News del 14 dicembre 2023 Traduzione di Monica Tamagnini


Quando un sospettato viene portato in una stazione di polizia, una squadra di inquirenti spesso lo interroga per vedere se riesce a convincerlo a confessare il crimine. A volte due diversi poliziotti interrogano il sospettato, e ognuno adotta un approccio diverso: uno minaccia il sospettato (l’approccio del “poliziotto cattivo”), mentre il secondo poliziotto e’ gentile e disponibile (l’approccio del “poliziotto buono”). Quest’ultimo recita la sua parte, cercando di convincere l’arrestato che vuole ‘salvarlo’ dalle grinfie del ‘poliziotto cattivo’. Spesso il prigioniero, intimidito, risponderà più rapidamente e più volentieri al poliziotto buono che a quello cattivo.

Il famoso filosofo politico italiano del Rinascimento, Machiavelli, una volta affermò che la diplomazia è la guerra combattuta con mezzi diversi. La maggior parte dei paesi considera la diplomazia ancora in questo modo. Questo vale anche per i rapporti con i loro “alleati ufficiali”. Il dottor Henry Kissinger una volta commentò che “le nazioni non hanno amici o nemici permanenti, ma hanno esclusivamente interessi”.
 

L’Assiria interpretava contemporaneamente il “poliziotto cattivo” e il “poliziotto buono”.

Ai suoi tempi il re Ezechia, figlio di Achaz, si trovava di fronte a un pericolo evidente e presente: l’Assiria, la superpotenza più forte del mondo, minacciava lo stato ebraico. Solo pochi anni prima, il re Shalmaneser aveva conquistato le dieci tribù settentrionali di Israele, esiliandole in quello che oggi è chiamato l’Iraq settentrionale. Sembrava che il regno di Giuda sarebbe stato il prossimo ad affrontare la spada di Ninive.

 

Il quarto anno del re Ezechia, che era il settimo anno di Osea, figlio d’Ela re d’Israele, Salmaneser, re d’Assiria, marciò contro Samaria e l’assediò. Dopo tre anni, la conquistò; il sesto anno di Ezechia, che era il nono anno di Osea, re d’Israele, la Samaria fu presa. Il re d’Assiria trasportò gli Israeliti in Assiria, e li collocò in Ala e sull’Abor, fiume di Gozan, e nelle città dei Medi. Infatti non avevano ubbidito alla voce del SIGNORE, loro Dio, e avevano trasgredito il suo patto, cioè tutto quello che Mosè, servo del SIGNORE, aveva comandato; essi non l’avevano ascoltato, né messo in pratica. Il quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib, re d’Assiria, marciò contro tutte le città fortificate di Giuda, e le conquistò. (2 Re 18:9-13)

 
Un ufficiale militare assiro con il grado di “Rabshakeh” si rivolse al re Ezechia e al popolo ebraico, prima come poliziotto cattivo e poi come poliziotto buono:
 
  • Il re d’Assiria, da Lachis, mandò a Ezechia, a Gerusalemme, il generale in capo, il capo delle guardie e il gran coppiere con un grande esercito. Essi salirono e giunsero a Gerusalemme. Quando arrivarono, si fermarono presso l’acquedotto dello stagno superiore, che è sulla strada del campo del lavandaio. Chiamarono il re; ed Eliachim, figlio di Chilchia, sovrintendente del palazzo, andò da loro con Sebna, il segretario, e con Ioa, figlio di Asaf, l’archivista. Rabsaché disse loro: «Andate a dire a Ezechia: “Così parla il gran re, il re d’Assiria: Che fiducia è questa che tu hai? Tu dici che, per fare la guerra, consiglio e forza sono soltanto parole; ma in chi metti la tua fiducia per osare ribellarti a me? Ora ecco, tu confidi nell’Egitto, in quel sostegno di canna rotta, che penetra nella mano di chi vi si appoggia e gliela fora; così è il faraone, re d’Egitto, per tutti quelli che confidano in lui. Forse mi direte: Noi confidiamo nel SIGNORE, nel nostro Dio. Ma non è forse quello stesso di cui Ezechia ha soppresso gli alti luoghi e gli altari, dicendo a Giuda e a Gerusalemme: Voi adorerete davanti a questo altare a Gerusalemme? Ora, fa’ una scommessa con il mio signore, il re d’Assiria: Io ti darò duemila cavalli, se tu puoi fornire altrettanti cavalieri da cavalcarli. Come potresti tu far voltare le spalle a un solo ufficiale, uno dei minimi servitori del mio signore? Ma tu confidi nell’Egitto, per avere carri e cavalieri. Adesso sono forse salito senza il volere del SIGNORE contro questo luogo per distruggerlo? Il SIGNORE mi ha detto: Sali contro questo paese e distruggilo”». (2 Re 18:17-25)
 
