News del 9 Gennaio 2024 Traduzione di Monica Tamagnini

Ora sorse sull’Egitto un nuovo re, che non conosceva Giuseppe. E disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele…». . . Venite, usiamo astuzia nei loro confronti’. . . Stabilirono dunque su di loro dei sovrintendenti ai lavori, che li opprimessero con le loro angherie” (Esodo 1:8-14). . . “E i figli d’Israele gemettero a causa della schiavitù e gridarono. E il loro grido di aiuto. . . ascese a Dio. Così Dio ascoltò i loro gemiti e si ricordò del Suo patto con Abramo, Isacco e Giacobbe. E Dio vide i figli d’Israele e ne ebbe compassione.” (Esodo 2:23-25)
 
Isaia ci fornisce uno standard di riferimento nel valutare le affermazioni di leader, sia secolari che spirituali. Le dichiarazioni e percezioni della verità e della realtà di tali leader sono fondate sulla Bibbia o sono solo dei grilli parlanti che “fanno ciò che è giusto ai loro occhi”, come e’ scriotto in Giudici 21:25? Il profeta dichiara coraggiosamente che tutto deve essere conforme all’insegnamento della Torah e alla Testimonianza (riferendosi ai documenti della Scrittura). Alla legge! Alla testimonianza!» Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora! (Isaia 8:20).
 
I leader delle superpotenze mondiali – Biden, Blinken, Blair – conoscono a malapena la Bibbia, e certamente non basano la loro realpolitik sulle linee guida di Dio. Questa deludente ignoranza della parola di Dio ha avuto un effetto a catena, intorpidendo le masse rispetto alle prospettive e alle strategie di YHVH. Questa cecità nei confronti di Israele, di chi e’ Israele agli occhi di Dio, si e’ manifestata nelle recenti dimostrazioni di massa antisemite (cioè razziste) nel mondo, dimostrazioni di persone che sostengono con rabbia lo stupro, la tortura e l’omicidio jihadista di civili ebrei israeliani da parte di Hamas. Queste rivolte turbolente hanno incluso richieste di gasazione degli ebrei, accompagnate da canti minacciosi di “Palestina libera” (un eufemismo jihadista per la distruzione dello Stato di Israele e la sua sostituzione con gruppi terroristici islamici assassini).
Una generazione che non conosce Giuseppe
 
Il sondaggio mensile Harvard CAPS/Harris del dicembre 2023 mostra come un numero sempre maggiore di giovani elettori statunitensi si stanno spostando verso prospettive jihadiste anti-israeliane, a sostegno della campagna terroristica di Hamas contro gli ebrei. Il 51% degli intervistati nella fascia di età 18-24 anni ha risposto che Israele deve cessare di esistere come stato indipendente e deve essere consegnato a Hamas e ai Palestinesi. Nello stesso gruppo di età, compreso tra i 18 e i 24 anni, il 66% degli intervistati ritiene che il massacro del 7 ottobre sia stato un genocidio; allo stesso tempo, tuttavia, il 60% pensa che gli attacchi siano stati giustificati dalle rimostranze palestinesi e che il genocidio nei confronti degli israeliani sia giustificato. I sondaggi hanno rivelato che il 60% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è favorevole a un accordo incondizionato che lasci le cose come stanno (nessun rilascio degli ostaggi israeliani e Hamas ancora al potere). Nel secondo sondaggio, il 53% della fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni ritiene che gli studenti dovrebbero essere liberi di poter invocare il genocidio ebraico nei campus senza punizione, anche se il 70% ha anche aggiunto che tali appelli costituiscono incitamento all’odio. Questi sondaggi rivelano anche che le posizioni anti-israeliane della fascia di età più giovane sono significativamente più alte tra gli elettori democratici che tra quelli repubblicani.
Antisemitismo – il ritorno di Aman
 
Leon Wieseltier ha sottolineato: “L’essenza dell’antisemitismo, e di ogni altro pregiudizio, d’altronde, e’ definire causa quel che in realta’ e’ oggetto. Se spiegate l’antisemitismo agli ebrei definendolo come una risposta . . . allora non l’avete capito. Lo avete semplicemente riprodotto” (Leon Wieseltier, “Israel, Palestine and the Return of the Bi-National Fantasy” The New Republic, 24 ottobre 2003).
 
