News del 4 Febbraio 2024 Traduzione di Monica Tamagnini

Secondo la rivista Rolling Stone, nell’estate del 1980 Bob Dylan scrisse una delle sue più belle canzoni, “The Groom’s still wait at the altar” (“Lo Sposo sta ancora aspettando all’altare”). Il testo contiene un linguaggio biblico e apocalittico, che ci ricorda quello del suo classico “Neighbourhood Bully” (“Bullo di quartiere”), e che porta l’ascoltatore faccia a faccia con la patria ebraica di Israele:
 
A ovest del Giordano, a est della Rocca di Gibilterra
Vedo voltare pagina
Si alza il sipario su una nuova era
Guarda lo sposo che ancora aspetta all’altare
  (Copyright © 1981 di Special Rider Music)
 
Israele si trova a ovest del fiume Giordano e a est della Rocca di Gibilterra. E il ritorno profetico e continuo del popolo ebraico nella Terra Promessa è un campanello d’allarme per il mondo: si volta pagina e si solleva un sipario su una nuova era, quella in cui il Messia Yeshua regnerà sull’intero pianeta da Gerusalemme:
 
  • Ma ecco, ti nascerà un figlio, che sarà uomo di pace, e io gli darò tranquillità, liberandolo da tutti i suoi nemici circostanti. Salomone sarà il suo nome; io concederò pace e tranquillità a Israele durante la vita di lui. 10 Egli costruirà una casa al mio nome; egli mi sarà figlio, e io gli sarò padre; e renderò stabile il trono del suo regno sopra Israele per sempre”. (1 Cronache 22:9-10)
  • Io udii qualcuno che mi parlava dalla casa; un uomo era in piedi presso di me. Egli mi disse: «Figlio d’uomo, questo è il luogo del mio trono, il luogo dove poserò la pianta dei miei piedi; io vi abiterò per sempre in mezzo ai figli d’Israele. (Ezechiele 43:6-7a)   
  •  Quando sarete moltiplicati e avrete fruttato nel paese, allora», dice il SIGNORE, «non si dirà più: “L’arca del patto del SIGNORE!” Non vi si penserà più, non la si menzionerà più, non la si rimpiangerà più, non se ne farà un’altra. Allora Gerusalemme sarà chiamata il trono del SIGNORE; tutte le nazioni si raduneranno a Gerusalemme nel nome del SIGNORE, e non cammineranno più secondo la caparbietà del loro cuore malvagio. In quei giorni, la casa di Giuda camminerà con la casa d’Israele; verranno assieme dal paese del settentrione al paese che io diedi in eredità ai vostri padri. (Geremia 3:16-18)
  •  Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». (Luca 1:31-33)
  • e io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele. (Luca 22:29-30)
  •  Allora Pietro, replicando, gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?» E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. (Matteo 19:27-28) 
  • Così parla il SIGNORE degli eserciti: “Verranno ancora dei popoli e gli abitanti di molte città; 21 gli abitanti dell’una andranno all’altra e diranno: ‘Andiamo, andiamo a implorare il favore del SIGNORE e a cercare il SIGNORE degli eserciti! Anch’io voglio andare!’ 22 Molti popoli e nazioni potenti verranno a cercare il SIGNORE degli eserciti a Gerusalemme e a implorare il favore del SIGNORE”.
    23 Così parla il SIGNORE degli eserciti: “In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste e diranno: ‘Noi verremo con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi'”». (Zaccaria 8:20-23)
 
Conosciamo il fiume Giordano e conosciamo la Rocca di Gibilterra. In qualche modo comprendiamo anche il voltare pagina e l’avvento della nuova era davidica. Ma chi è lo Sposo, e perché aspetta ancora all’altare?
 
 
I doppi sensi di Isaia

Dylan ha sempre arricchito il suo modo di scrivere con allusioni bibliche, dall’inno folk “Blowing in the Wind” (“Soffiando nel vento”) a “Gotta Serve Somebody” (“Devo servire qualcuno”), vincitore di un Grammy.

Nelle Scritture troviamo interessanti riferimenti allo “sposo” :

Uno è descritto da Yohanan, “Colui che immergeva” (conosciuto come Giovanni Battista), il quale dichiarò: “Voi stessi siete miei testimoni che ho detto: ‘Io non sono il Messia’, ma: ‘Sono stato mandato davanti a Lui’. Colui che ha la sposa è lo Sposo. Ma l’amico dello Sposo, che sta in piedi e lo ascolta, si rallegra vivamente per la voce dello Sposo. Così questa mia gioia è stata resa piena. Lui deve crescere, io devo diminuire» (Giovanni 3:28-30). Giovanni si descrive come l’amico di Yeshua, lo Sposo Messianico. Giovanni si rallegrò nel vedere la Prima Venuta di Yeshua, ed era consapevole che il suo ministero sarebbe diminuito e alla fine sarebbe svanito, una volta che Yeshua fosse entrato nella Sua chiamata profetica.

