso uno Stato palestinese” (POTUS Biden)
  • “Ad un certo punto, ciò che avrebbe più senso è che un’Autorità Palestinese efficace e rivitalizzata abbia la governance e, in ultima analisi, la responsabilità della sicurezza su Gaza”, ha dichiarato il Segretario di Stato Anthony Blinken alla Commissione per gli stanziamenti del Senato martedì 31 ottobre 2023.
Gli osservatori più attenti capiscono chiaramente che Hamas non è più (e non è mai stato) un candidato adatto. Si tratta di un’organizzazione terroristica jihadista colpevole di orrendi crimini di guerra, responsabile dello stupro di massa, della tortura, del rapimento e del massacro di oltre 1.400 personbe tra cui neonati, bambini, adolescenti, giovani e pensionati, il 7 ottobre 2023. Ma dal momento che l’Autorità Palestinese viene spinta avanti dall’amministrazione statunitense, bisognerebbe porsi alcune domande:
  • Cos’è l’Autorità Palestinese (AP)?
  • Sono coinvolti anche loro in attività terroristiche?
  • Qual è il legame storico tra l’Autorità Palestinese/OLP e gli Stati Uniti?
  • Perché l’America spinge affinché l’Autorità Palestinese/OLP diventi la nuova dittatura a Gaza?
 
L’OLP – fondata nella Gerusalemme occupata dalla Giordania
Il 28 maggio 1964 il re Hussein di Giordania convocò un Consiglio nazionale palestinese nella Gerusalemme controllata dalla Giordania, dicendo ai 400 delegati: “I cuori di milioni di Arabi bramano il recupero della patria saccheggiata… non c’è valore né significato in Arabi che vivono senza Palestina” (Jerusalem Post, 29 maggio 1964). Furono istituiti comitati per elaborare piani militari e politici per la conquista di Israele. Fu in quella conferenza che venne fondata l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Una Carta dell’OLP è stata redatta nel 1964, ed è stata successivamente aggiornata nel luglio 1968. Ecco alcuni articoli selezionati dalla Carta dell’OLP del 1968:
 
  • Articolo 9: La lotta armata è l’unico modo per liberare la Palestina. Questa è la strategia complessiva, non solo una fase tattica. Il popolo arabo palestinese afferma la sua assoluta determinazione e ferma risoluzione nel continuare la lotta armata e nell’adoperarsi per una rivoluzione popolare armata per la liberazione del proprio paese e il suo ritorno ad esso.
  • Articolo 10: L’azione di commando costituisce il nucleo della guerra di liberazione popolare palestinese. Ciò richiede escalation, globalità e mobilitazione di tutti gli sforzi popolari ed educativi palestinesi, nonché la loro organizzazione e coinvolgimento nella rivoluzione palestinese armata. 
  • Articolo 14: Il destino della nazione araba e l’esistenza stessa degli Arabi dipende dal destino della causa palestinese. 
  • Articolo 15: La liberazione della Palestina, dal punto di vista arabo, è un dovere nazionale e tenta di respingere l’aggressione sionista e imperialista contro la patria araba e mira all’eliminazione del sionismo in Palestina. 
  • Articolo 19: La spartizione della Palestina nel 1947 e la creazione dello Stato di Israele sono del tutto illegali. 
  • Articolo 20: La Dichiarazione Balfour, il Mandato per la Palestina e tutto ciò che è basato su di essi, sono considerati nulli. Le affermazioni di legami storici o religiosi degli ebrei con la Palestina sono incompatibili con i fatti della storia e con la vera concezione di ciò che costituisce uno stato. L’ebraismo, essendo una religione, non è una nazionalità indipendente. Né gli ebrei costituiscono un’unica nazione con un’identità propria; sono cittadini degli Stati a cui appartengono. 
  • Articolo 22: Il sionismo è un movimento politico organicamente associato all’imperialismo internazionale e antagonista di ogni azione di liberazione e dei movimenti progressisti nel mondo. È razzista e fanatico nella sua natura, aggressivo, espansionista e coloniale nei suoi obiettivi e fascista nei suoi metodi. Israele è lo strumento del movimento sionista e la base geografica dell’imperialismo mondiale posizionato strategicamente nel mezzo della patria araba per combattere le speranze della nazione araba per la liberazione, l’unità e il progresso. Israele è una fonte costante di minaccia per la pace in Medio Oriente e nel mondo intero. . . La liberazione della Palestina distruggerà la presenza sionista e imperialista e contribuirà all’instaurazione della pace in Medio Oriente. 
  • Articolo 30: I combattenti e i portatori di armi nella guerra di liberazione sono il nucleo dell’esercito popolare che sarà la forza protettiva per le conquiste del popolo arabo palestinese.
La fazione più numerosa dell’OLP era guidata da Yasser Arafat, che si unì nel 1968 diventando presidente del comitato esecutivo dell’OLP. Il nome arabo dell’OLP è Fatḥ o al-Fatah, una parola che significa vittoria, svolta, apertura o conquista. Fatḥ è un acronimo che utilizza le lettere invertite (cioè scritte al contrario) (HTF invece di FTH) del nome arabo dell’organizzazione “Movimento di liberazione nazionale palestinese” (Ḥarakat al-Taḥrīr al-Waṭanī l-Filasṭīnī). Nell’Islam, Fatḥ ricorda ai musulmani Fatḥ al-Shām – la “conquista del Levante”, compresa Gerusalemme – la conquista jihadista di Siria, Giordania e Israele nel periodo immediatamente successivo alla morte di Maometto.
 