Daniel Pipes, autore de “L’Islam militante raggiunge l’America”, afferma: “Nell’atteggiamento verso gli ebrei, il mondo musulmano di oggi assomiglia alla Germania degli anni ’30 – un’epoca in cui insulti, caricature, teorie del complotto e violenza sporadica preparavano i tedeschi all’omicidio di massa che segui'”. I sopravvissuti ebrei all’Olocausto dichiarano che gli eventi di oggi sono esattamente paralleli a ciò che accadde nella Germania nazista negli anni ’30. Gli attacchi antiebraici in America e in Europa hanno raggiunto il loro picco più alto dai tempi del governo di Hitler. Anche se molti pensavano che l’antisemitismo non sarebbe mai più tornato a diffondersi nel mondo occidentale dopo Auschwitz, si scopre invece che questa malattia spirituale è andata solo in parziale remissione.
 
Le strategie islamiche radicali in via di sviluppo, che prendono di mira in particolare l’Occidente, non sono state ne’ identificate, ne’ smascherate o eliminate. Utilizzando un vecchio proverbio erroneamente attribuito a Mark Twain, Peter Senge nota: “Come la rana che sta seduta in una pentola d’acqua e si lascia bollire lentamente fino a morire, noi siamo molto bravi a reagire al pericolo immediato per la nostra sopravvivenza, ma facciamo molta fatica a riconoscere le minacce graduali”. (Peter Senge, La Quinta Disciplina, Valuta e Doubleday, New York, 1990).
 
Il faraone, ai suoi tempi, dimenticò la benedizione che Giuseppe e il suo popolo avevano portato in Egitto, e fu proprio lui a scatenare la maledizione delle Dieci Piaghe sulla sua terra. L’antisemitismo nazista ho diretto il suo odio omicida contro gli ebrei della nazione tedesca, che tanto avevano contribuito alla benedizione della Germania. Questo portò grande devastazione all’intero Paese. Gli Stati Uniti e l’Occidente si stanno rapidamente allontanando dalla loro precedente eredità filosemita. I giovani americani guidano le file di coloro che avanzano accuse antisemite e genocide.
  • L’attuale esplosione di antisemitismo nel mondo occidentale e’ dimostrazione di come la storia si sta ripetendo. Siamo sulla buona strada per raggiungere gli stessi livelli di “Judenhass” nazista che si manifestarono nella Germania del 1933 e del 1935.
 
Non preoccupatevi, ce la faremo !
 
Il popolo ebraico è testimone oculare dello sbocciare di alcuni “fiori del male” dei nostri giorni. La determinazione delle potenze mondiali a restringere i confini dello Stato ebraico (espressa in modo succinto da Kissinger nel 1975 e da Condoleeza Rice nel 2005) e a stabilire uno Stato jihadista terrorista nel cuore della Terra, promessa dal Dio di Giacobbe ai figli di Giacobbe, è cio’ che ha alimentato la realpolitik statunitense degli ultimi 75 anni. L’inasprimento delle pressioni diplomatiche americane nei confronti di Israele nel corso degli anni ha portato primi ministri israeliani – Begin, Rabin , Peres, Barak, Sharon, Olmert, Bennett/Lapid e Bibi – a gridare allo zio Sam e lo zio Sam, insieme alle altre superpotenze, li ha costretti ad acconsentire alla spartizione della Terra di Israele. Questa concezione, pericolosamente errata, (“konseptzia” in ebraico), ha portato a ritiri strategicamente suicidi dal Sinai (gli accordi di Camp David), dalla Cisgiordania (gli accordi di Oslo), da Gaza (il disimpegno di Ariel Sharon) e alle attuali pressioni da parte dell’amministrazione Biden per il ritiro e il cessate il fuoco israeliano, lasciando Hamas ancora padrone di Gaza, e il gruppo terroristico jihadista dell’Autorità Palestinese con una nuova prospettiva di vita sotto la protezione del “Padrino” statunitense.
  • Secondo recenti dichiarazioni del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, il risultato di queste macchinazioni politiche e’ che Israele e’ stato preso di mira su sette fronti. Questa situazione scioccante è il risultato della pressione americana ed europea su Israele, che ha ceduto e si è piegato a tale pressione. Per essere chiari: le “sagge” superpotenze internazionali sono determinate a costringere Israele a ritirarsi sia dalla Cisgiordania che da Gaza, e a far si’ che venga instaurato uno stato terrorista palestinese  nel cuore della Terra Promessa.
La dipendenza del governo israeliano dalle armi statunitensi e’ quasi totale, sia che si tratti di carri armati, proiettili di artiglieria, bombe anti-bunker o aerei da combattimento stealth F-35. Le politiche dell’IDF e le strategie di battaglia sono sempre soggette al benestare dello zio Sam e alla sua approvazione. 
 