 
Il secondo riferimento è in Isaia 62, dove il popolo ebraico è descritto come lo sposo che sposerà – si riunirà a – la Terra d’Israele in una consumazione profetica degli Ultimi Giorni. Ritorneranno nella loro Terra Promessa e, secondo le parole dei profeti ebrei, si “sposeranno” quella Terra. Questo passaggio biblico aggiunge un altro aspetto al diamante profetico: descrive YHVH, il Dio di Giacobbe, come lo Sposo di Israele che si risposerà con il popolo ebraico – che Egli chiama la Sua preziosa Moglie:

 

  • Non sarai chiamata più Abbandonata, la tua terra non sarà più detta Desolazione, ma tu sarai chiamata La mia delizia è in lei, e la tua terra Maritata; poiché il SIGNORE si compiacerà in te, la tua terra avrà uno sposo. Come un giovane sposa una vergine, così i tuoi figli sposeranno te; come la sposa è la gioia dello sposo, così tu sarai la gioia del tuo Dio. (Isaiah 62:4-5)

 

Il matrimonio diabolico delle nazioni

La santità del matrimonio – l’esilarante unione tra uomo e donna – riflette l’abilità e la passione di Colui che l’ha creato.

 

  • Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne. (Genesi 2:24)
  • Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne“? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi».  (Matteo 19:4-6)
Il matrimonio e’ meraviglioso e ci parla di qualcosa di più profondo del semplice rapporto tra un uomo e una donna. Ci parla della passione che Dio prova per il suo popolo ebraico e di quanto Egli desideri entrare in intimità con loro. Si può anche applicare (in un altro contesto) alla relazione tra tutti i credenti e Yeshua. 
 
Ecco alcune conclusioni:
  • Quando Dio unisce un uomo e una donna in matrimonio, nessuno tenti di separare il marito dalla moglie.
  • Quando Dio si unisce al popolo ebraico, nessun teologo tenti di separare Dio dal suo popolo ebraico attraverso la teologia della sostituzione.
  •  Quando Dio unisce la patria ebraica a Se Stesso e al popolo ebraico, nessuna religione o superpotenza tenti di separare Dio dalla Terra promessa a Giacobbe, né tenti di separare il popolo ebraico dalla Terra che Dio gli ha promesso.
 
Ogni i tentativo di dividere il popolo ebraico dalla Terra data loro in eredità, “risposandola” con i nemici del popolo ebraico, portera’ il giudizio di Dio su questi attori malvagi. Potrebbe trattarsi dell’OLP/AP, di Hamas, dell’Iran, del Dipartimento di Stato americano, del Ministero degli Esteri britannico o del Regno hashemita della Transgiordania. O potrebbe trattarsi dei predicatori e degli insegnanti che propagano falsi insegnamenti abbracciati dalla Teologia della Sostituzione in tutte le sue forme – siano essi cristianesimo cattolico, ortodosso, riformato, evangelico, carismatico, o persino il trionfalismo islamico (il più recente campione della teologia della Sostituzione). Qualunque sia l’origine e chiunque sia il mandante, va ricordato: “Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà. (Galati 6:7)
 
Concludendo:
  • YHVH lo Sposo sta ancora aspettando all’altare che il suo popolo ebraico si rivolga a Lui rinnovando i voti matrimoniali (vedere Osea 2:14-23).
  • Il popolo ebraico attende che la sua anima addormentata venga risvegliata e riempita di amore per YHVH e per la Sua Terra (vedere Ezechiele 37,1-13).
  • Dio sta aspettando il popolo ebraico – affinché esso possa catalizzare il risveglio mondiale degli Ultimi Giorni e la redenzione internazionale. Sara’ questo il frutto del pentimento d’amore che manifesteranno nei confronti del Messia Yeshua, quando lo supplicheranno di ritornare alle Sue pecore perdute di Israele e alla Sua città, Gerusalemme (vedere Romani 11:12-15; Matteo 15:24).
 