La 48a sura (capitolo) del Corano si chiama Al-Fatḥ e descrive in dettaglio il Trattato di Hudaybiyyah. L’accordo di Hudaybiyyah (un patto decennale stabilito tra Maometto con la tribù araba dei Quraysh) fu rotto da Maometto dopo due anni, quando le sue forze jihadiste – dopo essersi riarmate durante il patto di pace – soggiogarono la tribù dei Quraysh e avanzarono alla conquista della Mecca. Arafat ha citato più volte questo precedente islamico quando ha firmato gli accordi di Oslo con lo Stato ebraico, come giustificazione per il suo presunto riconoscimento di Israele e la rinuncia alle attività terroristiche. La seguente citazione dal quotidiano al-Quds del 10 maggio 1998 illustra la strategia di Arafat:
  • Pensi di aver commesso un errore dando il tuo consenso a OsloArafat; “No, no ! Il messaggero di Allah, Maometto, ha accettato l’accordo di pace al-Hudaybiyyah e Salah a-Din ha accettato l’accordo di pace con Riccardo Cuor di Leone”
  • (N.B.: Salah a-Din era il leader musulmano che, dopo un cessate il fuoco, ha dichiarato jihad contro i Crociati e ha catturato Gerusalemme)
 
 

Può un leopardo cambiare le sue macchie? (Geremia 13:23)

Nel 1993, in seguito agli Accordi di Oslo, l’OLP/al Fatah ha assunto la guida dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), oggi conosciuta come Autorità Palestinese (AP). In altre parole, l’Autorità Palestinese è un altro termine per l’OLP.

 

  • L’OLP/AP ha dichiarato pubblicamente in due forum mondiali di aver rinunciato al terrore:
  • «Quanto al terrorismo, l’ho annunciato ieri senza mezzi termini, e lo ripeto per la cronaca: Rinunciamo totalmente e assolutamente a ogni forma di terrorismo, compreso il terrorismo individuale, di gruppo e di Stato» (Ginevra, 14 dicembre 1988; Yasser Arafat, dichiarazione della conferenza stampa) “.
  • L’OLP rinuncia all’uso del terrorismo e di altri atti di violenza e si assumerà la responsabilità di tutti gli elementi e il personale dell’OLP al fine di assicurarne l’osservanza, prevenire violazioni e disciplinare i trasgressori” (Lettera di Yasser Arafat al Primo Ministro Yitzhak Rabin; 9 settembre 1993).

Eppure Arafat, l’OLP e l’Autorità Palestinese continuano a portare avanti il terrorismo, rendendoli colpevoli di una sostanziale violazione degli Accordi di Oslo.

Per un elenco e una descrizione degli attacchi terroristici compiuti sia dall’OLP che dalle forze dell’Autorità Palestinese (sia prima che dopo la firma degli accordi di rinuncia al terrorismo), vedere i seguenti articoli (in inglese):

 

Due attacchi terroristici particolarmente sfrontati dell’OLP/Autorità Palestinese – sventati mentre erano in corso – sono:

  • quello del 30 maggio 1990 – Spiaggia di Zikim a sud di Tel Aviv – due squadre terroristiche dell’OLP su imbarcazioni Zodiac in procinto di attaccare i bagnanti israeliani
  • 3 gennaio 2002 – La ‘MV Karine A’, una nave da carico palestinese che trasportava 50 tonnellate di armi fornite dall’Iran, compresi i razzi Katyusha, i missili anticarro e gli esplosivi ad alto potenziale, sono stati attaccati dai commando navali dell’IDF. Il capo del dipartimento appalti dell’Autorità Palestinese, Adel Awadallah al-Mughrabi, aveva acquistato questa nave da carico da 4.000 tonnellate in Libano con 400.000 dollari forniti da Fuad Shobaki, un generale di brigata dell’esercito dell’Autorità Palestinese. Shobaki era il consigliere finanziario di Arafat più vicino a lui. Due funzionari di polizia dell’Autorità Palestinese, Fathi Razam e Omar Akawi, hanno supervisionato l’acquisto. Le informazioni di base che si sono rese disponibili hanno mostrato che l’OLP/AP è stata colta in flagrante, creando una serie di problemi al Dipartimento di Stato americano e alla sua politica – a lungo nascosta – di cooperazione clandestina con l’OLP.
 