Il governo israeliano ha dovuto inghiottire il rospo molte volte e ha dovuto obbedire ai diktat statunitensi relativi a come portare avanti la guerra contro Hamas, in particolare sull’aumento degli aiuti umanitari (senza ottenere il rilascio completo degli ostaggi israeliani). Tra l’altro, la maggior parte di questi aiuti finisce nelle mani di Hamas e la fornitura di petrolio, gas, acqua ed elettricità consente alla loro macchina da guerra di continuare a lanciare razzi contro i civili israeliani e ad attaccare le truppe di terra dell’IDF. Questo ha provocato lo sfollamento di oltre 100.000 civili israeliani delle comunità accanto a Gaza, ora in condizione di rifugiati nella loro propria patria. Altro diktat americano, quello volto a frenare un attacco preventivo contro Hezbollah (il rappresentante dell’Iran in Libano). Hezbollah ha attaccato i civili israeliani nel nord del paese, che anche in questo caso sono stati costretti ad abbandonare le loro case. 80.000 israeliani che vivevano presso il confine libanese sono stati anch’essi sfollati e sono diventati rifugiati nella propria terra, per un totale complessivo di almeno 200.000 rifugiati israeliani all’interno di Israele, a seguito degli attacchi jihadisti di Hamas e Hezbollah.
 
Sebbene il presidente Biden inizialmente avesse promesso che ad Hamas non sarebbe stato permesso di impossessarsi degli aiuti umanitari ammessi a Gaza (come risultato della pressione americana su Israele), e sebbene avesse dichiarato a gran voce che l’UNRWA è un’organizzazione umanitaria kosher non coinvolta in attività terroristiche, ora ci sono letteralmente centinaia di videoclip, disponibili sui social media che mostrano come entrambe le organizzazioni si stiano sfacciatamente appropriando di tali aiuti, dimostrando quanto la visione del Presidente Biden sul Medio Oriente sia errata.
 
Le pressioni americane, sia a livello politico che militare, hanno influenzato i vertici dell’IDF, portando a decisioni politiche volte a ridurre le scorte disponibili dell’IDF, i tempi di addestramento dei riservisti e la durata del servizio militare regolare. Di conseguenza, l’IDF non è del tutto preparata a intraprendere e vincere una guerra su sette fronti contemporaneamente. Inoltre, i Segretari di Stato e della Difesa degli Stati Uniti si sono uniti al POTUS nella microgestione dell’attuale proseguimento della guerra da parte di Israele, rimproverando pubblicamente l’IDF e persino minacciando lo Stato ebraico, quando l’IDF non risponde abbastanza rapidamente ai “suggerimenti” americani.
 
C’è un termine usato dagli israeliani per descrivere la nostra fede, sempre ottimistica, con la quale in qualche modo riusciremo sempre a cavarcela come nazione: “Isra-bluff”. In qualche modo, saremo in grado di bluffare attraverso ogni sfida, pur se si trattasse di una situazione di vita o di morte. Forse questo è un segno di grande fede o addirittura fiducia in Dio (o forse nella nostra capacità di togliere la carne dal fuoco). Ma a volte questo scenario roseo è tutt’altro che accurato. A volte non riusciamo ad attuare un altro salvataggio come quello di Entebbe (https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Entebbe). E’ sempre più chiaro, ad alcuni di noi in Israele, come abbiamo permesso che questa minaccia esistenziale alla nostra sopravvivenza divenisse realta’. Ci siamo sottomessi alle pressioni di alleati non del tutto affidabili, permettendo a un cavallo di Troia malvagio e a una pressione machiavellica di entrare nei nostri tribunali e nelle nostre guerre.
 