Questo era l’approccio del “poliziotto cattivo” – l’Assiria. Ora vediamo l’approccio del “poliziotto buono”:
  • Allora Eliachim, figlio di Chilchia, Sebna e Ioa dissero a Rabsaché: «Ti prego, parla ai tuoi servi in aramaico, perché noi lo capiamo; non parlarci in lingua giudaica poiché il popolo che sta sulle mura ascolta». Ma Rabsaché rispose loro: «Il mio signore mi ha forse mandato a dir queste parole al tuo signore e a te solamente? Non mi ha forse mandato a dirle a questi uomini che stanno sulle mura e che presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?» Allora Rabsaché, stando in piedi, gridò ad alta voce, e disse in lingua giudaica: «Udite la parola del gran re, del re d’Assiria! Così parla il re: Non v’inganni Ezechia; poiché egli non potrà liberarvi dalle mie mani; né vi faccia Ezechia riporre la vostra fiducia nel SIGNORE, dicendo: “Il SIGNORE ci libererà di certo, questa città non sarà data nelle mani del re d’Assiria”. Non date retta a Ezechia, perché così dice il re d’Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi a me, e ognuno di voi mangerà il frutto della sua vite e del suo fico, e berrà l’acqua della sua cisterna, finché io venga e vi conduca in un paese simile al vostro: paese ricco di grano e di vino, paese di pane e di vigne, d’ulivi e di miele; e voi vivrete, e non morrete. Non date dunque ascolto a Ezechia, quando cerca d’ingannarvi dicendo: “Il SIGNORE ci libererà”. Qualcuno degli dèi delle nazioni ha forse liberato il suo paese dalle mani del re d’Assiria?  (2Re 18:26-33)

 

È importante notare che sia l’approccio del poliziotto cattivo che quello del poliziotto buono, utilizzati dall’Assiria in questo confronto diplomatico-militare, non hanno preso seriamente in considerazione le promesse del Patto che il Dio di Giacobbe aveva fatto al popolo ebraico. Quella superpotenza non aveva considerato la capacità di YHVH di salvare il Suo popolo, ne’ le promesse e i giuramenti profetici fatti al Suo popolo. Non solo: l’inviato assiro aveva affermato falsamente di parlare in nome di YHVH, il Dio della Bibbia (vedi 2 Re 18:25) !
 
Questo passaggio contiene principi che vanno al di là del tempo, vere e proprie pepite d’oro bibliche. Trovano applicazione nell’attuale scontro diplomatico tra Israele e i suoi alleati, mentre la guerra in atto tra lo Stato ebraico e gli eserciti terroristici jihadisti di Hamas, Jihad islamica e Hezbollah avanza in Medio Oriente.
Siamo con voi al 100% !

È necessario avere una buona memoria per ricordare tutte le dichiarazioni formulate durante l’attuale dialogo politico e per decifrare le strategie che si svolgono dietro le quinte. Le dichiarazioni vengono spesso fatte per pubblico uso e consumo, ma le politiche reali e la realpolitik sono molto diverse. I leader politici indirizzano i loro appelli a determinati segmenti della popolazione – siano essi di sinistra, di destra o di centro; anti-israeliani, filo-israeliani o isolazionisti – le loro dichiarazioni sono formulate pensando agli elettori. Siamo noi ascoltatori che dobbiamo svolgere il lavoro investigativo, volto a disfare dichiarazioni o politiche spesso ambivalenti o in contrasto tra loro. Le nostre recenti newsletter hanno presentato molti di questi esempi.
 
Eccone qui un paio:

Da un lato, gli Stati Uniti sanzionano l’Iran, dichiarano il proprio impegno a schierarsi con Israele e l’Arabia Saudita e, addirittura, attaccano (anche se raramente) le forze terroristiche delle Guardie rivoluzionarie iraniane in Iraq e Siria.
Dall’altro, gli Stati Uniti hanno rimosso l’embargo sul commercio di petrolio nei confronti dell’Iran, lasciando che miliardi su miliardi confluiscano nella macchina del terrorismo iraniano; ha dato sei miliardi di dollari, che erano stati precedentemente trattenuti come sanzioni contro l’Iran per il suo sostegno agli attacchi terroristici; mantiene i suoi uffici CENTCOM, le basi aeree e i collegamenti in Qatar, il più grande sostenitore mondiale dei Fratelli Musulmani e di Hamas. Queste mosse filo-iraniane preoccupano molto l’Arabia Saudita e, naturalmente, Israele, e sono machiavelliche all’estremo. Sono un chiaro esempio del principio “dividi et impera”.
 