Il 13 febbraio 2002 il 107° Congresso degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge H.R. 3743, che affermava, tra le altre cose:

Il Congresso giunge ai seguenti risultati:

  • Yasser Arafat, in una lettera inviata all’allora Primo Ministro israeliano Rabin il 9 settembre 1993, dichiarò che l’OLP “rinuncia all’uso del terrorismo e di altri atti di violenza e si assumerà la responsabilità di tutti gli elementi e il personale dell’OLP al fine di assicurarne il rispetto, prevenire le violazioni e disciplinare i trasgressori.” 
  • Durante gli ultimi 18 mesi dell’Intifada, centinaia di israeliani sono stati uccisi in numerosi attacchi terroristici commessi da terroristi appartenenti a organizzazioni estremiste palestinesi. 
  • Il rapporto del Dipartimento di Stato dell’aprile 2001 sul rispetto da parte dei palestinesi delle norme Gli accordi di Oslo dettagliano il coinvolgimento della fazione Fatah dell’OLP e delle unità militanti di Tanzim nel terrorismo e nell’incitamento alla violenza, affermando che “elementi di Fatah, una fazione dell’OLP, e membri delle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese [Autorità Palestinese] hanno istigato e partecipato direttamente ad azioni anti-israeliane”. violenza. . .”
  • Secondo il governo israeliano, più del 70% degli attacchi terroristici in Israele sono stati commessi da Fatah, Tanzim e le sue brigate militari, e dalla Force 17.
  • La guardia presidenziale di Yasser Arafat. L’OLP ha recentemente tentato di contrabbandare più di 50 tonnellate di armi dall’Iran nel territorio controllato dall’OLP. 
  • Il presidente Bush ha dichiarato: “Ordinare armi intercettate su una nave diretta in quella parte del mondo non fa parte della lotta al terrorismo [. . .] Questo sta rafforzando il terrore.”
 

Il Congresso ritiene che l’OLP stia violando gli accordi di Oslo in base ai quali l’organizzazione si è impegnata ad abbandonare e rinunciare al terrorismo.

In una causa civile del febbraio 2015, un tribunale federale degli Stati Uniti ha ritenuto sia l’Autorità Palestinese che l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina responsabili della morte e del ferimento di cittadini statunitensi in una serie di attacchi terroristici avvenuti in Israele dal 2001 al 2004. Sfortunatamente, il 31 agosto 2016 , la Corte d’Appello della Seconda Circoscrizione degli Stati Uniti a Manhattan respinse la causa – ma non perché l’OLP/Autorità Palestinese non avesse supervisionato gli atti terroristici – erano infatti stati coinvolti fino al collo in atti terroristici. La Corte d’Appello ha respinto la decisione sulla base del fatto che i tribunali federali statunitensi non avevano giurisdizione all’estero sulle cause civili.

 

  • Il leopardo non ha cambiato le sue macchie.
 

Un jihadista dell’OLP/AP che combatte sotto un altro nome

I membri originari dell’OLP si sono divisi in vari gruppi e correnti, pur rimanendo parte dell’OLP. Questi gruppi includono il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale. Questi gruppi sono apertamente coinvolti nel terrorismo, ma sono ancora membri in regola dell’OLP. Anche l’Autorità Palestinese non fa mistero del proprio finanziamento al terrorismo palestinese.

Un gruppo terroristico (che fa ufficialmente parte dell’Autorità Palestinese) sono le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa. Questa organizzazione rimane attivamente coinvolta negli attacchi terroristici jihadisti. Ecco i link alle loro attività (in inglese):

 
 

Il 18 dicembre 2003, al-Fatah ha chiesto ai leader delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa di unirsi al Consiglio di Fatah, riconoscendolo ufficialmente come parte dell’organizzazione di Fatah. L’organizzazione Fatah, ricordiamo, è il contingente più numeroso dell’Autorità Palestinese.

Nel giugno 2004, il primo ministro dell’Autorità Palestinese Ahmed Qurei ha affermato che gli uomini armati delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa hanno il diritto di svolgere un ruolo nel futuro palestinese: “Abbiamo chiaramente dichiarato che le Brigate dei Martiri di Aqsa fanno parte di Fatah”, ha detto Qurei in un’intervista a il quotidiano londinese Asharq al-Awsat. “Ci impegniamo nei loro confronti e Fatah ha la piena responsabilità per il gruppo”. Il Primo Ministro Qurei ha aggiunto che la sua massima priorità sarà quella di salvaguardare la sicurezza di questi uomini armati ricercati da Israele. Ha detto che sarebbero stati integrati nelle istituzioni di Fatah e sarebbero stati pagati loro gli stipendi.