Un’altra delle sfide che Israele si trova ad affrontare riguarda la “guerra giuridica” internazionale col Sudafrica, che ha accusato Israele di genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.    La sfrontatezza e la hutzpah del Sudafrica lascia sbigottiti. L’accusa viene rivolta a una nazione – la nazione ebraica – che ha visto, nemmeno tanto tempo fa, sei milioni di membri della propria famiglia assassinati dalle truppe d’assalto di Hitler. Forse il Sudafrica vorrebbe chiamare anche luminari come Giacobbe, Giosuè, Mosè e Davide davanti al banco degli imputati e accusarli di genocidio per aver seguito i comandi del Dio di Giacobbe, che nelle Scritture Ebraiche comandava loro di conquistare la Terra di Canaan e di rimuovere i nemici del popolo ebraico dal loro mezzo?
 
Una parola sugli ostaggi israeliani
 
Giorno dopo giorno diventano sempre più nitidi i dettagli riguardanti il pogrom del 7 ottobre e le torture inflitte alle vittime – persone a cui e’ stato dato fuoco, che sono state stuprate e brutalmente assassinate in massa, mentre altre sono state rapite dai terroristi jihadisti di Hamas il 7 ottobre 2023. Il numero ufficiale degli ostaggi della Jihad islamica è 136. Queste persone sono soggette a fame, percosse, stupri e torture (questo sulla base delle testimonianze degli ostaggi rilasciati di recente). Ciò che non è ampiamente compreso è che, sulla base di testimonianze e analisi forensi, l’IDF ha appurato che Hamas ha ucciso almeno 35 di quei 139 ostaggi e sta trattenendo molti cadaveri israeliani per utilizzarli come merce di scambio nei giorni a venire. Probabilmente meno di 105 ostaggi israeliani sono ancora vivi, molti dei quali donne, pensionati, adolescenti e bambini piccoli. La Croce Rossa Internazionale ha rifiutato di farsi coinvolgere nella visita di questi prigionieri per accertare le loro condizioni mediche e le loro necessità, o per fare pressioni per il loro rilascio.
È tragico notare come alcune personalità politiche israeliane, contrarie all’attuale governo, si siano aggrappate alla questione ostaggi per attaccare l’attuale amministrazione israeliana.
Vogliono riprodurre lo stesso odio civile e la stessa divisione che hanno scosso Israele per gran parte del 2023.
Sono facilmente reperibili sui social media videoclip di questi ex leader che discutono su come tenere acceso il fuoco dell’odio e della divisione tra la popolazione israeliana, in modo da mobilitarsi per far cadere l’attuale governo, anche in questo periodo di guerra. Molti israeliani non sono consapevoli che la campagna “Riportiamoli subito a casa” contiene alcuni elementi sinistri e nascosti, che si mescolano al più profondo desiderio di un popolo che sta soffrendo di uno stress enorme e continuo. Il probabile risultato di un tale “putsch” anti-Bibi sarebbe un governo più di sinistra, la divisione del Paese e la creazione di uno stato palestinese controllato dal terrore – dal momento che la maggior parte dei contendenti al “trono” del governo israeliano sono intrappolati nella ragnatela concettuale di Oslo, ovvero gli accordi del 1993 volti a istituire due Stati in un’unica Terra Promessa.
Una battaglia senza fine
 
Il classico film di Steven Spielberg, “Uncino”, si conclude con Capitan Uncino che insiste sul fatto di voler combattere fino alla morte con Peter Pan. Sebbene Peter sia contrario a questo e respinga una soluzione così drastica, la risposta di Uncino è quella di minacciare Peter e la sua famiglia con una maledizione spirituale eterna: “Peter! Dove stai andando? Torna qui e combatti contro di me! Ti troverò ovunque tu sia! . . . Ovunque tu vada, ovunque tu sia. . . Giuro che troverai pugnali firmati “James Hook”. Verranno scagliati contro le porte dei figli dei tuoi figli! Mi senti?”
Il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, e il generale maggiore dell’IRGC, Hossein Salami, parlano la stessa lingua di Capitan Uncino. Al recente funerale di Sayyed Razi Mousavi, un alto consigliere delle Guardie rivoluzionarie iraniane ucciso il 25 dicembre 2023 fuori Damasco, in quello che l’Iran ha definito un attacco aereo israeliano, Khamenei ha reso omaggio “alla lotta instancabile di questo martire e ha aggiunto: “La nostra vendetta per il martirio di Sayyed Razi [Mousavi] sarà lo sradicamento del regime sionista”.
 