La Gran Bretagna usò strategie simili all’inizio degli anni ’20, quando Whitehall fece promesse sia agli eserciti di ibn Saud che alla dinastia hashemita riguardo a chi avrebbe potuto controllare la Mecca. Alla fine le tribù ibn Saud sconfissero gli Hashemiti, ed è per questo che quella terra oggi si chiama Arabia Saudita e non Regno Hashemita d’Arabia. Gli inglesi diedero un premio di consolazione agli Hashemiti, ovvero i paesi appena costituiti dell’Iraq e della Giordania. L’Iraq fu presto rovesciato dai rivoluzionari socialisti del movimento Ba’ath. Il re Abdullah e più tardi suo figlio re Hussein funzionarono come una quasi-colonia britannica nel regno hashemita della Transgiordania, finché non finì sotto l’influenza geostrategica dell’America.
 

L’approccio machiavellico tenuto dall’America rispetto al Medio Oriente può spiegarci qualcosa circa gli eventi che stanno dietro l’attuale guerra tra Israele e Hamas.

Un altro esempio: dopo il brutale omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi il 2 ottobre 2018 presso l’ambasciata saudita a Istanbul, gli Stati Uniti avevano voltato le spalle ai sauditi per “motivi etici”. Recentemente, però, la luce della realpolitik ha sciolto come neve al sole ogni etica e la necessità di riportare tutti gli attori mediorientali disponibili nell’orbita americana ha prevalso.

 
 
Siamo con voi al 100% , ma …

Nel suo recente libro “The Last Politician: Inside Joe Biden’s White House and the Struggle for America’s Future” (L’ultimo politico: all’interno della Casa Bianca di Joe Biden e la lotta per il futuro dell’America), Franklin Foer spiega la strategia del presidente Biden nei rapporti con il primo ministro Bibi Netanyahu. Durante lo scontro del maggio 2021 tra Hamas e Israele, Biden disse ai suoi consiglieri che avrebbe “abbracciato forte Bibi” piuttosto che dare espressione a pubblica censura, sapendo per esperienza che le critiche avrebbero allontanato Netanyahu. “Soffocate Netanyahu con l’amore!” era la sua “strategia segreta” – che rimane tale ancora oggi, sebbene Biden abbia fatto trapelare tale “strategia segreta” ai media mondiali.
 
Nel maggio 2021, il presidente Biden ha spinto il leader israeliano ad accettare rapidamente un cessate il fuoco per porre fine alle ostilità con Hamas a Gaza: “Bibi, devo dirtelo, sto subendo molte pressioni qui. . . Mi stanno mettendo all’angolo, vogliono che metta il punto a questa situazione, e il prima possibile”.
 
La storia ci mostra che, quando il popolo di Israele tenta di rivendicare la terra promessa loro da Dio e i suoi confini biblici, o quando l’IDF dello stato ebraico tenta di schiacciare in modo deciso i suoi nemici, varie superpotenze si intromettono per impedire a Israele di raggiungere tali obiettivi. La Russia ha usato la minaccia delle armi nucleari nel 1956 e nel 1973. L’America ha ordinato a Israele di desistere e ritirarsi nel 1991, nel 2006 e nel 2021. Nel 2021 POTUS Biden ha fatto molte chiamate al Primo Ministro Netanyahu durante l’“Operazione Guardiano dei Muri” di maggio. Durante la loro quarta telefonata, il 19 maggio 2021, Biden era scontento del fatto che Israele insistesse per sferrare il colpo mortale a Hamas. “Ehi, amico, siamo fuori pista qui. È finita!” ha detto Biden. Il Times of Israel riporta: “Netanyahu ha accettato un cessate il fuoco due giorni dopo. Il leader di lunga data del Likud e’ stato sostituito un mese dopo da un governo di unità di breve durata guidato da Naftali Bennett e Ya’ir Lapid”.
 