I due articoli seguenti mostrano come l’Autorità Palestinese promuove, onora e glorifica i terroristi di Hamas e al-Aqsa, e come Hamas e Fatah competono nel vantarsi di chi sta uccidendo più ebrei israeliani:

Nei giorni immediatamente successivi al pogrom terroristico jihadista di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha massacrato, violentato, torturato e rapito migliaia di cittadini israeliani, le Brigate dei Martiri di al-Aqsa hanno rilasciato dichiarazioni e video in cui strombazzavano che anche Fatah/al-Aqsa avevano partecipato agli attacchi di Hamas :

 

Alla luce dei fatti sopra menzionati, le recenti dichiarazioni del presidente Biden e del segretario di Stato Blinken – quando parlano della “logica e fattibilità” di affidare all’Autorità Palestinese/OLP/Brigate Martiri di al-Aqsa la gestione di Gaza ( con l’approvazione del Dipartimento di Stato americano) – si sono rivelate pericolosamente ambigue.

 

La politica statunitense sembra intenzionata a sostituire un governo terrorista con un altro:

  • “È necessaria un’Autorità Palestinese. È necessario che ci sia un percorso verso uno Stato palestinese”
  • “Ad un certo punto, ciò che avrebbe più senso è che un’Autorità Palestinese efficace e rivitalizzata avesse la governance e, in ultima analisi, la responsabilità della sicurezza di Gaza”, ha detto Blinken alla Commissione per gli stanziamenti del Senato martedì 31 ottobre 2023
 
Ballando con il diavolo

Molti non sono consapevoli del fatto che la comunità dell’intelligence statunitense ha avuto collegamenti clandestini e un rapporto di lavoro significativo con l’OLP dal 1969, al culmine del suo coinvolgimento in Medio Oriente e col terrorismo mondiale.
Nel novembre 1969, l’ufficiale della CIA Robert Ames entrò allo Strand Café in Rue Hamra, a Beirut ovest, per incontrare Ali Hassan Salameh, un palestinese di 27 anni confidente di Yasser Arafat. Salameh era un membro del Consiglio rivoluzionario e dell’Apparato rivoluzionario di sicurezza dell’OLP/Fatah, che sviluppò nella Forza 17 (la forza di sicurezza personale e l’unità di controspionaggio di Arafat).

Il padre di Ali Hassan Salameh era Ḥasan Salāmah, un comandante della rivolta araba (1936-1939) contro le forze del mandato britannico e la popolazione ebraica locale. Un po’ di storia interessante qui: nel 1941 Salāmah fuggì con il Gran Mufti Haj Amin al-Husseini e Fawzi al-Qawuqji nella Germania nazista dove prestò servizio come assistente senior del Mufti. Nell’ottobre del 1944 si lanciò con il paracadute da un Heinkel della Luftwaffe nazista nel Wadi Qelt nel deserto della Giudea insieme a tre commando templari tedeschi. Le loro armi includevano esplosivi, mitragliatori, dinamite, apparecchiature radio e veleni destinati a distruggere l’acqua potabile di Tel Aviv. Nel gennaio 1945 comandò quaranta Waffen S.S. 13th Handžar (“Coltello”) truppe naziste musulmane bosniache, il cui numero alla fine arrivò a 500. Nel 1948 Salāmah comandò l’Esercito palestinese della Guerra Santa (Jaysh al-Jihad al-Muqaddas) insieme ad Abdul Qadir al -Husseini. Fu ucciso combattendo le forze israeliane dell’Irgun a Rosh Ha’ayin nel giugno 1948.

Il figlio di Ḥasan Salāmah, Ali Hassan Salameh, fu cresciuto con l’obiettivo di sostenere la causa di suo padre: l’annientamento dello stato ebraico. Da giovane trascorse del tempo in Germania e in Libano e nel 1968 ricevette un addestramento dall’intelligence militare egiziana. Dopo il suo incontro a Beirut nel 1969, a Salameh fu assegnata la cripta operativa della CIA (crittonimo o nome in codice) MJS/TRUST2. Ali Hassan non era un agente pagato sotto il controllo della CIA, ma era una risorsa dell’intelligence – un importantissimo “canale segreto” tra il governo degli Stati Uniti e Arafat. Robert Ames disse a Salameh durante il loro incontro: “Arafat ha amici nelle alte sfere e lo stesso vale per la sua causa”. Disse a Salameh che lo stesso presidente Richard Nixon aveva autorizzato Ames a “esplorare la possibilità di un contatto tra gli Stati Uniti e l’OLP”. Ames ha detto che agiva sotto l’autorità del Consiglio di sicurezza nazionale americano. Il messaggio ad Arafat era: “Voi arabi affermate che le vostre opinioni non sono ascoltate a Washington. Ecco la tua occasione. Il presidente degli Stati Uniti sta ascoltando”.

