Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso. Forse, alla lunga, in amore, se non è chiedere troppo”. Con queste parole, tratte dai suoi Diari, Esther Hillesum, detta Etty, giovane donna olandese di origini ebraiche (Middelburg, 1914), presto distintasi per la sua preziosa caratura intellettuale, ma tragicamente scomparsa nel campo di sterminio di Auschwitz (novembre, 1943), ha dimostrato di volare oltre il filo spinato della persecuzione nazista, sublimando la sofferenza propria e altrui nella ricerca, nonostante tutto ancora tanto tenace, del valore universalistico dell’amore tra gli uomini. Continua a leggere su 4live.it