La natura di questa “battaglia senza fine” è rivelata anche in un’intervista della LBC TV (Libano) con il membro del Politburo di Hamas, Ghazi Hamad, il 24 ottobre 2023, riguardo alle atrocità jihadiste del 7 ottobre 2023:
 
“Dobbiamo dare una lezione a Israele, lo rifaremo, ancora e ancora. L’Alluvione di Al-Aqsa [nome dato da Hamas al massacro del 7 ottobre] è stata solo la prima volta, ce ne sarà una seconda, una terza, una quarta, perché abbiamo la determinazione, la risolutezza e le capacità per combattere. Dovremo pagare un prezzo? Sì, e siamo pronti a pagarlo. Siamo chiamati una nazione di martiri e siamo orgogliosi di sacrificare i martiri. . . Il 7 ottobre, il 10 ottobre, il milione di ottobre: tutto ciò che facciamo è giustificato!”
 
Queste continue minacce di massacro (vedi una dinamica storica simile, anche se contestualmente diversa, in Atti 9:1) fa parte della natura continua della fede e del comportamento islamico jihadista nei confronti del popolo ebraico e dello Stato di Israele. È una malattia con radici spirituali e sarà risolta solo attraverso il vero pentimento da parte dei mujāhidīn (l’esercito dei guerrieri jihadisti) o eliminando fisicamente i mujāhidīn – cosi che non rappresentino più una minaccia per la vita e l’incolumità fisica.
Un consiglio profetico
 
Eventi sconvolgenti di tale portata richiedono lacrime di intercessione e pentimento da parte dei seguaci del Messia Yeshua che stanno nella breccia. Il cuore di Dio e’ addolorato e piange per il suo popolo massacrato: «Egli si afflisse in tutta la loro afflizione» (Isaia 63,9). Paolo ci esorta a “piangere con quelli che piangono. . . [e] a non ritenerci saggi” (Romani 12:15-16).
 
Come pregare?
 
– Chiediamo al Dio di Israele di dare ai leader di Israele una sempre maggiore comprensione e rivelazione su come affrontare in modo proattivo le “terribili difficoltà” che ci stanno dinanzi;
 
– Preghiamo affinché i leader di Israele tornino ad avere un vero ministero profetico biblico e affinché  il corpo del Messia nel mondo sia mosso dallo Spirito Santo ad intercedere, mentre entriamo nella Terza Guerra Mondiale;
 
– Preghiamo per il salvataggio fisico dei circa 136 israeliani (compresi i bambini) rapiti da Hamas, Jihad islamica e FPLP/OLP. Alcuni ostaggi vengono torturati, violentati e fatti morire di fame (questo sulla base delle testimonianze di ostaggi rilasciati di recente). Hamas trattiene anche molti cadaveri per utilizzarli come merce di scambio;
 
– Preghiamo affinché la crudele dittatura terroristica di Hamas a Gaza venga sradicata e affinché i Palestinesi che vivono lì siano liberi dalle catene; preghiamo per una vera “Palestina libera”, ovvero libera dal controllo della jihad;
 
– Preghiamo affinché il ruolo dell’Iran nell’inganno, nella dissimulazione e nell’antisemitismo jihadisti venga rivelato e sia respinto dai leader mondiali;
 
– Preghiamo per giustizia, chiarezza, coraggio morale, discernimento e strategie divine, affinché la leadership di Israele distrugga completamente la minaccia jihadista in tutti i suoi aspetti e per una perdita minima di vite umane da parte di Israele e per quegli abitanti di Gaza che sono veramente innocenti;
 
– Preghiamo per il risveglio dell’esercito ebraico profetico di Ezechiele in tutta la terra.
 
 

Le vostre preghiere e il vostro supporto sostengono le nostre braccia e rappresentano l’aiuto pratico di Dio nell’opera che ci ha chiamato a svolgere.

Nel Messia Yeshua,

Avner Boskey

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