Nel gennaio 1970 il capo della CIA (DCI) Richard Helms incoraggiò Ames a perseguire i collegamenti dell’Agenzia con l’OLP, e nel giro di pochi mesi informò Kissinger e Nixon di questi canali backdoor. La prospettiva media degli agenti della CIA a quel tempo può essere riassunta in due citazioni del collegamento di Salameh con la CIA, Robert Ames:

  • Nella primavera del 1972, Ames scriveva: “Anche se non sono d’accordo con tutte queste [attività terroristiche], posso simpatizzare l’organizzazione che crede debbano portarle avanti”.
  • Interrogato sui cristiani in Libano, Ames ha affermato che vogliono creare “un proprio Stato, protetto dagli Stati Uniti, proprio come Israele. Non abbiamo bisogno di un altro Israele nella zona”.
 

Nel settembre del 1970 il Regno Hascemita di Re Hussein di Giordania venne quasi rovesciato dall’OLP. L’esercito del re intraprese battaglie campali con l’OLP e alla fine li espulse dalla Giordania al Libano. L’OLP di Arafat creò una nuova ala terroristica “anonima” chiamata “Settembre Nero”, guidata da Amin al-Hindi (in seguito capo dell’intelligence dell’Autorità Palestinese), Mohammad Daoud Oudeh (Abu Daoud) – uno dei fondatori di al-Fatah e la mente del massacro di Monaco del 1972, e Salah Mesbah Khalaf (Abu Iyad) – vice capo e capo dell’intelligence dell’OLP e il secondo funzionario più anziano di Fatah dopo Yasser Arafat. Ali Hassan Salameh era un agente chiave nel Settembre Nero. Ecco un articolo che presenta la prospettiva della CIA in quel periodo, scritto dal veterano trentenne Bruce Riedel. Ecco un video di Sam Wyman, ex ufficiale senior delle operazioni della CIA, che ricorda il rapporto di Salameh con la CIA.

Negli anni ’70 Salameh era il collegamento con l’organizzazione terroristica tedesca Gruppo Baader-Meinhof (co-perpetratori del dirottamento di Entebbe). Come canale segreto tra gli Stati Uniti e l’OLP, Salameh fornì ad alti diplomatici americani, tra cui l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, suggerimenti sui complotti di assassinio pianificati da altri gruppi terroristici radicali palestinesi. Si dice anche che abbia fornito informazioni simili a organizzazioni di sicurezza nella Germania occidentale, in Italia e in Giappone “per dimostrare che Al Fatah non era più un’organizzazione terroristica” – sebbene la verità documentata dimostri esattamente il contrario.

Nel settembre del 1970 il Regno Hascemita di Re Hussein di Giordania venne quasi rovesciato dall’OLP. L’esercito del re intraprese battaglie campali con l’OLP e alla fine li espulse dalla Giordania al Libano. L’OLP di Arafat creò una nuova ala terroristica “anonima” chiamata “Settembre Nero”, guidata da Amin al-Hindi (in seguito capo dell’intelligence dell’Autorità Palestinese), Mohammad Daoud Oudeh (Abu Daoud) – uno dei fondatori di al-Fatah e la mente del massacro di Monaco del 1972, e Salah Mesbah Khalaf (Abu Iyad) – vice capo e capo dell’intelligence dell’OLP e il secondo funzionario più anziano di Fatah dopo Yasser Arafat. Ali Hassan Salameh era un agente chiave nel Settembre Nero. Ecco un articolo che presenta la prospettiva della CIA in quel periodo, scritto dal veterano trentenne Bruce Riedel. Ecco un video di Sam Wyman, ex ufficiale senior delle operazioni della CIA, che ricorda il rapporto di Salameh con la CIA.

Disgustoso omicidio
Alla fine di febbraio 1973, la postazione di ascolto dell’Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti a Cipro raccolse il traffico radio tra il presidente dell’OLP Arafat, il co-fondatore di al-Fatah Salah Khalaf (Abu Iyad) e altri che segnalavano che un’operazione terroristica dell’OLP stava per essere condotta a Khartoum, in Sudan. Un messaggio di avvertimento “lampo” è stato immediatamente inviato, ma un ufficiale di guardia del Dipartimento di Stato ha inspiegabilmente declassato il messaggio alla trasmissione di routine.