Uomini che hanno compreso i tempi

Il cantante del gruppo rock di Chicago, Robert Lamm, una volta chiese: “Qualcuno sa davvero che ore sono? A qualcuno importa davvero?” Questa domanda può certamente essere posta a tutti coloro che seguono il Messia Yeshua oggi.

La tribù ebraica di Issacar ricevette un dono speciale dal Dio di Giacobbe: “I figli di Issacar [erano] uomini che comprendevano i tempi, e sapevano ciò che Israele avrebbe dovuto fare” (1 Cronache 12:32). A Issacar fu dato un discernimento insolito, affinché potesse guidare il popolo ebraico nelle sfide militari, governative e spirituali che doveva affrontare. Quali sono le sfide che il popolo ebraico deve affrontare oggi? E, i cristiani e gli ebrei che seguono il Messia Yeshua sono consapevoli delle sfide da affrontare?

 
Tante persone non sono in grado di comprendere i rapidi cambiamenti che stanno investendo il Pianeta Terra. Molti ricercano cose che non li soddisferanno mai, che non li collegheranno mai alle realtà eterne. C.S. Lewis disse:
 
Pace, rassicurazione, piacere, sono gli obiettivi che cerco
Non riesco a strisciare nemmeno un centimetro al di fuori dalla mia vera pelle
Parlo d’amore – il pappagallo di uno studioso potrebbe parlare greco –
Ma, auto-imprigionato, finisco sempre li’ dove ho iniziato (dalla poesia “As the Ruin Falls”)
 
Tutto intorno a noi, gli eventi stanno accelerando. Mentre in passato gli eventi sconvolgenti si verificavano una volta ogni dieci anni, sembra che ora accadano due volte a settimana. Intorno a noi e’ un ruggito continuo, come profetizzò Isaia: “Ah, il tumulto di un gran numero di popoli, che rumoreggiano come il muggito dei mari e come il fragore delle nazioni, rumoreggiano come il fragore di acque potenti!” (Isaia 17:12)

Secondo alcuni, gli eventi che accadono in Medio Oriente e in Israele non sono che ‘mosse’ su uno scacchiere divino. Alcuni vedono il popolo ebraico semplicemente come una pedina strategica nelle mani di Dio. C’e’ addirittura chi insegna che gli orribili stupri, gli omicidi, le torture e i rapimenti jihadisti perpetrati da Hamas il 7 ottobre sarebbero un adempimento delle profezie degli Ultimi Giorni – come il Salmo 83 – “qualcosa che doveva compiersi affinché Gesù potesse ritornare”.
 
Certamente il Salmo 83 è molto importante e di grande attualità, anche se non tutti i protagonisti di quel Salmo sono ancora al loro posto. Tuttavia, i disastri che colpiscono il popolo ebraico non possono essere guardati attraverso freddi occhiali teologici! Dov’e’ finita l’umanità? Se non sappiamo intercedere con lacrime per il popolo ebraico, se non comprendiamo quanto siano preziosi per Dio, se non comprendiamo che YHVH si servirà del popolo ebraico per giudicare le nazioni del mondo e che il Dio di Giacobbe riporterà Israele alla sua chiamata biblica prioritaria, corriamo il pericolo di disumanizzare la chiamata divina di Israele e di diventare insensibili. Il rischio è che i nostri cuori si induriscano e che le nostre percezioni perdano chiarezza.

Anni fa ho tenuto un insegnamento intitolato “Le lacrime di Dio e il grembo delle nazioni”. In quel messaggio sottolineavo quanto sia importante comprendere i sentimenti di Dio nei confronti del suo amato popolo ebraico, comprendere come Dio piange per loro e quanto l’intercessione delle nazioni per la protezione, la salvezza, la vittoria e la restaurazione di Israele muova la mano di Dio in questo pianeta.
 
 
“L’unica soluzione e’ il compromesso”

La famosa battuta di Mick Jagger tratta dal successo dei Rolling Stones del 1968 “Street Fighting Man” (“L’uomo che combatte in strada”) riassume bene l’attuale politica mediorientale delle superpotenze – superpotenze che ignorano la parola di Dio in merito alla chiamata e ai doni irrevocabili fatti al popolo ebraico. Cercano di risolvere il “problema del Medio Oriente” sulla base di soluzioni di compromesso e realpolitik. Questo non portera’ a nulla di buono. Come notò ironicamente il profeta Zaccaria: “Accadrà in quel giorno che farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli. Tutti coloro che se la caricheranno addosso si feriranno gravemente. E contro di essa si raduneranno tutte le nazioni della terra” (Zaccaria 12:3).