 
Le dichiarazioni del Dipartimento di Stato e del Presidente degli Stati Uniti degli ultimi due mesi rivelano qualcosa di sorprendente: le dichiarazioni e le azioni positive a sostegno di Israele sono state mutate o respinte sia dal POTUS che dal Dipartimento di Stato. Questo modus operandi negli ultimi due decenni è la ragione fondamentale per cui i 15 precedenti scontri militari con Hamas hanno avuto risultati inconcludenti, con Israele costretto a ritirarsi senza infliggere il colpo finale ad Hamas. Le stesse dinamiche sono state viste durante la guerra con il Libano del 2016 e nella “shuttle diplomacy” (https://it.wikipedia.org/wiki/Shuttle_diplomacy) di Kissinger nel 1973-74 dopo la guerra dello Yom Kippur.
 
Coloro che non sono consapevoli dell’esistenza di questa dinamica del “poliziotto buono-poliziotto cattivo”, rimangono perplessi, se non scioccati, nel comprendere che l’America sta sostenendo allo stesso tempo le due parti del conflitto al fine di aumentare il proprio peso e la propria influenza come potenza mondiale. Eppure, l’Assiria e l’Egitto usarono esattamente le stesse tattiche più di 2.500 anni fa e la Bibbia ci rivela queste macchinazioni politiche. È così che le nazioni del mondo “si schierano e i governanti si consultano contro YHVH e il Suo Unto” (Salmo 2:2). Come era allora, così è oggi: “Quelli che ti odiano hanno esaltato se stessi. Fanno astuti piani contro di te e cospirano insieme contro i tuoi prediletti. Hanno detto: ‘Vieni e lascia che li annientiamo come nazione’, affinché il nome d’Israele non sia più ricordato». Poiché hanno cospirato insieme con una sola mente; contro di te concludono un patto» (Salmo 83:2-5).
 
 
Luci e ombre

Ecco alcuni esempi che possono aiutare a chiarire i principi illustrati:
 
· Hamas lancia razzi contro civili israeliani da Gaza – un’area fuori dal controllo israeliano e che ha un confine rivolto verso l’Egitto. Per poter fermare il lancio dei razzi da parte di Hamas, Israele deve rimuovere le squadre missilistiche, i lanciarazzi e i depositi di armi. Hamas li ha posizionati proprio in mezzo alla popolazione civile di Gaza, rendendo dunque inevitabili vittime civili. Se l’Egitto fosse disposto a collaborare con Israele per fare pressione su Hamas, la situazione potrebbe essere risolta con molte meno perdite di vite umane. Ma ciò non sta accadendo. Non solo: le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l’Unione Europea insistono tutti sul fatto che la popolazione di Gaza deve restare un bersaglio facile, un ostaggio di Hamas durante questa guerra. In situazioni simili (Siria, Giordania, Libia, Eritrea e Somalia, ecc.) la popolazione locale e’ stata aiutata ad allontanarsi dal campo di battaglia, ospitata a lungo termine e nutrita in paesi vicini. Sia l’Egitto che la Giordania, Hamas, Hezbollah e gli Houthi yemeniti dichiarano che un simile spostamento di rifugiati equivarrebbe per loro ad un casus belli – una causa di guerra.
 
L’unico modo per far cessare il fuoco e impedire ad Hamas di infiltrare terroristi jihadisti in Israele, e’ distruggere Hamas completamente. Hamas, come da suo Statuto Islamico, e’ votato alla jihad, e questo fino alla morte. Finché i soldati o gli irregolari di Hamas rimarranno a Gaza, il conflitto andrà avanti e gli israeliani continueranno a essere assassinati, violentati, torturati e rapiti. Gli israeliani hanno saggiamente deciso che questa opzione non è perseguibile. Tuttavia, per ripulire la tana dei topi – Hamas a Gaza – è necessaria un’azione militare intensa e senza sosta della durata di mesi. Se l’Egitto permettesse agli abitanti di Gaza di entrare nel Paese come rifugiati, il numero delle vittime sarebbe notevolmente ridotto. Ma ciò non si adatta bene alle strategie di guerra di Hamas, che vuole che i civili di Gaza rimangano dove sono e fungano da scudi umani. Invece di fare pressione sull’Egitto perché accolga i rifugiati, gli Stati Uniti stanno facendo pressione su Israele affinché faccia un passo indietro (ancora una volta) e non arrivi alla sconfitta definitiva di Hamas. Il vicepresidente Kamala Harris e il segretario di Stato Anthony Blinken hanno entrambi ripetutamente dichiarato che gli abitanti di Gaza non devono fuggire dal campo di battaglia ma devono rimanere come carne da cannone e scudi umani a beneficio di Hamas; Israele non può rimanere a Gaza troppo a lungo, forse nemmeno per il tempo necessario a distruggere Hamas; Israele sarà molto presto punito dall’opinione mondiale e censurato per i suoi bombardamenti sulle basi di Hamas e sulle infrastrutture terroristiche; il numero delle vittime, estremamente impreciso in quanto fornito da Hamas ai media mondiali, viene invece considerato accurato, sebbene Hamas non consenta una collaborazione indipendente in merito ai dati. Non ammette, inoltre, che la maggior parte delle vittime sono in realtà terroristi di Hamas.
 