Nella prima serata del 1 marzo, otto terroristi dell’Organizzazione Settembre Nero hanno sequestrato l’ambasciata saudita a Khartoum durante un ricevimento diplomatico. I terroristi hanno preso in ostaggio l’ambasciatore statunitense Cleo Noel, il vice capo della missione statunitense George C. Moore, gli incaricati d’affari belgi e giordani e l’ambasciatore saudita. I terroristi dell’OLP chiesero il rilascio di un leader di Settembre Nero detenuto in Giordania, di diversi membri della banda terroristica Baader-Meinhof detenuti in Germania, ecc. Quando le richieste dei terroristi non furono soddisfatte, istruzioni in codice furono inviate da Abu Iyad (la persona più vicina ad Arafat, associato di Fatah nell’OLP) e riconfermate dallo stesso presidente dell’OLP Arafat in una trasmissione in codice separata, ordinando loro di uccidere Noel, Moore e Eid. Alle 21:00 Quella stessa notte, gli agenti di Settembre Nero portarono Noel, Moore e Eid nel seminterrato dell’ambasciata e li uccisero con quaranta colpi di Kalashnikov, sparati dai piedi alla testa per infliggere la massima sofferenza alle vittime.

 

Un rapporto di intelligence preparato congiuntamente dal Dipartimento di Stato americano e dalla CIA afferma: “La Black September Organization (BSO) è un termine di copertura per le operazioni terroristiche di Fatah eseguite dall’organizzazione di intelligence di Fatah. . . In queste operazioni vengono utilizzati fondi, strutture e personale di Fatah. . . A tutti gli effetti non è più possibile fare alcuna distinzione significativa tra BSO e Fatah. . . Il leader di Fatah, Yasser Arafat, è stato ora descritto nei recenti servizi segreti come colui che ha dato l’approvazione all’operazione di Khartoum prima del suo inizio”.“Fin dal primo momento dell’operazione mortale, avvenuta a Khartum il 1° marzo 1973, il Dipartimento di Stato americano possedeva prove dirette della responsabilità di Arafat, ma né il Dipartimento di Stato né nessun altro ente governativo ne hanno reso pubblica la conoscenza. Infatti, ancora nell’estate del 2002, il Dipartimento di Stato ha negato l’esistenza di tali prove”. Solo nel giugno 2006, in risposta a una richiesta del Freedom of Information Act, l’Ufficio dello storico del Dipartimento di Stato ha pubblicato un riepilogo ufficiale basato sui segnali delle comunicazioni intercettate dall’intelligence della CIA e della NSA. Si affermava chiaramente: “L’operazione Khartoum è stata pianificata e portata avanti con la piena conoscenza e l’approvazione personale di Yasser Arafat”.

Le memorie dell’ex segretario di Stato Henry Kissinger osservano un totale blackout delle notizie riguardo alla responsabilità di Arafat nell’operazione di Khartoum. Non si fa menzione di Arafat, Fatah o dell’OLP. Per 33 anni, sette successive amministrazioni americane hanno coperto l’omicidio dei diplomatici americani da parte di Arafat, ponendo l’OLP/Autorità Palestinese al centro della politica statunitense in Medio Oriente. “In violazione della legge statunitense, il Dipartimento di Stato ha negato che Fatah, l’OLP e l’Autorità Palestinese siano organizzazioni terroristiche e le ha finanziate attivamente con i dollari dei contribuenti statunitensi”.

 

Perché il silenzio?

  • La risposta dell’America a Khartoum è stata duplice: in primo luogo, nascondere a tutti i costi il coinvolgimento omicida dell’OLP; e in secondo luogo, ripagare l’OLP con l’immunità operativa, a condizione che Arafat non attaccasse gli americani. Ciò ha consentito agli Stati Uniti di “costruire un nuovo ordine in Medio Oriente”, basato su una fondazione terroristica dell’OLP/Autorità Palestinese.

 

Nel settembre 1973, sei mesi dopo Khartoum, l’ufficiale della CIA Ames inviò a Salameh un messaggio, utilizzando un semplice codice per la CIA, l’OLP e Israele: “La mia azienda è ancora interessata a collaborare con l’azienda di Ali. La compagnia del sud [Israele] ha indagato. Ho visto molti dei loro file e sanno dei nostri contatti.” Nell’autunno del 1973 e all’inizio del 1974, Kissinger autorizzò il vicedirettore della Central Intelligence Vernon Walters a partecipare ai primi incontri tra un diplomatico americano e l’OLP. Walters riferì in un dispaccio diplomatico segreto a Kissinger: “Ho detto che non gli avrei fatto domande su Khartoum”.

Kissinger si riferisce indirettamente a questi obiettivi nel suo resoconto dell’incontro USA-OLP: “L’incontro di Walters raggiunse il suo scopo immediato: guadagnare tempo e prevenire attacchi radicali al processo di pace iniziale. Successivamente, gli attacchi contro gli americani – almeno da parte della fazione dell’OLP di Arafat – cessarono”. Una battuta che circolava alla stazione della CIA di Beirut era: “Conviene vivere nello stesso edificio dei diplomatici americani perché la sicurezza dell’OLP è così buona”. Un membro della CIA che era presente all’incontro di Walters ha detto questo: “Arafat e la sua ala Fatah dell’OLP cercheranno di fermare le operazioni terroristiche internazionali al di fuori di Israele, con la consapevolezza che Arafat non potrà essere ritenuto responsabile delle azioni di ogni palestinese. In cambio, gli Stati Uniti si sono detti pronti a riconoscere i diritti legittimi dei palestinesi”.