Secondo quanto scritto in Giosuè 15:1,47, Gaza è parte della Terra che il Dio di Giacobbe giurò per il Suo nome di dare ai figli e alle figlie di Israele. Dal punto di vista di YHVH, Gaza fa parte della Terra Promessa tanto quanto Givatayim nella provincia di Tel Aviv. Khan Yunis nella Striscia di Gaza fa parte della Terra Promessa tanto quanto Kfar Saba, appena a nord di Tel Aviv. Che sia per cecità, ignoranza o arroganza spirituale, le nazioni del mondo – USA, Regno Unito, Germania, Francia, ecc. – si stanno attualmente riunendo per decidere come dividere la Terra d’Israele. Lo possiamo leggere su tutti i giornali. 

 
Il 3 gennaio 2024, in una conferenza stampa del Dipartimento di Stato, il portavoce del dipartimento, Matthew Miller, ha dichiarato:

“Abbiamo detto chiaramente che sosteniamo la creazione di uno Stato palestinese indipendente. Questa è da tempo la politica degli Stati Uniti ed è la politica di questa amministrazione. . . Ci sono vari modi per raggiungere questo obiettivo. Esamineremo un’ampia gamma di opzioni e le discuteremo con i partner nella regione. . . Sosteniamo la creazione di uno Stato palestinese indipendente e lavoreremo all’interno del governo per realizzarla, con reali garanzie di sicurezza per Israele. Crediamo che questo sia il modo migliore per arrivare ad avere pace e sicurezza durature per Israele, per i Palestinesi e per la regione.

 
Un rapporto del 28 gennaio 2024 del Times of Israel rivela che gli Stati Uniti si sono rivolti a Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Turchia, definendoli “stakeholder (partner) regionali” che consentiranno all’OLP/Autorità palestinese di effettuare la transizione di governo su Gaza e sulla Cisgiordania, creando così un percorso verso uno Stato palestinese. Come accennato nelle nostre newsletter precedenti, questo schema internazionale autorizza l’Autorità Palestinese (un’organizzazione terrorista e jihadista) a divenire comproprietaria della Terra di Israele.
  • Gli Stati Uniti stanno promuovendo un “gruppo di contatto” con gli alleati del Medio Oriente volto a coalizzarsi attorno ad una politica unitaria per la gestione della Striscia di Gaza, dopo la guerra tra Israele e Hamas. Questo e’ quanto hanno detto al Times of Israel un funzionario dell’amministrazione Biden e un alto diplomatico arabo. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha condiviso l’idea coi leader di Giordania, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Turchia in occasione della sua visita alla regione all’inizio di questo mese. Blinken ha ottenuto l’approvazione di questi paesi per portare avanti l’iniziativa, hanno detto i due funzionari. Gli Stati Uniti chiedono agli stakeholder regionali di partecipare alla ricostruzione e alla gestione di Gaza dopo la guerra, e sperano che il gruppo di contatto permetta di sollevare e far avanzare idee in un unico forum, ha detto il funzionario dell’amministrazione. . . Ogni paese è stato incaricato di scegliere un rappresentante nel gruppo di contatto, con l’assistente segretario per gli affari del Vicino Oriente Barbara Leaf che è la delegata degli Stati Uniti, secondo il funzionario dell’amministrazione. Si prevede che il forum inizierà a tenere riunioni dei gruppi di lavoro – in gran parte virtuali – il mese prossimo. . . Gli Stati Uniti hanno anche spinto per la creazione di un gruppo di contatto separato con i partner europei, per tenere discussioni simili riguardo al “giorno dopo” a Gaza. . . “Hanno discusso l’idea di far venire il presidente Biden nella regione o di invitare i leader alla Casa Bianca per concludere la vendita finale”, ha detto l’anziano diplomatico arabo, ipotizzando che Netanyahu avrebbe più difficoltà a dire “no” in tali condizioni . . . In una dichiarazione al Times of Israel, un portavoce del Dipartimento di Stato non ha negato l’esistenza del gruppo di contatto, affermando: “Continuiamo a dialogare con una serie di parti interessate su molte questioni relative al conflitto di Gaza, comprese le questioni postbelliche. . . Non abbiamo nulla da condividere riguardo alle discussioni diplomatiche private”, ha aggiunto il portavoce. . . Gran parte del successo dei gruppi di contatto dipende da una riduzione significativa – se non dalla fine completa – della guerra, nonché dalla cooperazione di Israele, due condizioni che non sono ancora state soddisfatte.
 
