Ugo Volli: «Sulla Shoah, il mio libro più difficile e più necessario»

di Fiona Diwan

Alle radici dell’odio antiebraico, dalle calunnie e distorsioni ideologiche che lo hanno generato, fino alla soluzione finale
decretata dai nazisti. Ma i fiori del male crescono ancora oggi

Fra tutti i miei libri, questo è quello che mi è costato di più sul piano emotivo. Non è certamente piacevole o ‘interessante’ raccontare la storia di una gigantesca strage, di un odio sedimentato nei secoli. Ma bisogna farlo, perché la violenza che è culminata nella Shoà si presenta di nuovo in forme diverse e il pericolo non è affatto superato. Ho sentito questa responsabilità anche mia, come un dovere”. Così scrive nella sua prefazione al testo Ugo Volli, 70 anni, ex docente di semiotica nelle università di Bologna e Torino, studioso e autore di numerosi libri su materie ebraiche e filosofiche. E rievoca la storia della sua famiglia, il ramo ucraino e austriaco sterminato durante la guerra, il ramo triestino salvatosi fortunosamente (il nonno nascosto a Roma, il padre fuggito in Svizzera, la madre scappata in terra di Israele nel 1939). Continua a leggere su mosaico-cem