 

  •   Questa interpretazione politica affermava apertamente che, finché l’OLP avesse continuato a uccidere gli ebrei (ma solo in Israele), gli Stati Uniti avrebbero aiutato l’OLP a stabilire il proprio stato terroristico in Cisgiordania.


Dato che il braccio destro di Arafat (Mahmoud Abbas/Abu Mazen) è l’attuale presidente dell’Autorità palestinese, queste questioni sono essenziali per comprendere cosa sta accadendo dietro le quinte. L’ex analista della NSA Jim Welsh (l’uomo che aveva intercettato l’ordine di Arafat di uccidere l’ambasciatore americano in Sudan) commentò in un’intervista del 2003: “Ci sono limiti oltre i quali le questioni di politica estera dovrebbero richiedere ad un uomo di abbassarsi. Stringere la mano all’assassino di un ambasciatore americano è un caso del genere. Qualsiasi pace basata su quella mano è un’illusione”.


Durante gli anni di Kissinger, i cablogrammi della CIA provenienti dall’ambasciata di Beirut indicavano che pensavano che Arafat avrebbe potuto contribuire a stabilizzare il Libano: “Mi sembra che non ci sia, ripeto, alcun modo per aggirare il ruolo centrale che Yasser Arafat può giocare e giocherà nel determinare la situazione futuro stato di sicurezza qui. . . Arafat è una chiave importante per la stabilità e la sicurezza in Libano”.

Nel 1976, il direttore della CIA George H.W. Bush, inviò un invito ufficiale a Salameh, tramite Ames, per visitare Langley – visita che ebbe luogo nel gennaio 1977 – quattro anni dopo che Settembre Nero dell’OLP aveva massacrato 11 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco. L’ufficiale della CIA Ames fece in modo che l’Agenzia portasse Salameh e la sua amante, un’ex Miss Universo, in un tour di luna di miele tutto compreso a Disneyland, New Orleans e Hawaii.

Nel 1976, il direttore della CIA George H.W. Bush, inviò un invito ufficiale a Salameh, tramite Ames, per visitare Langley – visita che ebbe luogo nel gennaio 1977 – quattro anni dopo che Settembre Nero dell’OLP aveva massacrato 11 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco. L’ufficiale della CIA Ames fece in modo che l’Agenzia portasse Salameh e la sua amante, un’ex Miss Universo, in un tour di luna di miele tutto compreso a Disneyland, New Orleans e Hawaii.

Dopo la morte di Salameh, il capo della stazione della CIA a Beirut, Frank Anderson, scrisse al figlio di Salameh una lettera di condoglianze, affermando: “Oggi ho perso un amico che rispettavo più di altri uomini. Prometto di onorare la memoria di tuo padre e di essere pronto a essere tuo amico. L’ex capo della stazione CIA di Beirut William Buckley (che in seguito fu torturato a morte dagli Hezbollah libanesi e dalle guardie rivoluzionarie iraniane) dichiarò che “Salameh ha giocato un ruolo importante nel conquistare i cuori e le menti degli Stati Uniti per l’OLP” (“Gideon’s Spies: The Secret Story of the Mossad”, Gordon Thomas).

Il giornalista investigativo Lee Smith commenta: “Gli americani non erano stupidi o ingenui. Quando Arafat mandò Salameh a incontrarli, stava raccontando loro chi era, i suoi metodi e i suoi obiettivi. Quando gli americani accettarono di incontrare Salameh, sostanzialmente approvarono Arafat. Il terrorismo, dal loro punto di vista, non era di per sé un ostacolo insormontabile. Dopotutto, Washington era impegnata in una lotta per la vita o per la morte con un’altra superpotenza nucleare. Rispetto a una minaccia nucleare che avrebbe spazzato via grandi centri abitati americani, sovietici ed europei, il terrorismo arabo era una sciocchezza”.

 

 

  • Ma Washington ha trascurato il terrore di Arafat per vincere (così ha percepito) nel gioco più grande: la Guerra Fredda. Kissinger era più preoccupato per le vaste risorse energetiche del Medio Oriente e del Golfo Persico. Frustrare e bloccare l’influenza sovietica era la chiave per controllare quell’arena. L’OLP avrebbe potuto aiutare l’America a raggiungere i suoi obiettivi di realpolitik.