Diamo un’occhiata a queste sei nazioni mediorientali:

– Il Qatar e la Turchia sono i maggiori finanziatori del gruppo terroristico jihadista Hamas.
– Egitto, Giordania e Arabia Saudita hanno forti gruppi nazionali della Fratellanza Musulmana (il “padre” spirituale di Hamas e al Qa’eda) intenzionati a rovesciare i loro attuali governi “filo-occidentali”.
– Per decenni l’Egitto ha chiuso un occhio mentre Hamas contrabbandava armi attraverso il confine con Gaza.
– In cinque di questi sei paesi i mass-media sono antisemiti e anti-israeliani.

 
Sono questi gli “stakeholder regionali” con cui l’amministrazione americana ha scelto di collaborare per creare uno stato terroristico palestinese a Gaza e in Cisgiordania.

Le superpotenze non solo stanno aiutando e favorendo i nemici di Israele nel raggiungimento dei loro obiettivi di genocidio. Stanno anche aumentando la probabilità che si possano ripetere i pogrom terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023 (che hanno comportato omicidi di massa, stupri di massa, torture e rapimenti di civili israeliani). Il tentativo di istituire uno stato dell’OLP (che verrebbe rapidamente rovesciato da Hamas, come accaduto a Gaza nel 2006-2007) rivela che un’intrinseca schizofrenia spirituale ha avvolto le sue radici demoniache attorno alle politiche statunitensi ed europee. Se lasciate incontrollate, queste mosse costituiscono un pericolo chiaro e attuale per la sopravvivenza di Israele. Nelle parole di Bob Dylan: “Riuscite a immaginare l’oscurità che cadrà dall’alto” quando il Dio di Israele porterà il Suo giusto giudizio su quelle nazioni che violano i Suoi chiari comandamenti riguardo a queste questioni?

Il mondo impara a fatica dalla storia. Ricordiamoci che non ha preso sul serio le profezie di Hitler sull’Olocausto, ha firmato “accordi di pace” con gli autori dei massacri delle Olimpiadi di Monaco e con i mandanti della Prima e della Seconda Intifada e più recentemente – e con il cronometro in mano – ha minacciato Israele con un colpo di stato da repubblica delle banane volto a spodestare il primo ministro Netanyahu nel caso in cui l’IDF continui a perseguire il suo obiettivo di rimuovere totalmente il gruppo terroristico jihadista Hamas da Gaza. Come possono le superpotenze occidentali insistere per una pausa prima che questi assassini, stupratori, torturatori e rapitori siano stati eliminati e che sia stata fatta giustizia?

 
 
Gaza non farà mai parte della Terra Promessa ma farà sempre parte di uno Stato palestinese

Secondo il Dipartimento di Stato americano, a Israele non dovrà mai essere consentito di tornare a Gaza. I leader di Stati Uniti, Regno Unito e UE sostengono che lo Stato ebraico non debba nemmeno partecipare al processo che determinerà il futuro di Gaza e della Cisgiordania. Nello stesso briefing del Dipartimento di Stato menzionato sopra, Matthew Miller ha dichiarato: “Abbiamo sollevato con [il governo israeliano] la questione della creazione di una zona cuscinetto [a Gaza, per prevenire attacchi terroristici jihadisti contro cittadini israeliani]. . . Siamo contrari a qualsiasi riduzione delle dimensioni del territorio di Gaza. E quello che [gli israeliani] ci hanno detto è che non intendono occupare Gaza e non intendono lasciare lì le loro forze. Continueremo a dialogare con loro in merito alla questione”.
 
L’attenzione insistente di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia sul piano per il “giorno dopo” non è in realtà che un esercizio di dissimulazione. Da un punto di vista militare, la battaglia contro Hamas deve essere vinta prima di poter spartire il “bottino di guerra”. Ma come ciò può accadere se l’Occidente impedisce senza sosta a Israele di sconfiggere in modo decisivo i suoi nemici mortali? Gli “stakeholder occidentali” continuano a parlare del “giorno dopo”, in realtà pero’ vogliono soltanto assicurarsi che a Gaza non venga mai più resuscitata una comunità ebraica e che vi sia soltanto un’entità palestinese (terrorista nella sua essenza) che controlli il cuore di Israele. Il risultato inevitabile di questo piano saranno altri attacchi come quelli del 7 ottobre, ma questa volta provenienti anche dalla Cisgiordania, che arriveranno facilmente a terrorizzare il nucleo centrale della popolazione civile israeliana.