 
Perché le nazioni si danno convegno?

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione non vincolante (153 voti favorevoli, 10 contrari e 23 astensioni), che chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato, consentendo ad Hamas di rimanere al comando, e per di piu’ armato, a Gaza. Nella risoluzione delle Nazioni Unite non è stata fatta alcuna menzione dei pogrom jihadisti del 7 ottobre 2023 con gli oltre 1.200 omicidi di israeliani, gli stupri di massa (insieme a torture selvagge e omicidi), altre torture di civili, oltre 240 rapimenti, ecc. Anche il Consiglio di Sicurezza ONU ha votato per un simile cessate il fuoco, al quale gli Stati Uniti hanno posto il veto come parte della loro prerogativa di “membro fondatore”. È solo questione di tempo prima che tali misure passino ai forum mondiali. Solo una posizione risoluta da parte degli Stati Uniti – e di qualsiasi altra nazione filo-ebraica – potrebbe riuscire a bloccare tali mosse, e solo nervi d’acciaio potrebbero mantenere 
in piedi tali paesi e sostenere lo Stato ebraico a fronte dello tsunami di antisemitismo mondiale.
 
I continui rimproveri pubblici da parte dell’amministrazione americana nei confronti di Israele e dell’IDF, incentrati sulla riduzione delle vittime civili a Gaza, sono un altro esempio della sindrome del “poliziotto buono” e del “poliziotto cattivo”. L’IDF è l’esercito più lodevole al mondo, in quanto evita il più possibile le vittime civili nemiche. In questo senso è decisamente migliore dell’esercito americano – e questo secondo una recente dichiarazione (da “bravo poliziotto”) del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, John Kirby. La strategia alla base di queste critiche a Israele (vedi l’accusa di POTUS Biden del 13 dicembre 2023 secondo cui Israele è colpevole di “bombardamento indiscriminato” a Gaza) è il desiderio di fare anche il “poliziotto cattivo”, ingraziandosi così il mondo islamico e anti-israeliano. L’aumento delle pressioni su Israele (affinché ceda e permetta la creazione di uno stato-consorzio terroristico palestinese, simultaneamente a Gaza e in Cisgiordania, guidato da terroristi palestinesi) sia da parte di Hamas che dell’Autorità Palestinese – ha sempre costituito la strategia diplomatico-militare per eccellenza. Viene portata avanti con rinnovata passione dall’Occidente in generale e dall’amministrazione statunitense in particolare, e questo ancor prima che il sangue di 1.200 vittime israeliane si sia asciugato sul terreno, e mentre le vittime israeliane dei rapimenti sono ancora, quotidianamente, soggette a stupri, torture, fame, assassinio. E mentre i razzi di Hamas vengono lanciati contro i kibbutz, le fattorie e le città israeliane, e decine di salme di israeliani morti vengono trattenute come merce di scambio e contrattazione da parte degli indemoniati jihadisti islamici.
 
 
Come pregare?

Pregate per il salvataggio dei circa 135 israeliani (bambini compresi) rapiti da Hamas, Jihad islamica e FPLP/OLP. Gli ostaggi vengono torturati, violentati e fatti morire di fame (questo sulla base delle testimonianze di ostaggi rilasciati di recente). Hamas trattiene anche molti cadaveri per avere potere contrattuale.
Pregate affinché la crudele dittatura terroristica di Hamas a Gaza venga completamente sradicata e vengano spezzate le catene che tengono prigionieri i palestinesi che vivono lìPregate affinché l’inganno, la dissimulazione e l’antisemitismo jihadisti siano compresi e respinti dai leader mondiali

Pregate per giustizia, chiarezza, coraggio morale, discernimento e strategie divine affinché la leadership di Israele distrugga completamente la minaccia jihadista in tutti i suoi aspetti

Pregate per una perdita

minima di vite umane da parte di Israele e per quegli abitanti di Gaza che sono veramente innocenti


Pregate affinché il braccio disteso di YHVH non si ritiri prima di aver fatto giustizia sui nemici di Dio
Pregate per il risveglio dell’esercito ebraico profetico di Ezechiele in tutta la terra

Nel Messia Yeshua,
Avner Boskey

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