E come vedeva lo Stato ebraico questo patto tra l’America e l’OLP? Un cablogramma di WikiLeaks del 15 gennaio 1976 cita un incontro tra l’ambasciatore americano in Israele e l’allora ministro della Difesa israeliano Shimon Peres: Peres “confermò ancora una volta il rifiuto di Israele di trattare con l’OLP o di accettare uno Stato palestinese in Cisgiordania. Ha ripetuto [la] solita litania secondo cui portare l’OLP nei negoziati avrebbe alleviato un dolore immediato ma avrebbe creato problemi a lungo termine, e ha posto [una] domanda retorica: “Perché introdurre una tragedia solo per mantenere buone pubbliche relazioni?”
 

Stringere un accordo con il Padrino palestinese

Due articoli recenti (2016 e 2018) rivelano che gli Stati Uniti non sono stati l’unico paese a stringere accordi segreti con l’OLP/Autorità Palestinese, affermando: “Lasciate in pace i nostri cittadini e avrete la nostra protezione e immunità mentre uccidete gli ebrei!”

Nel marzo 2016, Carlos lo Sciacallo, il guerrigliero marxista divenuto simbolo dell’antimperialismo della Guerra Fredda, dichiarò di poter circolare liberamente in Svizzera negli anni ’70 grazie a un “patto di non aggressione” tra il governo svizzero e l’OLP. Egli ha riferito alla Neue Zürcher Zeitung che i terroristi dell’OLP sapevano che non sarebbero stati arrestati in Svizzera finché si fossero astenuti da attività terroristiche in quel Paese. Ha detto al giornale che era risaputo tra i militanti dell’OLP che non sarebbero stati arrestati in Svizzera, a condizione che si astenessero dal creare problemi. “Naturalmente, ci siamo attenuti a questo”, ha detto.

Un accordo simile è stato denunciato nel 2008 dall’ex presidente italiano Francesco Cossiga, il quale dichiarò che il primo ministro Aldo Moro aveva concluso un patto OLP-Italia. Yasser Arafat ha notato nei suoi diari (pubblicati da Israele nel 2018) che era stato raggiunto un accordo secondo il quale l’OLP non avrebbe effettuato attacchi in Italia, e in cambio i terroristi palestinesi dell’OLP, del FPLP e di altre fazioni avrebbero potuto avere libera circolazione in tutto il paese. Paese. “L’Italia è una sponda palestinese del Mediterraneo”, ha scritto Arafat.

 

  • Le politiche di Stati Uniti, Svizzera e Italia hanno dato libero sfogo all’OLP/Autorità Palestinese per uccidere gli ebrei in Israele e altrove, purché lasciassero in pace questi tre paesi.

 

 

La storia non insegna niente ?

La Realpolitik è la benzina nel motore a combustione interna della maggior parte delle democrazie occidentali. Come conclude il giornalista dell’intelligence David Ignatius, “la raccolta di informazioni non può realmente essere separata dal ruolo più ampio dell’America nel mondo. Ciò non significa simpatizzare con i terroristi o appoggiare le loro richieste. Ma per vincere una guerra servono alleati”.

Il filosofo tedesco Georg Hegel una volta disse: “L’unica cosa che impariamo dalla storia è che non impariamo nulla dalla storia”.

 

  • Questa newsletter ha messo in luce la persistente natura essenzialmente terroristica sia dell’OLP che dell’Autorità Palestinese; la cooperazione dell’America con l’OLP/AP nonostante continuasse (e continui) a compiere attacchi terroristici contro ebrei e israeliani; il pericolo della pressione degli Stati Uniti su Israele affinché consegni un’organizzazione terroristica jihadista controllata da Hamas a Gaza a un’altra organizzazione terroristica – l’OLP/Autorità palestinese – a Gaza e in Cisgiordania.
 
 

Come pregare?

Pregate per chiarezza, coraggio morale, discernimento e strategie per la leadership di Israele a tutti i livelli riguardo alla minaccia Hamas-OLP-PA.

Pregate per chiarezza, coraggio morale, discernimento e strategie per il governo degli Stati Uniti a tutti i livelli riguardo alla sua partnership decennale con gli obiettivi e le strategie terroristiche dell’OLP/Autorità Palestinese – affinché l’America possa finalmente liberarsi dall’inganno e dal compromesso e schierarsi con il cuore e gli scopi di Dio per il popolo ebraico e il suo Stato

Pregate affinché i leader israeliani resistano alle pressioni internazionali affinché Hamas possa finalmente essere rimosso dalla sua crudele dittatura terroristica a Gaza.

Pregate per una minima perdita di vite umane da parte di Israele e per quegli abitanti di Gaza che sono veramente innocenti.

Pregate per il salvataggio fisico dei 239 israeliani (bambini compresi) rapiti da Hamas.

Prega affinché il braccio teso di YHVH non si ritragga prima di aver fatto giustizia sui nemici di Dio

Pregate per il risveglio dell’esercito ebraico profetico di Ezechiele in tutta la terra.

 

www.davidstent.org