Il 29 gennaio 2024, il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha svelato una visione strategica su come gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno pressando Israele in merito a tali questioni:
  • Il Regno Unito sta valutando la possibilità di riconoscere uno Stato palestinese come modo per esercitare pressione su Israele, affinché quest’ultimo accetti una soluzione a due Stati dopo il cessate il fuoco a Gaza, ha detto lunedì il ministro degli Esteri britannico David Cameron durante un ricevimento a Westminster. Parlando al Consiglio conservatore del Medio Oriente alla Camera dei Comuni, Cameron ha affermato che tale riconoscimento – dopo che Hamas avrà rilasciato tutti gli ostaggi – rappresenterebbe “un progresso irreversibile verso una soluzione a due Stati e, soprattutto, la creazione di uno Stato palestinese. . . Abbiamo una responsabilità in questo senso, dobbiamo iniziare a delineare uno Stato palestinese; cosa includerebbe e come funzionerebbe. Quando ciò accadrà, noi, con i nostri alleati, esamineremo la questione del riconoscimento di uno Stato palestinese anche presso le Nazioni Unite. Questa potrebbe essere una delle cose che contribuiranno a rendere irreversibile il processo”.
 
Pregare per lo Sposo all’altare, per il popolo e per la Terra

Isaia ci invita a pregare con fervore – e continuamente – fino a che il Dio di Giacobbe non avrà adempiuto le Sue promesse profetiche circa il popolo ebraico e la Terra Promessa d’Israele:
  • “Per amor di Sion io non tacerò, per amor di Gerusalemme io non mi darò posa, finché la sua giustizia non spunti come l’aurora, la sua salvezza come una fiaccola fiammeggiante. Allora le nazioni vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del SIGNORE pronuncerà; sarai una splendida corona in mano al SIGNORE, un turbante regale nel palmo del tuo Dio. Non sarai chiamata più Abbandonata, la tua terra non sarà più detta Desolazione, ma tu sarai chiamata La mia delizia è in lei, e la tua terra Maritata; poiché il SIGNORE si compiacerà in te, la tua terra avrà uno sposo. Come un giovane sposa una vergine, così i tuoi figli sposeranno te; come la sposa è la gioia dello sposo, così tu sarai la gioia del tuo Dio. Sulle tue mura, Gerusalemme, io ho posto delle sentinelle; non taceranno mai, né giorno né notte. Voi che destate il ricordo del SIGNORE, non abbiate riposo, non date riposo a Lui, finché Egli non abbia ristabilito Gerusalemme, finché non abbia fatto di lei la lode di tutta la terra.” (Isaia 62:1-7)
 
Come pregare?
  • Preghiamo affinché il popolo ebraico si rivolga al Dio di Israele e riceva il Suo spirito di pentimento, di grazia e di supplicazione; preghiamo affinché riceva l’espiazione e la salvezza del Messia Yeshua.
  • Preghiamo che i leader delle superpotenze mondiali ricevano una rivelazione chiara in merito al cuore di Dio per Israele e in merito alla loro Terra e si ravvedano.
  •  Preghiamo per il salvataggio dei circa 136 ostaggi israeliani (inclusi i bambini) rapiti da Hamas, dalla Jihad islamica e dalla PFLP/PLO. Gli ostaggi sono soggetti a torture, stupro e soffrono la fame (sulla base della testimonianza di ostaggi recentemente liberati). Hamas trattiene anche molte salme per utilizzarle come merce di scambio.
  • Preghiamo affinché la crudele dittatura di Hamas a Gaza venga debellata in modo definitivo e affinché siano spezzate le catene che legano i Palestinesi in quella regione.
  • Preghiamo che il ruolo giocato dall’Iran nell’inganno jihadista, nella dissimulazione e nell’antisemitismo venga esposto alla luce, riconosciuto e rigettato dai leader politici mondiali.
  • Preghiamo che ai governanti di Israele siano concesse giustizia e chiarezza, insieme a coraggio morale, discernimento e strategie divine per poter eliminare completamente la minaccia jihadista in ogni sua forma.
  • Preghiamo affinché la perdita di vite umane sia la minore possibile tra i soldati israeliani e i civili di Gaza che sono veramente innocenti.
  • Preghiamo per l’esercito profetico ebraico in tutta la terra secondo la profezia di Ezechiele.
 
Le vostre preghiere e il vostro sostegno ci permettono di proseguire nell’opera che Dio ci ha affidato.
Nel Messia Yeshua,
Avner Boskey

 

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